A Jesi cresce la protesta contro il progetto dell’impianto per il trattamento dell’amianto promosso da edison

A Jesi cresce la protesta contro il progetto dell’impianto per il trattamento dell’amianto promosso da edison

A Jesi mobilitazione contro il progetto Edison per un impianto di trattamento dell’amianto, con la partecipazione di Roberto Mancini e cittadini preoccupati per rischi ambientali e salute pubblica.
A Jesi Cresce La Protesta Cont A Jesi Cresce La Protesta Cont
A Jesi si mobilitano cittadini e associazioni contro un impianto di trattamento amianto, con il sostegno di Roberto Mancini, per tutelare salute e ambiente locale. - Gaeta.it

La città di Jesi si prepara a un pomeriggio di mobilitazione per contrastare il nuovo progetto che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento dell’amianto. Questa iniziativa ha acceso molte preoccupazioni tra i cittadini, che temono ripercussioni sulla salute pubblica e sull’ambiente locale. L’ex commissario tecnico della nazionale italiana di calcio, Roberto Mancini, ha espresso il suo netto dissenso attraverso un messaggio pubblicato su Instagram, richiamando l’attenzione sulla pericolosità dell’amianto e spronando la comunità a scendere in strada.

Il corteo a Jesi: partenza da Portavalle verso il cuore della città

La protesta organizzata da assemblea permanente no edison è fissata per oggi pomeriggio, con un corteo che partirà alle 17.30 da Portavalle, zona di Jesi interessata dal progetto industriale. Il percorso si concluderà in piazza della Repubblica, il centro cittadino dove si attende la maggiore affluenza. Organizzatori e cittadini si preparano a manifestare non solo contro l’impianto ma anche contro quello che ritengono un rischio concreto per la salute della popolazione.

L’iniziativa ha raccolto adesioni trasversali, coinvolgendo associazioni ambientali, rappresentanti locali e cittadini comuni. Lo sviluppo di un impianto per concentrare e trattare l’amianto preoccupa per la possibilità di dispersione di fibre pericolose nell’aria, tema che nelle ultime settimane è stato al centro di numerose riunioni pubbliche e dibattiti. La manifestazione vuole portare in piazza le ansie e i dubbi di chi vive quotidianamente nelle aree vicine ai siti industriali.

Le preoccupazioni di roberto mancini: un appello alla comunità di Jesi

Roberto Mancini, che proviene proprio da Jesi, ha voluto ribadire tramite un messaggio su Instagram la sua contrarietà al progetto Edison. Ha ricordato quanto l’amianto sia un materiale tossico e pericoloso, la cui presenza incide pesantemente sulla salute umana, in particolare per esposizioni prolungate o accidentali. Mancini ha dichiarato che “trasformare Jesi in una discarica per l’amianto significa mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini, dalle famiglie agli anziani fino ai più giovani.”

Ha sollecitato la popolazione a stringersi in un unico fronte per difendere la città da quella che definisce una minaccia. Le parole dell’ex tecnico risuonano come un richiamo a quella dignità e responsabilità che ogni comunità deve mantenere quando si tratta di ambiente e salute pubblica. Mancini ha chiesto alla gente di partecipare in massa alla manifestazione per far capire alla società coinvolta, Edison appunto, che “non sarà tollerata nessuna decisione calata dall’alto senza ascoltare chi vive quei luoghi.”

Le ragioni della mobilitazione e le implicazioni per la salute pubblica

La battaglia di Jesi sul tema dell’amianto si incardina su preoccupazioni fondate sul danno che questo materiale ha provocato storicamente in molte zone d’Italia. L’amianto, già bandito per legge da tempo, resta comunque una minaccia quando viene trattato o smaltito senza adeguate precauzioni. Il timore principale riguarda la possibile liberazione di fibre nell’aria durante le operazioni dell’impianto, le quali possono causare malattie respiratorie gravi, inclusi tumori.

Il comitato no edison sostiene che il progetto potrebbe generare rischi difficili da quantificare per chi abita nei pressi della struttura. Le istituzioni locali sono chiamate a bilanciare esigenze di sviluppo industriale e cautela sanitaria. La situazione rimane tesa, perché per ora non ci sono rassicurazioni sufficienti su modalità, controlli e misure di sicurezza previste dall’azienda.

Mobilitazione cittadina e diritto di decidere

La convocazione del corteo rappresenta una presa di posizione diretta dei cittadini, che vogliono vedersi riconosciuti il diritto di decidere sul futuro del proprio territorio. Chi si oppone all’impianto sottolinea anche l’assenza di un dialogo aperto e trasparente sulle conseguenze ambientali, mentre cresce la mobilitazione in molte aree limitrofe. In attesa delle prossime mosse ufficiali l’attenzione sulla questione resta alta.

Il contesto sociale e l’impatto sulla comunità locale

La vicenda dell’impianto per l’amianto a Jesi va oltre la mera questione tecnica del trattamento dei rifiuti pericolosi. Tocca temi molto sentiti dalla popolazione come la tutela del paesaggio, la sicurezza urbana e il benessere collettivo. La città, nota per il suo patrimonio culturale e sociale, si vede minacciata da un progetto che potrebbe cambiarne l’identità e la qualità della vita.

Le famiglie in particolare sono preoccupate per i figli e i giovani, che potrebbero trovarsi esposti a un elemento tossico senza consapevolezza piena. La mobilitazione riflette la determinazione di un territorio a far sentire la propria voce contro decisioni imposte dall’alto senza il consenso generalizzato. Negli ultimi mesi, Jesi ha visto incontri pubblici, assemblee e momenti di discussione che confermano un confronto acceso e partecipato.

Risposta di istituzioni e azienda

Resta da vedere come le autorità e l’azienda coinvolta risponderanno alle richieste che emergono dalla cittadinanza. Oggi la protesta sarà un punto focale, seguita con attenzione da chi vive la situazione direttamente ma anche da chi nutre interesse per questioni ambientali e sociali in tutta la regione Marche.

Change privacy settings
×