La misteriosa scomparsa di Mia Kataleya Chicllo Alvarez, avvenuta il 10 giugno 2023 a Firenze, continua a coinvolgere la città e la comunità peruviana residente. La bambina, che all’epoca aveva 5 anni, sparì dall’ex hotel Astor, occupato abusivamente. Le autorità sono ancora al lavoro per chiarire i fatti e trovare nuovi elementi per risalire al suo destino. Le recenti comunicazioni della procura hanno aggiornato i cittadini sullo stato delle ricerche, sottolineando passaggi cruciali emersi nel corso delle investigazioni.
La dinamica della scomparsa e le vie alternative di fuga
Secondo quanto ricostruito dalla procura di Firenze e dal comando provinciale dei carabinieri, Mia Kataleya non è mai uscita dall’ex hotel Astor passando dai varchi ufficiali. Il luogo, situato in via Maragliano, era all’epoca occupato da cittadini romeni, albanesi e sudamericani senza permessi. Le telecamere poste agli ingressi del palazzo infatti non hanno mai ripreso la bambina uscire dai portoni o dalle porte riconosciute.
Una via nascosta per la sparizione
La pista più accreditata indica che la bambina sia stata fatta uscire usufruendo di una via nascosta, cioè una zona priva di videosorveglianza. Le indagini hanno previsto esperimenti sul campo, riproducendo le condizioni della fuga e dimostrando che un adulto avrebbe potuto accompagnarla scavalcando il muro di recinzione che delimita il piazzale interno dell’ex hotel. Dopodiché si sarebbe imboccato un passaggio condominiale vicino, per poi raggiungere la via Monteverdi, zona circostante non coperta da telecamere e quindi poco frequentata e sorvegliata.
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Questa ricostruzione, maturata dopo mesi di ispezioni, ha consentito agli investigatori di escludere la presenza di Mia nell’edificio o nei suoi dintorni immediati. Le indagini puntano quindi all’ipotesi che la bambina sia stata portata via intenzionalmente, con un percorso studiato per evitare le videocamere di sorveglianza.
Le indagini internazionali e le ricerche sul territorio
Il procuratore di Firenze, Filippo Spiezia, ha coordinato le indagini che non si sono mai fermate e hanno riconosciuto l’importanza di estendere la ricerca oltre i confini nazionali. Sono state avviate richieste di collaborazione a autorità straniere per verificare eventuali segnalazioni collegate alla piccola Mia. Queste iniziative hanno riguardato sia l’Europa che paesi del Sudamerica, regioni in cui la famiglia della bambina ha le proprie radici.
Nonostante le numerose segnalazioni raccolte in due anni, sia in Italia sia all’estero, nessuna ha portato a una conferma o a ritrovamenti concreti. Le forze dell’ordine hanno impiegato reparti specializzati, tra cui unità cinofile addestrate e tecnici dell’Arma, per controllare anche le zone limitrofe dell’ex hotel e le aree citate dagli avvistamenti. I controlli hanno permesso di escludere che Mia possa essere rimasta nascosta nel palazzo abbandonato o vicino ad esso.
Il lavoro degli investigatori ha mantenuto un ritmo costante, puntando sia sulla collaborazione con i cittadini sia sui dati acquisiti attraverso la tecnologia e i rilievi sul territorio.
La diffusione delle immagini aggiornate e la chiamata alla collaborazione
Per stimolare nuove segnalazioni e aiutare chiunque possa riconoscere Mia, la procura di Firenze ha reso pubbliche due immagini della bambina. La prima risale all’epoca della scomparsa, mentre la seconda è una elaborazione digitale pensata per mostrare il probabile aspetto di Mia a due anni di distanza dal giorno in cui è sparita. Le immagini sono reperibili sul sito ufficiale della procura e sono diffuse anche attraverso i canali di informazione.
Un appello ai cittadini
Il comando provinciale dei carabinieri ha invitato chiunque abbia informazioni utili a mettersi in contatto direttamente con loro. Il numero dedicato per le segnalazioni è 055 2061. L’invito è rivolto a residenti, passanti e chiunque frequenti la zona o abbia avuto rapporti con l’ex hotel Astor e le vicinanze in questi anni.
Questo appello rende evidente come la collaborazione pubblica possa fare la differenza in situazioni delicate come questa, soprattutto quando mancano prove dirette o testimoni.
L’impatto sulla comunità locale e la tenacia delle autorità
La scomparsa di Mia Kataleya ha agitato sia la città di Firenze sia la comunità peruviana locale. Da due anni molte famiglie seguono con apprensione ogni aggiornamento, sperando in una svolta. La vicenda è rimasta aperta e coinvolge le istituzioni in una complessa ricerca di verità.
Il procuratore Spiezia, intervistato più volte, ha confermato che le indagini proseguono senza venir meno a nessuna pista, mantenendo alta l’attenzione sul caso. Le autorità hanno evitato di trarre conclusioni premature, preferendo affidarsi a dati concreti e verifiche rigorose.
L’assenza di notizie certe non ha frenato lo sforzo investigativo, che si è adattato al continuo evolversi delle informazioni. Le operazioni hanno previsto interventi sul territorio, analisi forensi e indagini tecniche per seguire ogni dettagliata traccia che possa portare a capire cosa sia accaduto davvero in quelle drammatiche ore di giugno 2023.