La città di Collecchio, in provincia di Parma, si prepara ad ospitare un evento unico per gli appassionati di storia degli oggetti di uso comune e della gastronomia italiana. Sabato 24 maggio verrà inaugurata la collezione “Carlo Grandi“, la raccolta più vasta e completa di apriscatole presenti in Italia. La sede scelta è il Museo del Pomodoro, struttura nota per la sua esposizione dedicata al frutto simbolo della cucina italiana e della dieta mediterranea. Questa nuova sezione del museo offrirà ai visitatori la possibilità di scoprire oltre 360 pezzi, risalenti a un arco temporale che va dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri.
La storia del pomodoro e la nascita degli apriscatole
Il Museo del Pomodoro racconta la storia di questo frutto che, originario dell’America, ha trovato in Italia un posto di rilievo nella cultura alimentare. Il pomodoro è un prodotto stagionale, raccolto in estate. Per poterlo consumare durante tutto l’anno, l’industria alimentare ha sviluppato metodi di conservazione e trasformazione, in particolare le conserve in scatola. Queste hanno reso possibile la distribuzione e il consumo domestico del pomodoro fuori stagione senza perdita di qualità.
L’evoluzione dell’apriscatole
Una volta diffuse le confezioni in lattina, è diventato necessario un attrezzo in grado di aprirle in modo sicuro e pratico: l’apriscatole. Questo strumento ha un’importanza essenziale nella storia dell’alimentazione conservata. Proprio per facilitare l’accesso al cibo confezionato, sono state progettate diverse tipologie di apriscatole, utilizzando meccanismi e soluzioni tecniche differenti. Il primo modello noto è stato brevettato da Yates nel 1855 e si caratterizzava per la lama fissa e la leva di taglio. Da allora, la tecnologia ha registrato molte evoluzioni, arrivando perfino agli apriscatole elettrici, il cui brevetto più antico risale al 1831, opera di Preston c. West. Tutti questi modelli fanno parte della collezione esposta a Collecchio.
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Carlo Grandi, nato a Bologna nel 1957, ha dedicato gran parte della sua carriera lavorando in un’azienda di conserve alimentari. La sua passione per i prodotti del comparto e il loro ciclo produttivo lo ha portato a creare una raccolta personale di strumenti per l’apertura delle conserve, assemblando 365 pezzi in un’esposizione che copre più di un secolo e mezzo di storia.
Questa collezione era conservata nella sede della sua azienda, fino al momento del suo pensionamento. Da allora è stata donata ai Musei del Cibo, con l’obiettivo di permettere al pubblico di conoscerne la vicenda e la varietà tecnica. L’accurato ordinamento e il catalogo curato da Beatrice Dallasta hanno reso possibile la fruizione dell’intera collezione. Ora è esposta presso il Museo del Pomodoro, arricchendo le mostre già presenti con un percorso dedicato e dettagliato.
Un’esperienza multimediale e istituzionale all’inaugurazione
La nuova sezione del museo prevede, oltre all’esposizione fisica, anche un contributo multimediale. Un filmato illustra il processo produttivo delle lattine e mostra le diverse tipologie di apriscatole, spiegandone i funzionamenti. La realizzazione di questo video ha visto la collaborazione del Consorzio Ricrea e dell’azienda parmense Imeta, specializzata in tecnologie per la conservazione.
L’inaugurazione ufficiale, fissata per il 24 maggio alle 16, avrà luogo nella sede del museo alla Corte di Giarola di Collecchio, in strada Giarola 11. Sono attesi vari rappresentanti del territorio e delle istituzioni locali, tra cui Mario Marini , Alessandro Fadda , Maristella Galli , Agostino Maggiali e altri esponenti legati al mondo alimentare e culturale. Carlo Grandi sarà presente come donatore della collezione. La conduzione sarà affidata a Giancarlo Gonizzi, coordinatore dei Musei del Cibo.
Visita guidata e omaggi per i partecipanti
La giornata inaugurale prevede una visita guidata divisa in gruppi, che accompagnerà i visitatori alla scoperta della nuova collezione e della storia che essa racconta. L’esperienza si concluderà con la distribuzione di una lattina sigillata, simile a quelle usate per le conserve alimentari. All’interno sarà inserita una citazione dedicata al pomodoro, una ricetta originale tratta dal ricettario dei Musei del Cibo e un sacchetto di semi di pomodoro, con l’invito a piantare i semi nella lattina riutilizzata dopo l’apertura e il riempimento con del terriccio.
L’ingresso all’esposizione e all’iniziativa è gratuito e non richiede prenotazione. Questa apertura punta a far conoscere un pezzo di storia pratica legata all’alimentazione e alla cultura italiana, valorizzando l’uso di oggetti semplici ma importanti, dal valore storico e funzionale. Il Museo del Pomodoro di Collecchio aggiunge così un nuovo capitolo alla sua offerta culturale.