Nel fine settimana appena trascorso a Candia Canavese, noto per le sue aree verdi e i vigneti che lo circondano, due pescatori sono stati colti in flagrante mentre pescavano in una zona del lago vietata per motivi di sicurezza. L’episodio ha riacceso l’attenzione sulle normative che regolano l’uso del bacino lacustre e il ruolo attivo che cittadini e autorità svolgono nella tutela del territorio.
Come è scattata la denuncia per due pescatori nelle acque vietate
Domenica scorsa, nella zona del lido, parte del lago di Candia delimitata e ben segnalata come proibita alla pesca, due uomini sono stati ripresi da un residente con un cellulare mentre praticavano pesca di frodo. La zona, transennata per garantire la sicurezza, è nota per essere off limits durante determinate fasce orarie e in certi periodi dell’anno. Il residente, esperto conoscitore delle regole del Comune, ha fotografato i trasgressori e ha inviato tutto agli enti competenti per l’intervento. Il sindaco Mario Mottino ha sottolineato l’importanza della segnalazione come atto civico necessario, ricordando che informazioni e numeri per comunicare eventuali infrazioni sono disponibili tramite il sito comunale e il Parco Nazionale.
Sanzioni per pesca non autorizzata e regolamento vigente
Il regolamento che governa il lago di Candia risale al 2016 e si presenta molto dettagliato sulle condizioni di pesca. L’attività è consentita solo in certi giorni e orari e vietata nell’area protetta dove sono in vigore limiti severi. L’uso di attrezzi come le reti è ammesso soltanto per un massimo di tre giorni alla settimana. Il “bertorello”, strumento tradizionale e selettivo, può essere impiegato solo da chi ha un permesso speciale. Chi non è residente deve sempre dotarsi di un buono nominativo, mentre i residenti pescano con licenza senza costi aggiuntivi. Le infrazioni possono portare a multe fino a 500 euro. Queste norme mirano a contenere la pressione sull’ecosistema lacustre.
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Rischio per l’ecosistema del lago causato dalla pesca vietata
Il lago di Candia non è solo acqua e natura, ma ospita una varietà di specie animali e vegetali che si giovano di uno spazio protetto. I comportamenti inadeguati come la pesca non autorizzata provocano danni che superano il semplice illecito amministrativo. Questa zona rappresenta un’area naturale protetta, visitata da chi cerca turismo a bassa intensità e rispettoso dell’ambiente, dove la pesca è regolata per rimanere sostenibile. Le violazioni mettono a repentaglio questo equilibrio delicato. Lo stesso stand di pesca non regolamentata rischia di compromettere la fauna e alterare il rapporto tra uomo e natura nel territorio.
La comunità e la vigilanza per la protezione del lago di Candia
La sorveglianza ufficiale, per quanto presente, non ha copertura totale su tutto il territorio. Per questo la collaborazione dei residenti si rivela fondamentale nel segnalare attività non conformi. La partecipazione delle persone che abitano e frequentano il lago ogni giorno diventa la prima linea di difesa per tutelare il territorio. Le regole non sono mai solo carta scritta, ma devono essere rispettate concretamente per salvaguardare la bellezza e la sicurezza del luogo. Il caso recente conferma che nessuno può ignorare o tacere di fronte a violazioni che danneggiano un bene comune così prezioso come il lago di Candia.