Zoe Kravitz critica Friends e mette in luce le tensioni culturali legate agli anni ’90

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Zoe Kravitz commenta le controversie culturali di Friends negli anni ’90. - Gaeta.it

Sara Gatti

3 Settembre 2025

Zoe Kravitz, nota attrice e protagonista di numerosi film recenti, ha espresso un giudizio netto sulla sitcom Friends, amatissima ancora oggi da molte persone ma oggetto di revisione critica alla luce delle sensibilità moderne. In occasione della promozione del film Una scomoda circostanza – Caught Stealing, ambientato negli anni ’90, Kravitz ha condiviso ricordi nostalgici di quel periodo ma ha anche sottolineato aspetti problematici del passato, legati in particolare alle battute e alle rappresentazioni nella celebre serie tv.

Un’affettuosa nostalgia per gli anni ’90 con qualche riserva culturale

Nel corso di un’intervista rilanciata da People e realizzata con Austin Butler, suo collega nel film ambientato nel 1998 a New York, Zoe Kravitz ha ricordato con affetto alcuni tratti distintivi degli anni ’90. Il decennio viene evocato come un’epoca in cui la moda aveva un’essenza particolare, meno legata al digitale e più spontanea. La star ha evidenziato elementi come telefoni cellulari meno invasivi e videogiochi che oggi appaiono semplici, ma che allora hanno familiarizzato le persone con forme diverse di intrattenimento.

Tuttavia, questo amore per il periodo non si estende senza riserve a tutta la cultura pop degli anni ’90. Kravitz ha precisato che, pur apprezzando molti aspetti, alcuni contenuti televisivi come Friends non riescono più ad attrarla, soprattutto per alcune battute sull’identità di genere e sulla comunità LGBTQIA+. La sua posizione invita a considerare con occhio critico ciò che allora poteva passare come normale o scherzoso, ma che oggi appare marginalizzante.

Friends sotto la lente: battute fuori posto e riflessioni sulle minoranze

L’attrice ha puntato il dito contro il modo in cui Friends si è rapportato ad alcune tematiche sociali. Ha detto che rivedendo gli episodi oggi, si notano “momenti che non erano nemmeno pensati come battute, ma che diventano tali a scapito delle minoranze”. Questo richiamo si riferisce a episodi in cui alcuni scherzi risultano oggi offensivi o omofobi, riflettendo i limiti del tempo in cui sono stati girati.

Per Kravitz, queste sequenze documentano come l’orizzonte culturale degli anni ’90 avesse barriere che oggi sono superate. Il modo in cui certe minoranze venivano ritratte in modo marginale o stereotipato si traduce in contenuti problematici, tanto da far mettere in discussione la capacità di questa sitcom di restare davvero attuale. Pur non rinnegando il valore nostalgico che Friends può avere per molti, la sua analisi invita a non ignorare questi aspetti più critici.

I creatori di friends riconoscono i limiti culturali della serie

Negli ultimi anni, anche gli autori di Friends hanno mostrato consapevolezza rispetto alle critiche che hanno investito la sitcom. Hanno ammesso che diverse battute e situazioni avrebbero potuto essere sviluppate in modo differente, più rispettoso delle diverse sensibilità attuali. Una presa di coscienza che conferma come quel prodotto televisivo rifletta uno spirito di tempi ormai superati, segnati da un diverso livello di apertura e inclusività.

Questo riconoscimento dei suoi limiti ha alimentato un dibattito più ampio sul valore della serie: da un lato, rappresenta un pezzo di storia televisiva e popolare; dall’altro, serve da esempio per capire come il rispetto per le minoranze debba evolvere anche nei contenuti di intrattenimento. La posizione di Kravitz si inserisce quindi in un confronto culturale che tiene conto sia dell’importanza storica di Friends, sia delle sue contraddizioni.

La riflessione portata avanti da Zoe Kravitz apre una discussione cruciale su come rivedere e interpretare i prodotti mediatici del passato. I tempi cambiano e, con essi, cambiano anche le sensibilità e i limiti di ciò che è accettabile rappresentare. L’eredità degli anni ’90, tra nostalgia e critica, continua a stimolare dialoghi sul rispetto e la rappresentazione nelle serie che ancora oggi influenzano molte generazioni.