A Bologna, l’anniversario degli 80 anni dalla liberazione ha trovato un modo nuovo per essere ricordato. Un’esposizione artistica porta in primo piano i volti dei partigiani e delle partigiane protagonisti di quel momento storico, immortalati in immagini tratte da archivi e vissuti quotidiani. Il progetto non si limita a celebrare il passato ma si lega ai valori della Costituzione italiana, restituendo umanità a chi ha contribuito a liberare la città.
la mostra “liberi! 80 dalla liberazione” e il ritratto dei partigiani
L’artista Antonella Cinelli ha realizzato un lavoro di grande impatto visivo e simbolico con la mostra intitolata “Liberi! 80 dalla Liberazione”. Dodici grandi tele rappresentano i partigiani e le partigiane di Bologna, ritratti in momenti di normalità, lontani dall’azione di guerra. Questi giovani, spesso poco più che adolescenti all’epoca dei fatti, appaiono sorridenti e spensierati, come tanti coetanei normali, ma la loro storia è segnata dalla resistenza e dal sacrificio. Le immagini selezionate provengono da archivi storici e raccolte private, grazie al lavoro congiunto tra Anpi, l’Istituto Parri e le famiglie coinvolte.
Ogni ritratto è accompagnato da una frase presa dai primi dodici articoli della Costituzione italiana. Questo abbinamento restituisce un messaggio denso di significato, che collega il coraggio di allora con i diritti civili fondamentali oggi. Antonella Cinelli ha voluto così consegnare alle nuove generazioni un messaggio diretto. Non un semplice omaggio alla memoria ma un invito a riflettere su quei diritti conquistati grazie alla lotta partigiana.
la genesi del progetto e il valore del patrimonio storico
Il progetto nasce come prosecuzione di un lavoro precedente dell’artista, intitolato “Ciò che resiste”, realizzato per Anpi nel 2018. In quel caso Cinelli aveva già indagato il tema della memoria partigiana. Qui la difficoltà cresceva, perché molti protagonisti di quegli anni non sono più in vita. Per questo Cinelli ha affidato il suo racconto al materiale fotografico recuperato. Questi scorci di vita quotidiana offrono un’immagine diversa dai racconti tradizionali, meno eroica e più umana.
Il contributo delle istituzioni e delle famiglie è stato fondamentale nella raccolta delle immagini e nella condivisione di storie spesso nascoste nei cassetti. Questo lavoro ha reso possibile ricomporre un mosaico di vite che raccontano non solo la guerra ma anche l’attesa, le paure e le speranze di quei ragazzi. L’impegno dell’Anpi provinciale, guidata da Anna Cocchi, ha voluto rivolgersi anche ai giovani, spiegando che il messaggio arriva da chi ha vissuto quegli anni difficili e oggi parla attraverso le immagini e la Costituzione.
l’inaugurazione e le parole delle istituzioni cittadine
La mostra è stata inaugurata al Comune di Bologna nella Manica Lunga di Palazzo d’Accursio, alla presenza del sindaco Matteo Lepore, di Anna Cocchi, presidente provinciale dell’Anpi, del curatore Sandro Malossini e naturalmente dell’artista Antonella Cinelli. Lepore ha sottolineato il valore della Liberazione, ricordando come in questi 80 anni l’Italia e l’Europa abbiano percorso una strada di pace e costruzione democratica.
Il sindaco ha ringraziato pubblicamente partigiani e partigiane, veri protagonisti di un momento che ha cambiato la storia del Paese. Le parole di Lepore sono state un richiamo al ricordo attivo, un invito a inserire la memoria in un quadro più ampio che comprende l’unità europea e i diritti civili ottenuti con sacrificio e impegno.
modalità di visita e futuro dell’esposizione
La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 18 aprile al 2 maggio, accessibile gratuitamente alla Manica Lunga, nel primo piano di Palazzo d’Accursio. Questo spazio, già simbolico per la città, permette ai visitatori di immergersi in un’atmosfera che lega arte e storia. Dopo questa fase iniziale, il percorso espositivo proseguirà presso l’Istituto Storico Parri di Bologna, che conserva materiali e documenti legati all’esperienza partigiana nel territorio.
Questa scelta assicura che il progetto non venga disperso ma continui a essere fonte di conoscenza e approfondimento. La mostra diventa così un momento di riflessione aperto e duraturo, capace di mantenere viva l’attenzione sulle vicende che hanno segnato il Novecento italiano. Lo sguardo di ieri guarda il presente per trasmetterne valori irrinunciabili.