Tra le misure in discussione al festival del lavoro 2025 emergono interventi che coinvolgono il concordato e l’accertamento tributario. Il viceministro dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, ha fatto il punto sull’iter parlamentare e sui testi che riguardano la fiscalità regionale e locale, sottolineando i passaggi conclusi e quelli ancora aperti.
Lo stato di avanzamento della riforma fiscale
Il viceministro Maurizio Leo ha spiegato che la riforma fiscale sta procedendo in modo rapido. Attualmente, diverse misure sono in fase di valutazione presso le commissioni parlamentari, che ne hanno espresso le loro opinioni. Il prossimo passo sarà portare l’intero testo al consiglio dei ministri. Il discorso riguarda provvedimenti che toccano aspetti come il concordato preventivo e le procedure di accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria.
Leo ha fatto notare che un importante tassello è già stato completato: il testo che interessa i tributi regionali e degli enti locali ha superato la prima lettura al consiglio dei ministri ed è in questo momento all’attenzione della conferenza unificata, il luogo istituzionale dove le varie articolazioni territoriali discutono le norme prima di una definitiva approvazione. Accanto a questo, stanno mantenendo validità quattro testi unici definitivi che mirano a semplificare e mettere ordine nella disciplina fiscale, offrendo regole più chiare e coordinate.
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Novità sul concordato preventivo e le soglie fiscali per il 2025-2026
Tra le novità più rilevanti, la riforma interviene sul concetto di concordato preventivo, con modifiche mirate a definire meglio chi può accedere a questa procedura e in quali condizioni. In particolare, si prevede che per il biennio 2025-2026 i soggetti fiscali in regime forfettario siano esclusi dall’applicazione del concordato. Questa scelta vuole dare una maggiore chiarezza e prevedibilità per una categoria specifica di contribuenti.
Un altro elemento da evidenziare è il meccanismo dell’imposta sostitutiva. Verrà introdotto un tetto di 85mila euro di soglia oltre la quale scatterà la tassazione progressiva Irpef per le persone fisiche e l’aliquota del 24% per le imprese soggette a Ires. Questi limiti dovrebbero far emergere un sistema più modulato, anche per evitare che la pressione fiscale raggiunga livelli eccessivi sopra determinate cifre di reddito o fatturato.
Chiarimenti sul conferimento e nuovi criteri per l’accesso al concordato
Un punto dolente spesso discusso riguarda il conferimento di beni e aziende. Il viceministro ha specificato che si considera fuori dal regime del concordato preventivo il conferimento effettuato tramite azienda. Questa precisazione chiarisce situazioni che prima potevano risultare ambigue e aiuta a definire i confini normativi per imprenditori e contribuenti.
Inoltre, sono state introdotte modalità più chiare per gestire gli avvisi bonari inviati dall’amministrazione finanziaria. Qualora il contribuente paghi l’importo richiesto con l’avviso, può accedere al concordato preventivo con una durata biennale, facilitando così il rientro delle posizioni debitorie con un percorso definito. Questo meccanismo punta a ridurre la conflittualità e rendere più lineari i rapporti tra fisco e contribuente.
La riforma, con questi interventi, si propone di alleggerire alcuni passaggi, ridurre le incertezze e consentire a chi ha debiti tributari di organizzare meglio il proprio piano di rientro, allontanando procedure più gravose e complesse. Il quadro normativo si arricchisce di soluzioni che mettono in chiaro limiti, esclusioni e possibilità, offrendo uno strumento più definito per affrontare le difficoltà fiscali.