Via libera della camera al decreto sicurezza tra polemiche e misure contro terrorismo e mafia

Via libera della camera al decreto sicurezza tra polemiche e misure contro terrorismo e mafia

Il parlamento approva la fiducia sul decreto legge Sicurezza, che introduce sgomberi rapidi, misure antimafia e antiterrorismo, mentre crescono le critiche di associazioni e esperti per i rischi sui diritti civili.
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Il Parlamento ha approvato la fiducia sul decreto legge Sicurezza, che introduce misure più severe contro terrorismo, mafia e sgomberi rapidi di immobili occupati, suscitando però critiche da associazioni e giuristi per i possibili rischi alle libertà civili. - Gaeta.it

Il parlamento ha dato il via libera alla fiducia sul decreto legge Sicurezza, con l’obiettivo di superare entro pochi giorni l’ultimo passaggio per la conversione in legge entro il 12 giugno. La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato i primi sgomberi effettuati grazie alle nuove disposizioni del decreto. Nel frattempo, diverse associazioni e gruppi critici hanno espresso forti riserve sulle nuove norme, considerate da alcuni un’aggravante per diritti e garanzie. Il provvedimento prevede tra l’altro misure contro il terrorismo, nuovi controlli antimafia e regole più severe per la gestione dei beni confiscati. In città come Roma e Napoli il decreto genera dibattito, mentre si intensificano gli interventi su immobili occupati abusivamente.

La fiducia della camera e le prime operazioni sugli sgomberi

L’11 giugno 2025 la camera dei deputati ha approvato la fiducia posta dal governo al decreto legge Sicurezza, aprendo la strada all’approvazione definitiva attesa giovedì prossimo. Giorgia Meloni ha rivendicato i risultati ottenuti con le modifiche inserite nel testo: a partire dalle nuove procedure per gli sgomberi immediati degli immobili occupati abusivamente. Le norme permettono di intervenire più rapidamente senza dover attendere i lunghi tempi della giustizia ordinaria. La premier ha definito queste attività come importanti garanzie per la tutela dei cittadini e della proprietà privata.
L’approvazione al parlamento segue un’accesa discussione e un ostruzionismo delle opposizioni che contestano la strategia del governo. Ad ogni modo il testo ora passerà al senato per l’ultima tappa prima della conversione imprescindibile per la sua entrata in vigore definitiva.

Le reazioni critiche di no dl sicurezza e del mondo penalistico

Il decreto incontra una forte opposizione da parte della rete No Dl Sicurezza, un gruppo attivo contro il disegno di legge divenuto decreto. Sul versante giuridico, l’Associazione italiana dei professori di diritto penale ha denunciato l’inclusione di almeno 14 nuove fattispecie di reato e l’aggravamento di pene per altre nove. Secondo il loro giudizio, molte condotte criminalizzate risultano legate a forme di marginalità sociale o a proteste, sollevando dubbi sulla compatibilità con principi costituzionali fondamentali come la proporzionalità e la necessità dell’offensività.
Per circa una settimana si tengono iniziative informative rivolte a studenti e cittadini, in una decina di città italiane, per discutere gli effetti del decreto, sottolineando i possibili rischi per le libertà civili.

Il contrasto al terrorismo nel decreto legge sicurezza

Una parte centrale del decreto riguarda la prevenzione del terrorismo. Viene introdotto un nuovo reato: la detenzione di materiale che contiene istruzioni per preparare armi o sostanze per atti terroristici. Chiunque si procuri o conservi documenti o istruzioni su strumenti micidiali rischia da due a sei anni di reclusione.
Il decreto anticipa anche la punibilità per chi diffonde istruzioni su materie esplodenti attraverso qualsiasi mezzo. Le norme prevedono sanzioni anche per gli operatori di noleggio veicoli senza conducente che non trasmettono dati dei clienti, allo scopo di rafforzare il controllo contro usi sospetti legati al terrorismo, ma anche ad altri gravi reati quali traffico di stupefacenti e criminalità organizzata. Questa sezione della legge estende gli strumenti preventivi per le forze dell’ordine, cercando di intercettare segnali prima che possano sfociare in atti violenti.

Nuove verifiche antimafia e limiti sul potere del prefetto

Il decreto amplia il novero dei soggetti sottoposti a verifica antimafia inserendo il «contratto di rete», una forma di collaborazione tra imprese. Tra le novità, il prefetto potrà limitare gli effetti della interdittiva antimafia solo se il titolare dell’impresa lo richiede espressamente e a seguito di un’istruttoria condotta da gruppi interforze.
Questo contrasta con la precedente possibilità di intervento d’ufficio, introducendo criteri più rigidi al potere prefettizio.
I benefici per i superstiti delle vittime di mafia si estendono ora anche ai coniugi, conviventi e parenti fino al quarto grado, a condizione che abbiano interrotto definitivamente ogni rapporto con il soggetto coinvolto al momento dell’evento che ha portato alla misura di prevenzione o a procedimenti penali.

Regole più rigorose per i beni sequestrati e confiscati alle mafie

Il decreto introduce la possibilità per collaboratori e testimoni di giustizia di costituire società “fittizie” con standard di sicurezza rafforzati per svolgere le proprie attività. Nel campo dei beni confiscati, la normativa stabilisce che gli enti locali devono essere coinvolti immediatamente nella gestione degli immobili abusivi.
Il giudice che emette la confisca può ordinare la demolizione degli immobili abusivi a spese del proprietario, mentre le procedure di cancellazione delle aziende inattive vengono semplificate.
È vietato assumere presso aziende confiscate persone legate ai destinatari della confisca, incluso chi è stato condannato per associazione mafiosa, anche in primo grado.
Le modifiche societarie delle imprese sequestrate saranno iscritte gratuitamente al registro delle imprese tramite tribunale o agenzia, così da favorire un riassetto più rapido.
I creditori prededucibili potranno essere soddisfatti prelevando dalle disponibilità patrimoniali dell’azienda confiscata.
Durante l’esame alla camera è stato esteso il termine di impugnazione delle misure personali da 10 a 30 giorni. Inoltre, i contributi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici potranno essere usati anche per gli immobili confiscati destinati agli enti locali.

Le novità contenute nel decreto segnano un deciso intervento legislativo verso una maggiore rapidità operativa nello sgombero degli immobili abusivi e più strumenti per la prevenzione di reati legati a terrorismo e mafie. Al tempo stesso, continuano le reazioni critiche da parte di associazioni e gruppi giuridici, facendo percepire un clima di forte tensione politico-sociale attorno al provvedimento.

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