La riforma della giustizia, uno dei temi chiave per Forza Italia, ha fatto un importante passo avanti con l’approvazione in prima lettura alla Camera. Il disegno di legge prevede modifiche significative all’ordinamento giurisdizionale, con particolare focus sulla separazione delle carriere dei magistrati, un argomento da sempre al centro del dibattito politico. Con l’obiettivo di ottenere l’approvazione anche al Senato prima della pausa estiva, la maggioranza si prepara a un confronto acceso con le opposizioni.
Modifiche al titolo IV della Costituzione
Il disegno di legge, intitolato “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, propone una revisione del Titolo IV della Costituzione italiana. La modifica fondamentale riguarda la distinzione tra le carriere dei magistrati requirenti, ovvero quelli che svolgono le indagini, e quelli giudicanti, che si occupano della fase decisionale nei processi. Questo intervento mira a garantire una maggiore autonomia e specializzazione all’interno della magistratura, dividendo chiaramente le responsabilità e i ruoli dei vari magistrati.
Per attuare questa separazione, il provvedimento prevede l’istituzione di due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. L’intento è di creare un sistema che possa garantire una gestione più mirata e specializzata delle carriere, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia del sistema giudiziario.
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Composizione e processo di selezione degli organi di autogoverno
La riforma stabilisce che la presidenza di entrambi i Consigli superiori sia attribuita al Presidente della Repubblica. All’interno della struttura, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione divengono membri di diritto. Questa scelta è stata pensata per conferire un alto livello di rappresentanza e autorità ai nuovi organi, rafforzando così il loro ruolo nell’ambito della magistratura.
Oltre ai membri fissi, il processo di selezione degli altri componenti avviene tramite estrazione a sorte. Un terzo di questi membri proviene da un elenco di professori e avvocati, compilato dal Parlamento in seduta comune, mentre gli altri due terzi vengono scelti tra magistrati giudicanti e requirenti. In aggiunta, i vicepresidenti di ciascun organo saranno eletti tra i componenti sorteggiati dall’elenco parlamentare, per garantire una distribuzione equilibrata e rappresentativa all’interno delle governance.
Istituzione dell’alta corte disciplinare
La riforma contempla anche la creazione dell’Alta Corte disciplinare, che avrà giurisdizione nei confronti dei magistrati, sia giudicanti che requirenti. Questa Corte di disciplina rappresenta un passo decisivo per l’applicazione di misure disciplinari e per il controllo della condotta dei magistrati. La composizione dell’Alta Corte prevede quindici giudici, selezionati attraverso un processo che coinvolge sia nomine dirette sia estrazioni a sorte.
In dettaglio, tre membri saranno nominati dal Presidente della Repubblica, mentre altri tre saranno estratti da un elenco predisposto dal Parlamento. Gli altri sei membri saranno selezionati tra i magistrati giudicanti che possiedono specifici requisiti, mentre i tre magistrati requirenti saranno scelti con lo stesso criterio di estrazione casuale. L’obiettivo di questa Alta Corte è quello di garantire l’imparzialità e la responsabilità, fondamentali nei meccanismi di controllo interno della magistratura.
Con la riforma, Forza Italia punta a stabilire un sistema giudiziario più chiaro e separato, cercando di rispondere alle richieste di maggiore trasparenza e responsabilità nel settore della giustizia.
La prossima sfida sarà il passaggio al Senato, dove le opposizioni hanno già preannunciato una battaglia a difesa dell’attuale stato delle cose, alimentando così un dibattito che si preannuncia animato.