Vertice straordinario a Doha tra Paesi Arabi e musulmani dopo attacco israeliano contro negoziatori Hamas

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Vertice a Doha tra Paesi arabi dopo attacco israeliano a negoziatori Hamas. - Gaeta.it

Sara Gatti

15 Settembre 2025

Nelle prossime ore si terrà a Doha un summit urgente tra rappresentanti dei Paesi arabi e musulmani, convocato a seguito di un attacco israeliano rivolto ai negoziatori di Hamas. La crisi ha spinto il Qatar a chiedere alla comunità internazionale una risposta severa contro Israele, accusato di crimini e di aver interrotto trattative importanti. L’evento ha spinto gli stati arabi a mostrare compattezza: l’Egitto ha inviato velivoli per sorvegliare l’incontro e ha coinvolto anche la Turchia nel confronto.

Convocazione del vertice a Doha e posizione del Qatar

Il vertice straordinario convocato a Doha risponde all’attacco condotto da forze israeliane contro delegati di Hamas impegnati in trattative di pace o cessate il fuoco. Il Qatar, che ospita l’incontro, ha presentato un documento con accuse severe nei confronti di Israele. Secondo Doha, l’operazione militare non solo costituisce un crimine, ma compromette in modo grave ogni possibilità di negoziato, danneggiando gli sforzi diplomatici per un’intesa duratura tra le parti in conflitto.

La richiesta principale avanzata dal Qatar riguarda l’adozione di sanzioni da parte della comunità internazionale per fermare la politica israeliana, giudicata responsabile del blocco dei processi di dialogo. Questo appello mira a coinvolgere attori globali affinché intervengano con misure restrittive, per impedire ulteriori azioni militari contro rappresentanti politici palestinesi.

Sostegno Degli Stati Arabi e sorveglianza aerea egiziana sul vertice

Il segnale di unità tra i Paesi arabi emerge con forza nella fase preparatoria e durante lo svolgimento del vertice. L’Egitto ha assunto un ruolo attivo: ha inviato propri aerei per sorvegliare dall’alto la zona dell’incontro a Doha, garantendo controllo e sicurezza per i partecipanti. Questo intervento sottolinea l’importanza attribuita all’evento nei circoli politici arabi, così come la determinazione a far prevalere una linea comune di risposta verso Israele.

Parallelamente, è stato coinvolto anche il governo turco, che per la prima volta negli ultimi tempi figura come parte dell’asse riunito per discutere della situazione in Medio Oriente. La partecipazione turca rappresenta un elemento di pressione diplomatica contro le mosse israeliane e un tentativo di costruire fronti di dialogo condivisi a livello regionale.

Avvertimento di Donald Trump a Netanyahu e posizione degli Stati Uniti

Dagli Stati Uniti sono arrivate dichiarazioni rivolte a Israele. Donald Trump, ex presidente e ancora figura influente, ha lanciato un messaggio di cautela a Benjamin Netanyahu, che nel frattempo ha visitato il Muro del Pianto insieme al segretario di Stato Usa Marco Rubio. Trump ha ricordato che il Qatar resta un alleato importante degli Stati Uniti e ha esortato Netanyahu a «stare attento», suggerendo possibili tensioni diplomatiche se la situazione dovesse peggiorare.

Nonostante il monito, secondo alcune fonti citate da agenzie di stampa, vi sarebbe una sostanziale apertura degli Stati Uniti sulla linea delle annessioni in Cisgiordania. In questo quadro, gli Usa mostrano un appoggio indiretto alle scelte territoriali israeliane, mantenendo un equilibrio politico complesso con alleati regionali.

Preparativi militari israeliani e contesto di tensione a Gaza

Le autorità israeliane hanno messo in allerta un massiccio schieramento militare, con centinaia di carri armati pronti a entrare nella Striscia di Gaza. Questo dispiegamento accompagna la fase diplomatica, indicando la volontà di Israele di mantenere un controllo militare sul territorio e di rispondere con la forza a possibili minacce provenienti da Hamas.

L’attacco ai negoziatori ha aumentato la tensione e alimentato una fase di crisi acuta, con il rischio di nuovi scontri armati. Il contesto internazionale osserva con attenzione, pur restando diviso sulle implicazioni politiche e strategiche della crisi mediorientale.

La giornata a Doha sarà decisiva per definire le mosse future dei Paesi arabi e musulmani e le reazioni internazionali all’aggressione israeliana contro i rappresentanti palestinesi. L’equilibrio tra tentativi diplomatici e pressioni militari rimane fragile.