Veronica Satti torna a raccontarsi dopo anni di silenzio, svelando dettagli della sua vita privata e delle sfide che ha affrontato con il disturbo borderline di personalità. Nel podcast “One more time” condotto da Luca Casadei, la figlia del cantante Bobby Solo ha parlato senza filtri delle difficoltà vissute, delle autolesioni e di un legame familiare complicato, offrendo uno spaccato concreto su un tema delicato spesso poco trattato.
Come si vive con il disturbo borderline: una testimonianza diretta
Veronica Satti ha condiviso nel podcast come il disturbo borderline abbia inciso profondamente sul suo benessere emotivo negli ultimi anni. Ha raccontato che i primi segnali sono emersi durante il liceo, con comportamenti di autolesionismo che sono durati per molto tempo, fino a circa due anni fa. Questi gesti, spesso praticati nascosti e in luoghi invisibili agli altri, erano legati alla necessità di alleviare un dolore emotivo intenso. “Mi tagliavo dove nessuno poteva vedermi”, ha detto, spiegando che in quei momenti sentiva quasi una sorta di sollievo o benessere temporaneo, che però veniva seguito da un ritorno ancora più forte del dolore emotivo.
La scoperta e la diagnosi
La diagnosi è arrivata nel 2019 dopo una serie di test psicologici e un percorso di psicoterapia. Veronica ha spiegato che per definire un disturbo borderline è necessario rispondere a nove criteri specifici, e lei si riconosceva in tutti. Ha descritto questa condizione come uno stato di sofferenza continuo associato a una mancata comprensione delle proprie emozioni, con alternanze tra momenti di forte disagio e improvvise esplosioni di euforia inspiegabile.
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Nel podcast ha ripercorso un episodio traumatico avvenuto circa due anni fa, durante un momento di crisi acuta, noto come ‘mental breakdown’. In quell’occasione si è rasata i capelli e ha assunto una dose elevata di codeina, arrivando a infliggersi ferite gravi. “Mi faccio tanto male”, ha ammesso, raccontando la disperazione vissuta in quel periodo. Al momento dell’intervista affermava però che la situazione era migliorata: “Adesso non è male”, ha detto, indicando uno stato emotivo meno drammatico rispetto al passato.
Il rapporto difficile con bobby solo
Nel corso della conversazione con Luca Casadei, Veronica Satti ha toccato anche il tema del rapporto tormentato con il padre, il cantante Bobby Solo. Si è soffermata su un episodio della sua adolescenza, quando a 13 anni chiese al padre di accompagnarla a casa della madre durante il primo ciclo mestruale. Il padre si arrabbiò e, senza mezzi termini, la lasciò davanti al portone della mamma, dichiarando che quello sarebbe stato l’ultimo incontro tra di loro. Da quel momento, Veronica ricorda di aver provato un forte senso di rifiuto e vergogna, interrogandosi sul motivo di quella reazione.
Il contesto familiare
Il contesto familiare è complesso. I genitori di Veronica si sono separati quando lei aveva solo 4 anni, e questa frattura ha segnato la sua crescita. Nel podcast la 34enne ha parlato di un affetto difficile da definire nel rapporto con il padre: “Era presente, a modo suo”, ha ricordato, ma ha aggiunto con chiarezza che lui non ha mai avuto un ruolo paterno vero e proprio nella sua vita. Questa dichiarazione riflette una realtà fatta di distanza e mancanza di supporto emotivo, che Veronica ha voluto mettere in luce senza reticenze.
In modo diretto ha precisato che, oggi, per lei il vero ruolo genitoriale appartiene a chi si assume la responsabilità di crescere un figlio: “Mio papà è il compagno di mia madre, Paolo, perché i figli sono di chi li cresce”. Questa affermazione indica un cambio di prospettiva legato all’esperienza personale e alla costruzione di una famiglia più complessa e non tradizionale.
Un dialogo aperto sul disagio emotivo e le relazioni familiari
L’intervista di Veronica Satti ha offerto uno spazio di confronto aperto su un tema ancora poco visibile in contesti pubblici come il disturbo borderline di personalità. Il racconto diretto e intimo illumina le difficoltà di chi lotta con questo disturbo, dal dolore nascosto all’autolesionismo e alla ricerca di aiuto attraverso la terapia. La testimonianza della cantante richiama a una realtà fatta di lotte quotidiane, sofferenze difficili da descrivere e momenti di crisi emotiva molto forti e visibili.
Parallelamente, la situazione familiare complicata ha contribuito a definire il suo percorso personale. Il distacco dal padre e il rapporto con la figura di riferimento del compagno della madre rappresentano nodi fondamentali nel suo racconto. La narrazione di Veronica evita idealizzazioni o drammatizzazioni e, con chiarezza, evidenzia la complessità dei legami affettivi quando le famiglie si allontanano dalla tradizionale struttura nucleare.
Questa testimonianza, emersa a distanza di anni dal primo silenzio, contribuisce a sensibilizzare sul tema della salute mentale e delle relazioni famigliari, ponendo l’attenzione sulla necessità di ascoltare, capire e accogliere storie di sofferenza che restano spesso invisibili sotto la superficie della vita pubblica.