Ventidue giovani, alcuni ancora minorenni, sono rimasti bloccati in una zona impervia della val di faè, in provincia di Belluno, mentre tentavano di completare un percorso escursionistico. L’intervento del soccorso alpino ha evitato conseguenze gravi, ma l’episodio evidenzia i rischi legati ai cambiamenti improvvisi delle condizioni del terreno in montagna. Ecco cosa è successo durante questa escursione organizzata da un gruppo scout della provincia di Cuneo.
L’itinerario e la difficoltà del sentiero nella val di faè
Il gruppo scout era partito la mattina di giovedì 25 luglio da Auronzo di Cadore con l’intenzione di attraversare il cason di ciampediei e raggiungere la tappa successiva a Vigo di Cadore. L’itinerario era scelto per offrire un percorso naturale e adatto a giovani escursionisti, ma la situazione è cambiata nel pomeriggio. Le recenti piogge avevano trasformato il sentiero in una superficie insidiosa, con fango che lo rendeva scivoloso e ripido.
Nel tardo pomeriggio, proprio in prossimità della val di faè, i ragazzi si sono trovati in difficoltà perché camminare in sicurezza era diventato impossibile. La ripidità del terreno unita al fango rallentava ogni passo e aumentava la possibilità di cadute. Alcuni del gruppo hanno iniziato a manifestare preoccupazione per la propria sicurezza, soprattutto i membri meno esperti o più giovani.
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Il fatto che l’area presentasse un terreno molto accidentato ha complicato ulteriormente la situazione. Il sentiero, anche se noto, si era reso praticamente impraticabile. La decisione di fermarsi e chiedere aiuto è arrivata quando è risultato chiaro che procedere avrebbe messo a rischio l’incolumità dei ragazzi.
Come è avvenuto l’intervento del soccorso alpino
Dopo la chiamata d’emergenza, una squadra del soccorso alpino del centro cadore si è attivata per raggiungere il gruppo bloccato. L’area in cui si trovavano i ragazzi è impervia, con pendenze elevate e difficile accesso. I soccorritori hanno dovuto individuare con precisione la loro posizione per poter organizzare un’azione efficace.
I tecnici hanno raggiunto i giovani a piedi, attrezzandosi per superare i tratti più pericolosi. Per facilitare la discesa hanno installato corde fisse lungo i punti più scivolosi, dove mantenere l’equilibrio era complicato. Il lavoro è stato svolto con cautela e pazienza, aiutando ogni ragazzo a controllare i passi senza rischi eccessivi.
La scelta di far percorrere al gruppo una via alternativa per la discesa ha evitato di dover affrontare nuovamente il sentiero reso impraticabile. Nel corso della serata, più viaggi in sequenza hanno accompagnato i ragazzi fino ai mezzi fuoristrada, permettendo il rientro in sicurezza.
L’accoglienza a lorenzago e la gestione della notte di emergenza
Arrivati a Lorenzago, i ragazzi completamente bagnati e provati hanno trovato accoglienza presso il tendone messo a disposizione dalla pro loco locale. Questo ha offerto un riparo essenziale per passare la notte in condizioni dignitose dopo un’esperienza faticosa.
La comunità di Lorenzago ha garantito bevande calde, coperte e un ambiente sicuro per il gruppo, riducendo lo stress accumulato durante la giornata. Il sostegno è arrivato sotto forma di un supporto pratico e umano che ha consentito agli scout di recuperare energie prima del ritorno a casa.
I volontari del soccorso alpino hanno portato a termine le operazioni solo dopo mezzanotte, assicurandosi che tutti fossero al sicuro. Lavorare in simili condizioni, con la responsabilità di proteggere minori e ragazzi inesperti, richiede preparazione e attenzione, dimostrate durante l’intervento.
Rischi e precauzioni negli itinerari montani per gruppi giovanili
L’episodio solleva l’attenzione sui rischi legati al camminare in montagna con gruppi giovani, soprattutto in zone soggette a cambiamenti rapidi del terreno. Un sentiero apparentemente sicuro al mattino può diventare pericoloso in poche ore, a causa di piogge e condizioni atmosferiche variabili.
Per chi organizza escursioni con minorenni è fondamentale valutare non solo il percorso, ma anche la possibilità di mutamenti improvvisi. La preparazione include conoscere l’ambiente, verificare le previsioni e prevedere piani alternativi per la sicurezza.
Il ruolo della risposta rapida in caso di emergenza si rivela cruciale in questi contesti. Il soccorso alpino dimostra ancora una volta di poter intervenire con prontezza e professionalità, riducendo al minimo i danni e limitando il rischio di infortuni.
Questo evento ricorda quanto sia importante rispettare la montagna, affrontarla con consapevolezza e rispetto per le sue insidie. Una buona organizzazione, insieme al supporto delle realtà locali, può fare la differenza in situazioni di difficoltà.