Negli ultimi giorni la Striscia di Gaza ha registrato episodi di violenza e tensione legati agli aiuti umanitari e alle operazioni militari. Un attacco vicino a un centro di distribuzione cibo ha provocato decine di vittime, mentre nel sud si segnalano azioni di milizie palestinesi e reazioni da parte delle forze israeliane. Al contempo, arrivano nuovi carichi di aiuti nella regione, in un quadro complesso che coinvolge guerra, sicurezza e crisi umanitaria.
Sparatoria vicino al centro di distribuzione della gaza humanitarian foundation
Circa venti persone hanno perso la vita e molte altre sono rimaste ferite in un’area vicina a uno dei punti di consegna alimentare gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation . L’episodio si è verificato nei pressi del Corridoio Netzarim, che divide la Striscia di Gaza in due parti, nord e sud. Secondo i media palestinesi, i feriti e i morti si trovavano vicino al centro poco prima dell’orario previsto per l’apertura della distribuzione delle scorte alimentari.
Le forze di difesa israeliane hanno contestato le testimonianze, riferendo di aver sparato solo colpi di avvertimento contro palestinesi che si stavano avvicinando ai militari, definiti una minaccia. L’esercito israeliano ha precisato che l’area era considerata “zona di combattimento attiva” e che i militanti hanno ignorato ripetuti avvisi di non entrare. Le Idf stanno indagando sull’evento, ma hanno dichiarato che il numero dei morti riportato dai giornali palestinesi non corrisponde alle informazioni in loro possesso.
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L’accaduto ha provocato ulteriori tensioni lungo il confine di Gaza, mentre aumentano i timori per la sicurezza dei civili nel corridoio di Netzarim, già teatro di scontri in passato. Le fonti palestinesi sostengono che la presenza dei civili in quell’area fosse legata proprio alla distribuzione degli aiuti, che resta fondamentale per chi si trova nell’enclave sotto assedio.
Uccisione di cinque uomini di hamas a khan yunis e il ruolo della milizia di yasser abu shabab
Nel sud della Striscia di Gaza, a Khan Yunis, cinque combattenti di Hamas sono stati uccisi durante un raid condotto da elicotteri israeliani. A riferirlo sono fonti locali e il quotidiano israeliano Haaretz, che ha collegato l’attacco a una milizia palestinese guidata da Yasser Abu Shabab. Questa formazione, autodefinitasi “Servizio antiterrorismo”, opera soprattutto nella zona orientale di Rafah e si è distinta per attività criminali e saccheggi di aiuti umanitari, come ricostruito dai media nei mesi scorsi.
Yasser Abu Shabab proviene da una famiglia beduina di Rafah e risulta coinvolto in conflitti interni a Gaza, che vedono fazioni rivali competere per controllo e risorse. L’attacco che ha portato alla morte degli uomini di Hamas sottolinea nuovamente la frammentazione interna palestinese, con scontri anche tra gruppi considerati alleati nell’opposizione a Israele.
Questo episodio si inserisce in un contesto dove le autorità israeliane denunciano la presenza di milizie legate a organizzazioni come Isis, accusate di volersi radicare nella fasce più instabili dell’enclave.
Accuse di avigdor lieberman sulle forniture di armi a fazioni criminali a gaza
Giovedì scorso il parlamentare israeliano Avigdor Lieberman, già ministro della difesa, ha lanciato dichiarazioni pesanti sulla dinamica degli armamenti nella Striscia di Gaza. In un’intervista alla radio Kan Bet ha sostenuto che Israele avrebbe fornito armi leggere e fucili d’assalto a gruppi criminali palestinesi riconducibili all’Isis. Secondo Lieberman, l’operazione sarebbe stata decisa senza coinvolgere il Gabinetto di Sicurezza, su ordine diretto di Benjamin Netanyahu.
Lieberman ha espresso preoccupazione perché le armi consegnate rischierebbero di essere usate contro lo stesso Israele in futuro. Il governo israeliano, attraverso l’ufficio del primo ministro, ha respinto l’accusa, dichiarando che tutti gli sforzi sono volti a indebolire Hamas usando diversi mezzi, raccomandati dagli esperti di sicurezza.
Questa tensione politica si intreccia con l’emergenza sicurezza già presente nella Striscia e con la difficoltà di distinguere tra fazioni armate, criminalità e forze militari. Le rivelazioni di Lieberman alimentano una discussione interna sulle strategie israeliane nella gestione del conflitto e della sicurezza lungo il confine.
Arrivi di aiuti umanitari e la situazione delle forniture nella striscia di gaza
Il Coordinatore israeliano delle attività governative nei Territori ha confermato che 62 camion carichi di aiuti umanitari hanno attraversato il confine per raggiungere la Striscia di Gaza. Il flusso di merci è ripreso lo scorso 19 maggio, dopo una sospensione durata oltre tre mesi, iniziata il 2 marzo. Secondo i dati raccolti dalle autorità di Tel Aviv, da allora sono entrati 1.351 camion con cibo e materiali di prima necessità.
Una parte significativa di questi carichi si è diretta ai centri di distribuzione gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, che opera per portare aiuti ai civili in difficoltà. Il passaggio delle forniture è cruciale per la sopravvivenza degli abitanti di Gaza, dove le condizioni restano critiche a causa dell’assedio e degli scontri prolungati.
Il continuo arrivo di viveri evidenzia la volontà, almeno ufficiale, di mantenere una linea di sostegno umanitario nonostante il conflitto. Resta aperta la questione della sicurezza durante le consegne e dell’accesso libero e sicuro agli aiuti, che spesso sono ostacolati dalle tensioni militari e politiche nella regione.