La regione Abruzzo ha deciso di intervenire sulla produzione di vino per la vendemmia 2025, imponendo un blocco parziale delle quantità di uva da immettere sul mercato. La misura riguarda specificamente alcune denominazioni e categorie di vino tipiche del territorio. L’obiettivo è gestire gli eccessi produttivi per evitare squilibri nella domanda e nell’offerta, con effetti sul prezzo e sulla qualità percepita.
limitazioni alla produzione di Montepulciano d’Abruzzo DOC per il 2025
Per la vendemmia 2025, la regione ha stabilito che per il Montepulciano d’Abruzzo DOC la resa massima di uva da raccogliere per ettaro sarà ridotta rispetto agli standard previsti dal disciplinare. Invece dei 150 quintali per ettaro consentiti, si potranno rivendicare fino a 110 quintali, corrispondenti a circa 77 ettolitri di vino per ettaro. La parte di produzione eccedente questa soglia, circa 40 quintali per ettaro, dovrà essere bloccata e tenuta in cantina.
Condizioni del blocco produttivo
Il vino messo sotto blocco non potrà essere né certificato né venduto fino almeno al 30 settembre 2027. Le aziende che dimostrano di aver utilizzato almeno il 70 percento della propria quota disponibile per il 2025 possono però chiedere lo sblocco delle quantità vinificate. Questa procedura di sblocco è individuale, quindi vengono esaminate le richieste delle singole cantine anziché gestite a livello regionale.
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Questa limitazione nasce dal tentativo di evitare che un’offerta troppo abbondante faccia crollare i prezzi o condizioni la percezione di qualità del Montepulciano d’Abruzzo DOC. Dopo anni di fluttuazioni, si cerca così di mantenere un equilibrio più stabile tra domanda e offerta per proteggere il valore commerciale della denominazione.
restrizioni analoghe per vini igt Terre Abruzzesi e altre denominazioni locali
La riduzione delle rese riguarda anche altre tipologie di vino a indicazione geografica tipica , come Terre Abruzzesi o d’Abruzzo, Colli Aprutini, Colline Pescaresi, Colli del Sangro, Colline Frentane, Colline Teatine, del Vastese o Histonium, Terre di Chieti e Pecorino. Per questi vini la nuova soglia produttiva massima è fissata a 180 quintali per ettaro, inferiore ai 220 quintali indicati dal disciplinare.
Dettagli sul blocco delle quantità
La differenza tra la resa disciplinare e quella autorizzata, pari a 40 quintali per ettaro, dovrà essere posta sotto blocco fino al 30 settembre 2026. Anche in questo caso, la quantità bloccata non potrà essere messa in vendita o certificata. La misura non coinvolge i vini biologici certificati né le aziende verticali che imbottigliano interamente la produzione propria.
Questa norma si applica per contenere l’eccesso produttivo, assicurare il corretto equilibrio commerciale e evitare saturazioni di mercato. Le denominazioni interessate rappresentano una quota importante della produzione vitivinicola abruzzese, quindi la decisione ha un impatto significativo sulla gestione generale della campagna vinicola 2025.
Contesto normativo e motivazioni politiche alla base del blocco produttivo
La decisione regionale si basa sull’attivazione dell’articolo 39, commi 2 e 4, della legge 238 del 2016. Questa norma consente alle regioni di intervenire sulla gestione produttiva, introducendo misure temporanee per far fronte a squilibri congiunturali del mercato del vino. L’intento è sostenere l’ordine del settore evitando che una sovrapproduzione impatti negativamente sulla domanda e sui prezzi.
Il ruolo di principali attori istituzionali
A richiedere questo intervento è stato il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. La delibera è stata discussa e approvata in un tavolo tecnico convocato dall’assessore all’agricoltura regionale Emanuele Imprudente. Al confronto hanno partecipato le principali organizzazioni agricole e rappresentanti delle cooperative.
Secondo Imprudente, “mantenere sotto controllo la quantità di vino immesso sul mercato contribuisce a consolidare la reputazione delle denominazioni abruzzesi, riconosciute per il livello qualitativo crescente.” La gestione della produzione aiuta a difendere il posizionamento commerciale sia a livello nazionale che internazionale, aspetto diventato sempre più rilevante negli ultimi anni.
Reazioni e obiettivi espressi dal consorzio tutela vini d’abruzzo
Il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi, ha spiegato che negli ultimi anni si è ottenuto un miglioramento nella percezione commerciale del Montepulciano d’Abruzzo DOC grazie al dialogo con la regione e le organizzazioni agricole. La prospettiva di una vendemmia 2025 ricca, sia per quantità che qualità, ha portato a confermare l’applicazione dell’articolo 39 anche quest’anno.
Nicodemi ha sottolineato che “impostare questo blocco aiuta a tenere in equilibrio il rapporto tra domanda e offerta.” Inoltre, la novità rispetto al passato è che le singole aziende possono chiedere lo sblocco della produzione qualora superino certe soglie di utilizzo del proprio vino, anziché delegare questa decisione interamente a livello regionale.
L’approccio mantiene quindi una certa flessibilità per le realtà produttive più attive, garantendo al contempo un controllo collettivo sulle quantità immessi in commercio. Questa strategia riflette la volontà di preservare sia le caratteristiche organolettiche del vino abruzzese sia la sostenibilità economica delle aziende coinvolte.