Vecchio caveau del Banco Di Napoli a Torino trasformato in bunker antiatomico secondo gli standard svizzeri

Vecchio Caveau Del Banco Di Na

Vecchio caveau torinese convertito in bunker antiatomico secondo standard svizzeri. - Gaeta.it

Armando Proietti

12 Settembre 2025

Un ex caveau torinese del Banco di Napoli sta per cambiare volto. Vertico, gruppo nato nel capoluogo piemontese dieci anni fa, ha deciso di convertire questo spazio in un bunker antiatomico. Il progetto punta a mantenere inalterata la struttura originaria, rinforzandola con tecnologie di protezione avanzate. Questa operazione colma un vuoto presente in Italia, dove rifugi simili sono rari rispetto ad altri paesi europei.

Il caveau del banco di Napoli: storia e caratteristiche strutturali

Situato all’angolo tra Via Vittorio Alfieri e Via Arsenale a Torino, il caveau era una cassaforte preziosa per il Banco di Napoli. Costruito prima del 1927, ha resistito ai bombardamenti di quell’anno mantenendo intatta la sua struttura, un imponente involucro in calcestruzzo armato spesso circa un metro e mezzo. Per anni ha ospitato gli oggetti più importanti dell’istituto bancario, vantando pareti spesse e robuste che ne garantivano sicurezza estrema.

La riqualificazione prevista non prevede demolizioni. Si punta a conservare questa struttura, integrandola però con sistemi moderni per la sopravvivenza in caso di emergenze nucleari o chimiche. Il materiale resistente e la forma angolare del sito lo rendono ideale per la trasformazione in rifugio antiatomico. Trattandosi di un bene storico, l’intervento rispetta la solidità originaria, preservandone la memoria oltre a trasformarne l’uso.

Tecnologie e sistemi integrati per un bunker secondo norme svizzere

Il bunker sarà dotato di porte anti-radiazione progettate per resistere a impulsi chimici e nucleari. L’impianto di ventilazione è autonomo e dotato di filtri a carboni attivi NBC . Tale sistema ripulisce l’aria al 99,9% da particelle radioattive, virus e batteri. Questo permette di mantenere condizioni interne sicure in caso di contaminazione esterna.

Il bunker offre autonomia elettrica e idrica, con acqua potabile disponibile per almeno un mese. L’ambiente può ospitare fino a dodici persone senza necessità di uscire per rifornimenti. Disponibili spazi flessibili, su misura per esigenze di vita: cucine, camere matrimoniali, soggiorni e sistemi multimediali. La sicurezza è ulteriormente supportata da stanze di decontaminazione, serre idroponiche e aree per equipaggiarsi con tute anticontaminazione, maschere e filtri.

All’interno è previsto pure un ascensore segreto che collega il piano attico con il bunker, offrendo una via di accesso riservata e protetta. Non manca una cantinetta per i vini con capienza fino a trenta bottiglie, dimostrando come la funzione possa conciliare sicurezza e comfort.

La scarsità dei bunker in Italia e gli interessi internazionali

Questo bunker torinese è uno dei pochi presenti nel territorio nazionale. A differenza di Finlandia o Svezia, dove rifugi antiatomici sono obbligatori o ampiamente diffusi, l’Italia conta solo poche strutture analoghe. In Finlandia, rifugi sono obbligatori nelle costruzioni ampie, mentre in Svezia ne esistono decine di migliaia capaci di ospitare milioni di persone.

Vertico ha ricevuto manifestazioni di interesse da investitori internazionali, provenienti da luoghi come il Principato di Monaco e gli Emirati Arabi Uniti, attratti dalla rarità di queste costruzioni in Italia. Altri bunker noti nel paese sono riservati a visite turistiche, come quello sotterraneo di Villa Torlonia a Roma e il Buker Breda a Milano.

Un progetto in corso nella provincia di Brescia prevede la creazione di un villaggio bunker sotterraneo concepito come micro-città antiatomica, ampliando l’offerta di rifugi in Italia e introducendo nuove soluzioni abitative di sicurezza.

Il recupero dell’ex caveau torinese testimonia così un nuovo interesse sul territorio italiano per spazi protettivi, accostando tecnologia e storia, in un contesto globale di preoccupazioni sulla sicurezza e la sopravvivenza in caso di eventi estremi.