Valle d’Aosta, bocciata proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito ma approvato appello al parlamento

Valle d’Aosta, bocciata proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito ma approvato appello al parlamento

Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta boccia la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, approvando invece una risoluzione che invita il Parlamento italiano a intervenire con una normativa nazionale chiara.
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Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha respinto una proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, approvando però una risoluzione che invita il Parlamento italiano a intervenire per una regolamentazione nazionale del tema. - Gaeta.it

La Valle d’Aosta ha visto un ultimo voto parlamentare acceso sul tema del suicidio medicalmente assistito, con il Consiglio regionale che ha messo fine alla legislatura rigettando una proposta di legge avanzata da Progetto Civico Progressista e ispirata al modello dell’associazione Luca Coscioni. Lo scontro ha registrato un forte numero di astensioni e pochi favorevoli alla proposta. Al contrario, una risoluzione che invita il Parlamento italiano a intervenire sulla questione è stata invece approvata con un largo consenso.

Il voto finale in consiglio regionale e la proposta bocciata

Nell’ultima seduta tenutasi nel 2025, su un totale di 34 consiglieri, la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito non ha raccolto abbastanza consensi e si è chiusa con 27 astensioni e appena 7 voti favorevoli. La proposta era stata presentata a febbraio 2024 da Progetto Civico Progressista, gruppo che aveva cercato di introdurre in Valle d’Aosta una normativa sul tema in linea con le richieste portate avanti dall’Associazione Luca Coscioni, nota per la sua attività sulle libertà civili e i diritti legati al fine vita.

Il testo in discussione puntava a regolamentare in modo chiaro e sicuro l’accesso al suicidio assistito per le persone che soffrono di condizioni irreversibili e dolorose. All’interno della maggioranza, però, non si è trovato accordo, con gran parte dei consiglieri che hanno preferito astenersi invece di appoggiare o respingere formalmente la proposta. Le astensioni sono risultate determinanti nel bloccare l’iter legislativo del provvedimento, lasciando di fatto la Valle d’Aosta senza una norma autonoma in materia.

La posizione dei gruppi politici in consiglio regionale

Il voto ha messo in evidenza una divisione politica netta sul tema. Hanno votato a favore la totalità dei consiglieri di Progetto Civico Progressista, una parte del Partito Democratico e un singolo esponente di Pour l’Autonomie. La maggioranza degli altri gruppi, tra cui Lega e Forza Italia, si sono astenuti, manifestando una posizione di prudenza o contrarietà implicita. Non ci sono stati voti contrari espliciti, segnale di una volontà di non prendere una posizione netta in un tema così delicato e complesso.

Queste divisioni riflettono un dibattito più ampio che attraversa la politica nazionale ed europea sul fine vita, tra questioni morali, legali e soluzioni mediche. Il caso valdostano mostra come, in assenza di una legge nazionale adeguata, le regioni debbano affrontare sfide anche sul piano legislativo, spesso con risultati incerti.

L’approvazione della risoluzione e l’appello al parlamento

Di fronte alla bocciatura della proposta di legge, il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione che invita formalmente il Parlamento italiano a intervenire per regolare la materia. Il testo ha ricevuto 23 voti favorevoli su 32 presenti, mentre Lega e Forza Italia sono rimaste nuovamente astenute. Questa risoluzione rappresenta un chiaro segnale di indirizzo politico rivolto al legislatore nazionale, sottolineando la necessità di legificare in modo uniforme il suicidio assistito.

L’iniziativa del Consiglio valdostano si inserisce nel dibattito nazionale, dove la legge in materia continua a mancare nonostante le richieste provenienti da vari territori e associazioni civili. Il messaggio dell’aula regionale si rivolge quindi a Roma, con la speranza di avviare un processo di legislazione che tenga conto delle condizioni e dei diritti di chi si trova a convivere con malattie gravi.

Il contesto nazionale e i riflessi in valle d’aosta

In Italia, la normativa sul fine vita resta frammentata, con alcune sentenze della Corte costituzionale che hanno aperto alla possibilità del suicidio assistito ma senza una legge specifica che ne disciplini i dettagli. Nel frattempo, molte regioni sollecitano il Parlamento a intervenire per colmare questo vuoto normativo, su temi che riguardano spesso scelte molto personali e situazioni di sofferenza prolungata.

La Valle d’Aosta segue questa linea con una posizione attenta ma non univoca. L’esito del voto dimostra la complessità politica e sociale della materia e l’assenza di un consenso ampio su come procedere. La proposta del febbraio 2024, fatta propria da un gruppo parlamentare regionale, ha aperto il dibattito ma senza riuscire a tradursi in normativa.

Si attende quindi una risposta da Roma capace di fornire regole chiare e applicabili per tutte le regioni italiane, compresa quella autonoma della Valle d’Aosta. Questo episodio conferma come il tema del suicidio medicalmente assistito resterà al centro dell’agenda pubblica e politica nel prossimo futuro.

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