Un uomo intorno ai 60 anni si è tuffato nel Naviglio Grande a Milano nel tardo pomeriggio di ieri. Dopo essersi immerso per un bagno o forse a causa di un disagio psicologico, ha accusato un malore. Le forze dell’ordine e il personale sanitario sono intervenuti rapidamente per salvargli la vita.
Il tuffo nel naviglio grande e l’allarme lanciato dai passanti
L’episodio si è verificato poco dopo le 18.30 in viale Gorizia. L’uomo, senza documenti, si è spogliato e si è gettato nell’acqua del Naviglio Grande. La presenza di numerosi passanti ha attirato l’attenzione sulla sua azione. Dopo qualche minuto hanno cominciato a notare che qualcosa non andava. L’uomo ha iniziato a mostrare segni di difficoltà, ed è stata una donna a urlare attirando le attenzioni delle persone intorno.
Quel rapido intervento ha fatto scattare la chiamata alla polizia locale, che dispone di un’unità fluviale dedicata proprio alla sicurezza della Darsena e dei navigli milanesi. Gli agenti sono arrivati sul posto velocemente, notando l’uomo in difficoltà nell’acqua.
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L’intervento della polizia locale e il soccorso
La polizia fluviale ha tirato fuori l’uomo dall’acqua, che nel frattempo aveva perso quasi conoscenza. Gli agenti hanno subito iniziato la rianimazione cardiopolmonare, una manovra fondamentale per mantenere i parametri vitali fino all’arrivo dei medici del 118. Le tecniche di soccorso della polizia locale sono state decisive per stabilizzare il paziente.
Questo tipo di intervento rapido è cruciale in casi di annegamento o malori in acqua. La loro presenza costante sulla Darsena fa parte di un lavoro di vigilanza che ha lo scopo di prevenire incidenti e garantire un supporto immediato in situazioni di emergenza.
Le condizioni dell’uomo e il trasporto all’ospedale niguarda
Dopo la rianimazione sul posto, i medici del 118 hanno stabilizzato l’uomo e lo hanno trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda di Milano. È arrivato con codice rosso, indicazione che segna una situazione di pericolo di vita.
Le cause precise del malore non sono ancora definitive. Non è chiaro se l’uomo avesse scelto di fare il bagno o se fosse in preda a problemi psicologici. Anche il fatto che fosse privo di documenti rende più difficile una rapida identificazione e comprensione del suo stato.
All’ospedale Niguarda ora sarà possibile monitorare il suo stato e intervenire sulla base delle necessità mediche riscontrate. L’episodio ha richiamato l’attenzione sulla sicurezza nelle aree fluviali urbane e sull’importanza di una presenza attiva delle forze dell’ordine nei navigli milanesi.