Uomo di Ladispoli fermato per incendi a sedi pubbliche a Roma: dagli uffici Rai al ministero

Uomo di Ladispoli fermato per incendi a sedi pubbliche a Roma: dagli uffici Rai al ministero

Un uomo di 43 anni senza fissa dimora è stato arrestato a Ladispoli per aver appiccato incendi in sedi pubbliche di Roma, tra cui Rai e Ministero della Giustizia, per rancore verso le istituzioni.
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Un uomo di 43 anni è stato arrestato a Ladispoli per aver appiccato incendi in diverse sedi istituzionali di Roma, motivato da rancore verso le forze di polizia e la magistratura. - Gaeta.it

Un cittadino italiano di 43 anni senza fissa dimora è stato bloccato a Ladispoli nel pomeriggio di venerdì 25 luglio con l’accusa di aver appiccato diversi incendi nelle sedi pubbliche di Roma. Le fiamme sono divampate contemporaneamente al centro di importanti istituzioni come la Rai, il Consiglio Superiore della Magistratura, il Ministero di Grazia e Giustizia e il Commissariato Viminale. L’uomo avrebbe nutrito rancore verso le istituzioni di polizia e giudiziarie, a seguito di procedimenti penali a suo carico. Questa serie di atti criminali ha richiesto un intervento rapido e coordinato da parte delle forze di polizia.

Dettagli sugli incendi e il movente dell’uomo fermato

Gli incendi sono stati appiccati nel corso della giornata di giovedì 24 luglio, concentrandosi sulle sedi di enti pubblici situate nel centro di Roma. Il detenuto, secondo le indagini, si sarebbe mosso in più zone della città provocando danni mirati, apparentemente mossi da un risentimento personale contro le forze di polizia e il sistema giudiziario. Questo rancore sarebbe nato dopo un processo a suo carico per reati quali violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e lesioni personali.

Un episodio che ha acceso ulteriormente la sua ostilità è datato 9 luglio, quando presentò un esposto alla polizia, manifestando in tal modo una contrapposizione diretta verso le autorità. Le indagini hanno puntato subito su di lui dopo aver collegato i diversi episodi di incendio avvenuti in zone frequentate da questi enti statali, considerando la natura e i luoghi colpiti.

Modus operandi e cronologia degli incendi nella giornata del 24 luglio

L’uomo ha dato fuoco a più punti strategici a Roma nel pomeriggio e nella serata. Il primo rogo è partito nei pressi della sede RAI di viale Mazzini, dove è stato incendiato un pezzo di legno, che ha poi innescato un incendio a un arbusto vicino alla recinzione esterna. Le fiamme sono state segnalate tempestivamente e contenute senza gravi conseguenze.

Successivamente, nella serata, si è spostato verso il Ministero della Giustizia, in via Arenula. Qui ha posizionato sotto un’auto di servizio una busta contenente materiale infiammabile, che ha dato alle fiamme danneggiando parzialmente il veicolo. Il pronto intervento della polizia penitenziaria ha impedito che il rogo si propagasse a zone più estese.

Sempre nella stessa giornata, all’esterno della sede del Consiglio Superiore della Magistratura, in piazza Indipendenza, l’uomo ha acceso un fuoco utilizzando una busta contenente bottiglie e lattine. Anche questo incendio è stato domato in tempo. Infine, davanti al commissariato di polizia Viminale, ha provocato un incendio che ha danneggiato un veicolo con colori d’istituto, spento grazie all’arrivo immediato delle forze dell’ordine presenti sul posto.

Indagini della polizia e arresto a ladispoli

Gli agenti della DIGOS della questura di Roma hanno lavorato velocemente per collegare gli episodi e individuare il responsabile. L’indagine si è basata anche su filmati di videosorveglianza raccolti da diversi punti cittadini, che hanno permesso di ricostruire i movimenti del sospettato durante le azioni. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine, e aveva attirato l’attenzione il 10 luglio, quando arse alcune sterpaglie davanti al Ministero della Giustizia: un atto minore che aveva suscitato l’intervento di due turisti, che contribuirono a spegnere il fuoco.

Venerdì 25 luglio, le forze dell’ordine lo hanno individuato in un parco a Ladispoli mentre cercava di disfarsi dei vestiti usati durante gli incendi, nascondendoli nel suo zaino. Questo dettaglio ha confermato la continuità delle azioni criminose e la sua volontà di nascondere le prove.

Gli accertamenti scientifici sono proseguiti con sopralluoghi al commissariato Viminale, dove è stata recuperata una bottiglia parzialmente bruciata, presumibilmente utilizzata per l’incendio. Tale materiale è stato sequestrato dagli investigatori.

Dopo le formalità di rito, il 43enne è stato portato nel carcere di Civitavecchia, in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.

Procedura giudiziaria e stato dell’indagine

L’uomo è attualmente indagato durante le indagini preliminari, che procedono con la supervisione della procura di Civitavecchia. Il fermato mantiene lo status di innocente fino alla eventuale condanna definitiva.

Questo caso evidenzia la rapidità con cui le forze di polizia hanno risposto agli atti incendiari, evitando danni più gravi a sedi cruciali dello Stato. L’analisi delle immagini e il lavoro dei reparti specializzati hanno permesso di bloccare in breve tempo un soggetto pericoloso, impegnato in diverse azioni di disturbo nei confronti degli organi istituzionali di Roma.

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