Università Mediterranea di Reggio Calabria: 27 rinvii a giudizio per concorsi pilotati e corruzione

Università Mediterranea di Reggio Calabria: 27 rinvii a giudizio per concorsi pilotati e corruzione

Scandalo all’Università Mediterranea di Reggio Calabria: 27 rinvii a giudizio, tra cui due ex rettori, per corruzione e irregolarità nella gestione dei concorsi e delle risorse pubbliche.
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Università Mediterranea di Reggio Calabria: 27 rinvii a giudizio per concorsi pilotati e corruzione - Gaeta.it

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria è al centro di uno scandalo che ha portato a rinvii a giudizio per 27 individui, inclusi due ex rettori. L’inchiesta ha svelato presunti comportamenti illeciti legati a concorsi manipolati, irregolarità nella gestione degli appalti e uso improprio delle risorse dell’ateneo. La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare Irene Giani, chiudendo un capitolo critico dell’indagine avviata dalla Guardia di Finanza con il supporto della Procura di Reggio Calabria.

L’inchiesta e i rinvi del giudice

La vicenda ha radici profonde, affondando nell’inchiesta “Magnifica” orchestrata dalla Guardia di Finanza. I reati contestati includono la creazione di un’associazione a delinquere finalizzata a danneggiare la pubblica amministrazione. Tra i rinviati a giudizio ci sono i due ex rettori, Pasquale Catanoso e Marcello Zimbone, accusati di corruzione aggravata, favoreggiamento personale, falso e peculato. Zimbone si trova anche a dover rispondere di omissione d’atti d’ufficio.

Oltre ai due ex rettori, l’elenco degli imputati si allunga fino a includere 25 altre persone, tra cui docenti, personale amministrativo e dipendenti universitari. La fase preliminare ha portato anche a una significativa decisione di proscioglimento per 13 imputati; dodici di loro sono stati esclusi dal processo poiché accusati di abuso d’ufficio, un reato che non è più perseguibile secondo la legge attuale.

Le accuse ai danni degli ex rettori

Le accuse contro Pasquale Catanoso e Marcello Zimbone dipingono un quadro preoccupante sulla gestione dell’Università Mediterranea. Particolare attenzione è stata rivolta al comportamento di Catanoso, che è stato accusato di utilizzare le risorse economiche dell’ateneo per fini personali. Il giudice per le indagini preliminari ha espresso incredulità di fronte a tali abusi, sottolineando una evidente mancanza di rispetto verso le istituzioni. La sua condotta suscita preoccupazioni anche per il ruolo chiave dell’università nel promuovere la cultura e lo sviluppo economico del territorio.

Nel corso di un’ordinanza di interdizione emessa aprile 2022, il giudice ha descritto il contesto in cui sono emerse le irregolarità come “disarmante“. Le accuse sembrano suggerire una pressione sistematica sull’operato dell’amministrazione e un uso distorto delle risorse pubbliche.

Il processo e le aspettative future

Con una data fissata per il 28 marzo 2025, il processo rappresenterà un’occasione cruciale per fare luce su questioni delicate e per ristabilire la fiducia nell’Università Mediterranea. La comunità accademica e la cittadinanza attendono con interesse l’esito delle udienze, sperando in un chiarimento e una risoluzione delle problematiche sollevate dall’inchiesta. I legami tra istituzione pubblica e scelte personali dei dirigenti universitari pongono interrogativi sulla futura trasparenza e sull’impegno a ripristinare un clima di legalità e fiducia all’interno dell’ateneo.

Mentre il caso si evolve, l’attenzione rimane alta su come le autorità intendono affrontare questa situazione e quali misure saranno adottate per garantire che gli episodi di corruzione e irregolarità non si ripetano in futuro.

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