Unicredit richiede la riapertura del procedimento sul golden power dopo la sospensione dell’ops su Banco Bpm

Unicredit richiede la riapertura del procedimento sul golden power dopo la sospensione dell’ops su Banco Bpm

Unicredit chiede alla Presidenza del Consiglio la riapertura del procedimento sul golden power dopo la sospensione dell’offerta pubblica di scambio da parte della Consob, contestando il blocco sull’acquisizione di Banco Bpm.
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Unicredit ha chiesto la riapertura del procedimento sul golden power imposto dallo Stato per bloccare l’acquisizione di Banco Bpm, contestando la sospensione dell’offerta pubblica di scambio decisa dalla Consob. - Gaeta.it

Unicredit ha presentato un documento ufficiale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per chiedere la riapertura del procedimento legato all’applicazione del golden power sul tentativo di acquisizione di Banco Bpm. La richiesta è arrivata subito dopo la sospensione dell’offerta pubblica di scambio decisa dalla Consob. L’istituto intende tutelare i propri diritti senza accettare in pieno il provvedimento in corso.

Richiesta di autotutela e strategia di Unicredit

Secondo quanto si legge nella delibera della Consob, Unicredit ha inoltrato un’istanza di autotutela in cui si precisa che la banca non fa acquiescenza al golden power imposto dal governo. L’istanza chiede di riaprire il procedimento, lasciando aperta la possibilità di azioni legali future per difendere i propri interessi. Questo documento rappresenta un passo formale di opposizione a una misura che limita la strategia di acquisizione di Banco Bpm.

Il golden power è uno strumento con cui lo Stato può intervenire in operazioni societarie considerate di interesse strategico nazionale, bloccando o imponendo condizioni. Nel caso di Unicredit, il governo ha attivato tale potere per mettere un freno alla scalata su Banco Bpm ritenuta delicata. La richiesta di riaprire il procedimento mostra come la banca intenda contestare questa decisione.

Sospensione dell’offerta pubblica di scambio da parte della consob

La Consob ha sospeso l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco Bpm, bloccando momentaneamente il processo di acquisizione. La sospensione si è resa necessaria dopo l’attivazione del golden power, che ha complicato la trattativa e ha imposto condizioni più restrittive. Il regolatore ha deciso di fare un passo indietro, mantenendo la posizione di controllo sulla correttezza dell’operazione.

Questo intervento ha di fatto congelato l’ops, rallentando la possibile nascita di una nuova realtà bancaria che avrebbe unito i due istituti. L’effetto sul mercato è stato immediato: molti osservatori si sono chiesti se la fase di negoziazione sarebbe ripartita o se la decisione dello Stato segnasse una battuta d’arresto definitiva per Unicredit. Nel frattempo la banca ha scelto la strada della tutela legale.

Scenari futuri per unicredit e banco bpm

La situazione apre scenari complessi per il settore bancario italiano. La battaglia tra Unicredit e lo Stato sulle condizioni di acquisizione di Banco Bpm riguarda il controllo di una parte significativa del sistema creditizio nazionale. Se il procedimento verrà riaperto, si attendono nuovi sviluppi nei prossimi mesi, con la possibilità di ulteriori confronti tra istituti e governo.

Banco bpm al centro dell’attenzione

Banco Bpm resta al centro di attenzione, in attesa che la sospensione venga revocata o confermata. Le mosse di Unicredit nei tribunali e nelle sedi istituzionali potrebbero delineare un nuovo quadro operativo. I mesi a venire saranno cruciali per capire se la fusione potrà procedere o se dovrà essere abbandonata, con conseguenze anche sui clienti e gli azionisti. Lo scenario resta in evoluzione.

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