Una rete sismica per potenza: il progetto per monitorare il rischio e la sicurezza urbana entro il 2026

Una rete sismica per potenza: il progetto per monitorare il rischio e la sicurezza urbana entro il 2026

Potenza si dota di una rete sismica avanzata con sensori installati entro il 2025, grazie alla collaborazione tra Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo, Università degli Studi della Basilicata e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
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Potenza si prepara a installare una rete sismica urbana avanzata, grazie a una collaborazione tra enti scientifici, per migliorare il monitoraggio dei terremoti, la prevenzione e la sicurezza della città ad alto rischio sismico. - Gaeta.it

La città di Potenza si prepara a dotarsi di una rete sismica dedicata, un passo significativo per rafforzare il monitoraggio dei terremoti e migliorare la gestione del rischio. Il progetto, presentato dal Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo , mira a installare sensori in punti strategici della città e fornire dati utili a pianificare interventi più mirati, in una zona che ha una storia nota di eventi sismici. L’iniziativa coinvolge anche l’Università degli Studi della Basilicata e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia , puntando a creare un sistema d’avanguardia per la sicurezza urbana.

Il progetto e la collaborazione tra enti scientifici

Il progetto nasce dalla necessità di aggiornare la rete sismica in Basilicata e in particolare a Potenza, zona che gli esperti considerano ad alto rischio. Il Cgiam, con la sua esperienza nel monitoraggio geomorfologico del Mediterraneo, ha aperto una collaborazione con il laboratorio SisLab del Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Basilicata, e con l’Ingv, istituto di riferimento nazionale per la geofisica e la vulcanologia. Questa sinergia tecnica è stata pensata per mettere a punto un sistema capace di registrare eventi locali con precisione, grazie a sensori di ultima generazione da posizionare in edifici e terreni scelti sul territorio urbano.

L’evoluzione della rete sismica a potenza

La rete sismica precedente, attiva in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980, è rimasta attiva per circa dieci anni. Ora, invece, si vuole creare un osservatorio continuo che possa fornire dati in tempo reale e favorire misure di prevenzione coì da ridurre i rischi. Lo scopo è anche utilizzare i dati raccolti per definire mappe dettagliate del territorio che descrivano le aree con maggiore vulnerabilità sismica e permettano di predisporre soluzioni di sicurezza più efficaci.

I dettagli sulla rete sismica e la tempistica prevista

La prima fase del progetto prevede l’installazione di una decina di sensori sismici entro la fine del 2025. Questi dispositivi verranno sistemati dopo una valutazione accurata dei luoghi, tenendo conto di strutture che possono offrire dati affidabili tra edifici e terreno. Il sistema entrerà a regime nel 2026, diventando operativo sia per raccogliere informazioni che per sostenere rapidamente le decisioni durante situazioni di emergenza.

Le funzionalità dei sensori

I sensori consentiranno di monitorare in modo dettagliato le vibrazioni e il comportamento del suolo durante scosse di diversa intensità. Grazie a questo, le autorità potranno capire quali zone della città mostrano fenomeni di amplificazione sismica, cioè parti del territorio dove il rischio di danni agli edifici è maggiore. Queste informazioni aiuteranno nella pianificazione urbana, indicando dove è prioritario intervenire per rinforzare le strutture o limitare nuove costruzioni.

Il rischio sismico a potenza e l’importanza del progetto

Potenza è una delle città italiane con rischio sismico più elevato. Il territorio è caratterizzato da un patrimonio edilizio per la maggior parte datato e non in linea con le norme antisismiche più recenti. Nel corso dei decenni, la città ha subito terremoti che hanno lasciato tracce evidenti sulle sue strutture e sulla società locale. In questo contesto, dotarsi di una rete sismica urbana diventa fondamentale per comprendere meglio come il terreno reagisce alle scosse e per valutare in dettaglio la vulnerabilità degli edifici.

Domenico Patanè, dell’Ingv, ha evidenziato l’importanza di questi osservatori all’interno delle città ad alto rischio. Le sue parole sottolineano come Potenza, con questo progetto, possa entrare nella rete di città italiane dotate di sistemi avanzati di monitoraggio sismico urbano, insieme a realtà come Catania e l’area dei Campi Flegrei. Questi osservatori aiutano a ridurre i rischi perché permettono di identificare in tempo reale situazioni pericolose e offrono dati fondamentali per la gestione delle emergenze.

Implicazioni per la sicurezza e la pianificazione urbana

L’attivazione della rete sismica consentirà di ottenere una mappatura precisa del rischio, indispensabile per programmare interventi mirati di prevenzione e mettere in sicurezza le zone più esposte. Le autorità locali potranno usare i dati per aggiornare i piani di emergenza e migliorare la sicurezza pubblica. Inoltre, la raccolta costante di informazioni aiuterà a progettare edifici più resistenti e a evitare nuovi insediamenti in aree troppo vulnerabili.

Il monitoraggio continuo semplifica anche l’analisi dei modelli di attivazione sismica, offrendo spunti concreti per studi scientifici e interventi immediati. La rete non sarà un semplice strumento tecnico, ma un elemento operativo per tutelare la popolazione. Questo progetto, quindi, non solo rappresenta un passo avanti nella prevenzione del rischio sismico, ma indica una direzione per la gestione della sicurezza nelle città più esposte alle scosse in Italia.

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