L’associazione Luca Coscioni ha presentato un nuovo testo di legge contenente otto articoli che puntano a regolamentare l’accesso all’eutanasia e al suicidio assistito in Italia. Questa iniziativa popolare è accompagnata dalla raccolta firme, con l’obiettivo di portare la questione in Parlamento dopo anni di attesa e appelli della Corte Costituzionale. La mobilitazione partirà il 26 giugno e mira a raccogliere almeno 50mila firme entro la metà di luglio.
Il testo di legge depositato in cassazione e le motivazioni dietro la proposta
Il progetto di legge è stato depositato in Cassazione dall’associazione Luca Coscioni e si fonda su quattro sentenze della Corte Costituzionale, che negli ultimi anni ha più volte invitato il Parlamento italiano a intervenire con una norma specifica sul diritto alla fine della vita. Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione, ha spiegato che la legge punta a fornire “un quadro chiaro per chi voglia scegliere liberamente le modalità con cui concludere la propria esistenza, includendo sia il suicidio medicalmente assistito sia l’eutanasia attiva.”
Una risposta a dodici anni dalla prima proposta
Tale proposta rappresenta la reazione a dodici anni dal primo tentativo di regolamentare la materia e riafferma la volontà di disciplinare in modo preciso condizioni e procedure per interrompere volontariamente la vita, anche con il supporto diretto di un medico. La questione resta aperta in Italia, dove il quadro normativo non consente ancora una scelta così esplicita, nonostante le sentenze che sollecitano l’intervento legislativo.
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Modalità di raccolta firme e calendario per l’approdo parlamentare
Il passo successivo per far avanzare la proposta consiste nella raccolta di almeno 50mila firme di cittadini italiani, necessarie per attivare il percorso parlamentare. La raccolta si aprirà il 26 giugno, con modalità sia digitale—tramite piattaforme online dedicate—sia cartacea, con appositi moduli distribuiti sul territorio nazionale.
Scadenze e obiettivi della raccolta firme
Questo periodo di raccolta firme ha una scadenza fissata al 16 luglio, giorno in cui la proposta potrà essere discussa in Senato insieme ad altre proposte che riguardano il suicidio assistito. L’associazione conta che la grande partecipazione popolare aiuterà a imprimere un’accelerazione al dibattito parlamentare, sospinto dalla necessità di una legge chiara, così da colmare un vuoto normativo sentito da molti.
Le voci degli esponenti dell’associazione luca coscioni sulla questione eutanasia
Marco Cappato, tesoriere dell’associazione, ha posto l’accento sul diritto dei cittadini italiani a godere delle stesse libertà di fine vita previste in Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Cappato ha chiesto che il Parlamento si confronti apertamente con il tema, come avviene in Francia, Regno Unito e Scozia, superando barriere politiche e schieramenti. Per Cappato la questione è anzitutto quella della “responsabilità politica sul diritto alla libertà di scelta.”
Commento di mina welby
Mina Welby, presidente dell’associazione e moglie di Piergiorgio Welby, noto per le sue battaglie sui diritti di fine vita, ha commentato che l’approvazione di una simile legge rappresenterebbe una svolta fondamentale. Ha dichiarato che un eventuale via libera alla norma le permetterebbe di fare una scelta personale sulla propria vita, e che tale possibilità diventerebbe per lei “la più grande felicità”.
Criteri per accedere all’eutanasia e procedure previste dalla proposta di legge
Il testo prevede che possano accedere alla morte volontaria assistita solo adulti maggiorenni, che dimostrino di essere capaci di intendere e di volere, e che siano affetti da condizioni mediche irreversibili o abbiano una prognosi infausta a breve termine. Il fattore comune è la presenza di sofferenze fisiche o psicologiche percepite come insopportabili dalla persona interessata.
Modalità di esecuzione e assistenza medica
Il disegno di legge consente due opzioni sul modo in cui si realizza l’interruzione della vita: l’autosomministrazione dei farmaci da parte del paziente o la somministrazione diretta da parte di un medico. La scelta tra queste modalità spetta al paziente, in accordo col medico curante e in base alle proprie condizioni cliniche e preferenze.
Le somministrazioni potranno svolgersi sia in strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, sia a domicilio, purché con adeguato supporto medico. L’intero processo viene gestito attraverso il Servizio sanitario nazionale e deve concludersi entro 30 giorni dalla richiesta. La proposta garantisce il diritto all’obiezione di coscienza per il personale sanitario, ma impone alle strutture di assicurare comunque la disponibilità della procedura nel rispetto della legge.