La facciata dell’emoreteca dell’arte di Mestre, in provincia di Venezia, ha cambiato volto. La grande coda di leone che la decorava è stata rimossa e sostituita da una nuova opera, progettata per rappresentare la comunità locale attraverso un’arte partecipata e corale. L’intervento, realizzato dalla scultrice Benedetta Cocco, porta il titolo di “Tessitura sociale” e si presenta come un simbolo tangibile del legame tra le persone all’interno della città.
Un progetto nato dalla collaborazione con le famiglie e i bambini di mestre
L’installazione “Tessitura sociale” si distingue per l’originale metodo con cui è stata concepita e concretizzata. Benedetta Cocco ha avviato un workshop rivolto a famiglie residenti a Mestre, coinvolgendo in particolare i bambini. Il processo creativo si è svolto attraverso l’uso di materiali semplici ma d’effetto come fili, corde e tessuti di varie tonalità, scelti proprio per la loro capacità di connettere simbolicamente le diversità presenti nel gruppo.
I partecipanti non sono stati meri spettatori, ma veri coautori dell’opera. Attraverso un’attività condivisa hanno intrecciato materiali, creando una trama che riflette la complessità e la ricchezza delle relazioni sociali nella città. I bambini, liberi da schemi rigidi, hanno contribuito portando spontaneità e freschezza nel disegno finale, conferendo un valore autentico all’idea di società come tessuto di collaborazioni e affetti.
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Un’opera che scavalca la tradizione del monumento e celebra la comunità in azione
La scelta di Benedetta Cocco di superare il modello classico del monumento pubblico si traduce in un’installazione capace di raccontare non solo chi siamo, ma come viviamo insieme. “Tessitura sociale” non vuole solo rendere omaggio alle persone e alle loro storie, ma è proprio creata da chi vive Mestre, e in modo significativo coinvolge diverse generazioni.
Nel monumento tradizionale, il ricordo o l’omaggio sono spesso fissi, imposti da uno sguardo esterno e distante. Qui invece la partecipazione diretta di adulti e bambini trasforma l’opera in una narrazione dinamica, che cresce da sensibilità condivise. In particolare, la libertà creativa dei più piccoli ha permesso di esplorare nuove forme e combinazioni cromatiche, portando in superficie un messaggio di speranza e inclusione.
La tessitura come simbolo di intreccio sociale e diversità vissuta
Il termine “tessitura” usato per l’opera non è casuale. Ogni filo, corda o tessuto diverso rappresenta una vita, una storia, un carattere particolare che entra a far parte di un tutto più ampio. Come le persone che abitano Mestre, le texture colorate si avvolgono e si uniscono tra loro, creando un disegno vivace e complesso.
Nel lavoro di Cocco la tessitura diventa metafora di come le relazioni umane si costruiscano giorno dopo giorno, intrecciando esperienze diverse. Questa visione riflette la realtà concreta della città, dove legami e differenze convivono e si sostengono. L’installazione racconta quindi non solo un momento estetico, ma un processo sociale fatto di scambi, incontri e condivisioni che si trasformano in un’opera d’arte visibile a tutti.
L’opera, visibile da stamani sulla facciata dell’emoreteca, rappresenta un cambiamento nella maniera di intendere la creatività pubblica, legandola profondamente alla vita della comunità di Mestre e alle sue relazioni.