Nel borgo di Pollica, nel Salernitano, si è svolto un evento unico che ha portato alla tavola oltre 320 persone. L’iniziativa ha raccontato una storia di incontro e condivisione attraverso il cibo, mettendo insieme tradizioni culinarie lontane. Il progetto “Un mondo possibile”, dopo cinque anni di sviluppo, ha trasformato una piazza in un grande spazio di dialogo e scambio culturale.
Il progetto “un mondo possibile” e le sue radici nel territorio
L’iniziativa nasce da un percorso durato cinque anni, voluto dal Paideia Campus del Future Food Institute e sostenuto dal Comune di Pollica. Già nel 2024 il collettivo transdisciplinare M.I.S.T.A.K.E. aveva avviato una ricerca a Napoli per indagare le connessioni tra diverse culture attraverso il cibo. Le tradizioni alimentari sono state il filo conduttore per creare un dialogo fatto di sapori e storia.
Il progetto si è consolidato nel tempo, coinvolgendo non solo esperti e ricercatori, ma anche le comunità locali e migranti. Pollica, con la sua atmosfera e la sua storia, ha rappresentato il luogo ideale per mettere in pratica questa visione. La volontà di far convivere tradizione e innovazione si è tradotta in esperienze pratiche, come laboratori e incontri, che hanno tessuto rapporti tra persone di culture diverse.
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L’obiettivo più ampio riguarda la rigenerazione sociale ed economica del territorio. Pollica è diventata una sorta di “scuola vivente” in cui pratiche di agroecologia e valorizzazione dei prodotti locali si affiancano a iniziative di inclusione. “Un mondo possibile” si colloca in questo contesto, rinnovando il senso di comunità attraverso la condivisione di un bene indispensabile: il cibo.
La cena collettiva: un incontro tra sapori senegalesi e cilentani
La serata finale si è svolta nella piazza della Cortiglia, dove una tavolata lunga 75 metri ha accolto settanta studenti, cinque docenti, tre associazioni e centinaia di cittadini. Ognuno ha preso posto uno accanto all’altro per gustare pietanze nate dall’incontro tra le tradizioni culinarie senegalesi e cilentane.
Lo scopo non era solo mangiare, ma raccontare storie e identità diverse attraverso un menù che unisse ingredienti e tecniche diverse. La collaborazione tra chef provenienti da Napoli, Senegal e Cilentana ha prodotto una cucina fusion mediterranea che ha offerto ai partecipanti un’esperienza sensoriale e culturale. Questa serata ha rappresentato un momento di amicizia e dialogo, dove il cibo è diventato linguaggio universale.
La preparazione ha coinvolto molte persone: studenti, insegnanti, associazioni, ma anche cittadini delle comunità senegalesi residenti in zona. Tutti hanno contribuito all’allestimento e alla realizzazione dell’evento, che è stato anche la celebrazione di un percorso collettivo e del lavoro svolto negli anni.
L’allestimento del borgo e il messaggio di rigenerazione sociale
Nei giorni precedenti la serata, il borgo è stato trasformato con bandiere colorate e installazioni artistiche che hanno creato un’atmosfera di festa. L’invito è stato distribuito con un dolce artigianale accompagnato da una lettera, simboli semplici ma significativi di accoglienza e condivisione.
Il luogo, cuore pulsante dell’evento, ha offerto uno spazio dove la comunità si è potuta ritrovare e confrontare. Sara Roversi, fondatrice del Paideia Campus, ha definito Pollica “la nostra scuola vivente”, sottolineando come la rigenerazione ecologica e sociale si muova a braccetto. Questo evento dimostra che si possono intrecciare pratiche di sostenibilità ambientale con quelle di inclusione sociale.
Attraverso azioni concrete, il progetto mira a contrastare lo spopolamento che interessa i borghi del Cilento. La valorizzazione delle filiere locali, unita a iniziative che mettono al centro le persone e la loro cultura, costituisce una strategia di recupero del tessuto urbano e sociale. L’evento rappresenta così la punta visibile di un lavoro che vuole incidere sulla vita quotidiana e sulle prospettive future del territorio.
Living lab e nuova economia territoriale a pollica
“Un mondo possibile” è uno dei risultati più concreti dei Living Lab promossi dal Paideia Campus. Questi laboratori attivano processi di innovazione sociale e agroecologia, coinvolgendo diversi attori intorno a dinamiche di collaborazione. Il lavoro sul campo a Pollica punta a costruire un sistema che valorizzi le produzioni locali e incentivi un modo diverso di concepire lo sviluppo rurale.
La coesione tra comunità differenti è considerata essenziale per gustare un futuro meno isolato per i piccoli borghi. Con iniziative come questa, si sperimenta una nuova economia che si basa su scambi non solo commerciali, ma soprattutto culturali e sociali. Questo permette di ridare valore al territorio e ai suoi abitanti, creando occasioni di lavoro, apprendimento e partecipazione.
Il progetto conferma come azioni coordinate e ancorate al luogo possano produrre risultati tangibili. Pollica diventa modello nel Cilento per mettere insieme esperienze di rigenerazione e solidarietà, attraverso un cibo che parla a più voci e porta con sé storie di terre lontane.