In Nepal, un gruppo composto da medici d’urgenza e soccorritori di montagna dell’Alto Adige ha svolto una missione di formazione per aggiornare e ampliare le competenze del soccorso locale. La collaborazione dura da più di dieci anni e mira a sostenere il sistema di emergenza nepalesi, soprattutto in luoghi difficili come gole e zone montuose, dove incidenti stradali e frane colpiscono molte persone.
Storia e sviluppo del progetto altoatesino in nepal
Il progetto di cooperazione nato nel 2012 grazie alla giunta provinciale Altoatesina si concentra sul miglioramento della medicina d’emergenza in Nepal. Uno degli aspetti centrali è il trasferimento di competenze mediche specializzate e tecniche di soccorso in ambienti impervi. La sinergia vede Eurac Research, il soccorso alpino altoatesino dell’Alpenverein e la commissione internazionale per la medicina d’emergenza alpina uniti ai partner nepalesi, lavorare insieme in maniera continuativa. I partecipanti nepalesi che hanno ricevuto formazione in questi anni sono spesso diventati istruttori. Questi formano a loro volta nuovi operatori e mantengono così viva e autonoma la crescita delle capacità locali. Attraverso questo passaggio di conoscenze si è stabilita una rete più solida per gestire le emergenze sul territorio.
Soccorsi in gole e zone stradali
Non si tratta solo di interventi sulle vette più alte, ma soprattutto di soccorsi nelle gole e nelle aree stradali soggette a frane, dove avvengono la maggior parte degli incidenti che coinvolgono la popolazione locale. La realtà nepalese pone sfide specifiche, fra infrastrutture limitate e difficoltà di comunicazione. Questo rende decisivo un addestramento mirato e aggiornato, che tiene conto delle peculiarità ambientali e sociali.
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Dettagli e contenuti del corso di formazione per soccorritori nepalesi
Nell’ultimo ciclo di formazione, organizzato nel 2025, il gruppo altoatesino ha condotto un corso settimanale rivolto a medici e soccorritori nepalesi. I temi affrontati spaziavano dal trattamento del mal di montagna alla gestione di congelamenti, fino alle tecniche di salvataggio in alta quota. Queste ultime stanno diventando più importanti grazie alle capacità operative degli elicotteri moderni, che permettono interventi a quote elevate.
Formazione teorica e pratica
Il corso non si è limitato a lezioni teoriche. Sono state svolte numerose esercitazioni pratiche in diversi gruppi ridotti, per concentrarsi su aspetti specifici come terapia del dolore, steccature, cura di traumi, gestione dell’ipotermia. Anche le metodologie tecniche di recupero in montagna sono state praticate con attenzione. Particolare attenzione è stata data alle strategie per gestire un numero elevato di feriti in situazioni di emergenza di massa, come incidenti su strada o disastri naturali.
L’addestramento si è svolto anche all’aperto, in aree vicino a Kathmandu, per simulare condizioni realistiche. Il responsabile formazione del soccorso alpino altoatesino, Thomas Mair, ha sottolineato come l’esperienza sul campo evidenzi l’importanza di ogni singola manovra. L’uso corretto delle tecniche di corda e di attrezzature improvvisate può fare la differenza in situazioni critiche.
Autonomia formativa e ruolo crescente dei soccorritori nepalesi
Un elemento nuovo in questa edizione del corso è stato l’organizzazione autonoma, da parte dei soccorritori nepalesi, di una formazione di base prima dell’arrivo della squadra altoatesina. Questo ha permesso di allineare le conoscenze dei partecipanti e garantire un livello uniforme durante le lezioni successive.
Una nuova fase per il progetto
Hermann Brugger di Eurac Research, presente fin dall’inizio del progetto, ha evidenziato come questo passo segni un cambiamento significativo: i nepalesi sono ormai in grado di formare a loro volta nuovi istruttori senza dipendere esclusivamente dagli esperti stranieri. Questa dinamica apre prospettive di autosufficienza e consolidamento del soccorso locale.
Nel corso della missione, è stato organizzato un incontro che ha riunito rappresentanti di diversi enti coinvolti nel soccorso in Nepal: vigili del fuoco, esercito, polizia, agenzie di trekking e il governo, rappresentato dal ministro del turismo Badri Prasad Pandey. L’obiettivo era migliorare la cooperazione tra i vari servizi in caso di eventi catastrofici, per rendere più efficaci gli interventi nelle emergenze. Tra le attività previste, anche un’esercitazione su vasta scala si è svolta in una zona boschiva nei dintorni di Kathmandu.
Sfide logistiche e strutturali del soccorso in nepal
Nonostante i progressi raggiunti, il servizio di emergenza in Nepal fatica ancora a superare difficoltà importanti. Una delle questioni più critiche riguarda la mancanza di un numero unico per le chiamate di emergenza, che complica l’attivazione tempestiva degli interventi.
Problematiche nel coordinamento
Inoltre, diverse compagnie di elicotteri operano in modo indipendente, senza un coordinamento organico. Questo genera inefficienze e rallentamenti nei soccorsi, soprattutto in situazioni urgenti o di grande scala. La mancanza di infrastrutture di comunicazione adeguate e la complessità del territorio contribuiscono a rendere complicato ogni intervento.
L’esperienza maturata e gli allenamenti pratici mostrano però una strada possibile, fatta di formazione continua e collaborazione tra enti locali e internazionali. Solo sviluppando ulteriormente queste reti sarà possibile migliorare il soccorso nell’area e rispondere meglio alle emergenze che interessano la popolazione nepalese.