Un ristorante a palermo gestito da ragazzi disabili porterà avanti un progetto culinario e sociale unico nel 2025

Un ristorante a palermo gestito da ragazzi disabili porterà avanti un progetto culinario e sociale unico nel 2025

a Palermo nasce “Cucina Cento passi”, progetto che coinvolge giovani con disabilità psichica in un percorso formativo e lavorativo di inclusione sociale attraverso la ristorazione e la promozione della legalità.
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A Palermo nasce "Cucina Cento passi", un progetto di inclusione sociale e lavorativa per giovani con disabilità psichica, che unisce formazione culinaria, impegno civile e promozione della legalità in spazi confiscati alla mafia. - Gaeta.it

A Palermo sta prendendo forma un’iniziativa sociale e occupazionale che coinvolge giovani con disabilità psichica. Il progetto, chiamato “Cucina Cento passi”, mira ad affermare il valore dell’inclusione nel campo della ristorazione, unendo professionalità, impegno civile e solidarietà. L’iniziativa rappresenta una tappa importante per la città, che nel 2025 è Capitale Italiana del Volontariato, in un contesto di riscatto sociale e promozione della legalità.

La nascita e la collaborazione alla base di cucina cento passi

Il progetto è stato presentato a Palermo, nella sede di Radio Cento passi, storica emittente fondata da Peppino Impastato con il nome Radio Aut. Questa realtà ha rappresentato per decenni un simbolo di impegno contro la mafia e la criminalità organizzata. “Cucina Cento passi nasce da una sinergia tra il Cesvop, l’Istituto Alberghiero Piazza e diverse associazioni del terzo settore che si occupano di disabili psichici e persone fragili.” Alla presentazione hanno partecipato rappresentanti istituzionali, tra cui l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Palermo, Mimma Calabrò, e il deputato regionale Mario Giambona, vice capo gruppo del Pd all’Ars, insieme con l’Ordine dei giornalisti di Sicilia.

L’intento di queste realtà converge verso la creazione di un percorso formativo e lavorativo per giovani con disabilità, che attraverso la cucina sviluppino competenze tecniche e relazionali. L’idea si ispira alla lunga storia di contrasto alla mafia e di promozione dei valori di giustizia e comunità attraverso l’azione sociale.

Il percorso formativo e la guida di uno chef con disabilità

Attualmente sono sedici i ragazzi coinvolti nel progetto in formazione, impegnati nelle attività di cucina e nel servizio ai tavoli. A coordinare il gruppo un cuoco che, vivendo in prima persona una disabilità, ha scelto di trasferirsi dal nord al sud Italia per guidare questa esperienza. La sua presenza rappresenta un elemento fondamentale per offrire un modello di riferimento credibile e motivante.

Al fianco dello chef operano volontari delle associazioni aderenti, insegnanti di sostegno e operatori esperti, con un sostegno continuo ai giovani partecipanti. Questa presenza garantisce non solo un’adeguata formazione tecnica, ma anche un supporto emotivo e sociale. Il gruppo si sta preparando a gestire non solo un ristorante fisso, ma anche attività itineranti che permetteranno ai ragazzi di confrontarsi con diverse realtà e contesti.

La scelta della location e l’attività itinerante con il food truck

Il ristorante avrà sede in un locale storico, un bar sequestrato alla mafia, trasformato in uno spazio di lavoro e di rinascita sociale. La consegna di questo spazio è simbolica, poiché rappresenta un segno tangibile di riconquista della legalità a Palermo. L’attività non si fermerà qui: è prevista un’attività itinerante grazie a un food truck che permetterà al progetto di raggiungere vari punti della città e non solo.

Il motto “Mangiare bene facendo del bene” sottolinea l’intento di coniugare qualità del cibo e impegno civile. Il menu è composto principalmente da piatti vegetariani ispirati alla cucina tradizionale siciliana, utilizzando prodotti coltivati in terreni confiscati alla mafia o acquistati da realtà agricole etiche. Questa scelta completa la proposta, arricchendo l’offerta culinaria con una componente di responsabilità sociale concreta.

La dimensione mediatica e il legame con la storia di rete cento passi

Il progetto non si limita alla ristorazione, ma prevede anche la partecipazione dei ragazzi a trasmissioni radio e televisive dedicate alla cucina e ai temi della disabilità. Questa attività vuole potenziare l’inclusione sociale e valorizzare le competenze acquisite, offrendo un palcoscenico di visibilità e coinvolgimento diretto.

Rete 100 passi, ispirata al percorso di Peppino Impastato, ha consolidato nel tempo una presenza significativa con Radio 100 passi e 100 passi social tv, spazi che ora si arricchiscono con questa proposta culinaria. Per Danilo Sulis, presidente dell’associazione e ideatore dell’iniziativa, l’esperienza si traduce in un’occasione per confermare una linea di impegno che unisce memoria, solidarietà e legalità in Sicilia.

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