Un ramo tratto dall’albero di Falcone, il ficus che si trova davanti alla casa della famiglia del magistrato a Palermo, sarà consegnato a Roma alla Coldiretti. L’iniziativa avverrà domani, 20 maggio 2025, grazie al Comando Carabinieri Forestali e ai Distretti Rotary. Il ramoscello sarà piantato su terreni confiscati alla criminalità organizzata, per sottolineare il legame tra impegno antimafia e lotta contro i crimini nel settore agroalimentare.
Il ramoscello simbolo nella lotta contro la mafia diventa un gesto concreto
L’albero di Falcone è diventato un punto di riferimento per la memoria e per la battaglia contro la mafia. Questo ficus, situato proprio davanti all’abitazione del magistrato assassinato, rappresenta una testimonianza silenziosa e continua del sacrificio nella lotta alla criminalità organizzata. Togliere un ramoscello da questa pianta e consegnarlo a enti che lo pianteranno su terreni sottratti alla mafia ha un forte valore simbolico. Quei terreni, un tempo nelle mani della criminalità, saranno così restituiti alla società migliorando anche il territorio. L’iniziativa mette in connessione memoria, recupero dei beni confiscati e supporto all’agricoltura legale, combattendo così il fenomeno delle agromafie.
Il gesto è organizzato dal Comando Carabinieri Forestali insieme ai Distretti Rotary, segno di un’attenzione concreta delle istituzioni verso la criminalità ambientale e agroalimentare. Restituire quei terreni al loro uso legittimo significa sottrarre spazi alla produzione illegale e alle attività criminali che si nascondono spesso dietro pratiche illecite nel campo agroalimentare.
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La presentazione dell’ottava edizione del rapporto agromafie a roma
Il ramoscello sarà parte integrante di un evento che si svolgerà il 20 maggio nella sede romana di Coldiretti. In quella occasione verrà presentata l’ottava edizione del rapporto “Agromafie” che analizza i crimini nel settore agricolo e agroalimentare in Italia. Lo studio è frutto di una collaborazione tra Coldiretti, Eurispes e la Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura.
Questo rapporto, basato su dati raccolti con il supporto di forze dell’ordine, magistratura e altri enti, approfondisce le nuove modalità con cui le organizzazioni criminali operano nel campo agroalimentare. A tal proposito mette a fuoco non solo il contesto nazionale ma anche le dinamiche internazionali che alimentano questi fenomeni.
La presentazione sarà trasmessa in diretta streaming sul sito di Coldiretti, consentendo a un pubblico più vasto di seguire e comprendere l’evoluzione di forme criminali spesso poco visibili.
Un evento con protagonisti istituzionali e figure di spicco nel contrasto alle agromafie
L’incontro si aprirà con l’intervento di Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti. Subito dopo prenderanno la parola il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie, Gian Carlo Caselli, che parteciperà tramite video. Il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, presenterà i contenuti del rapporto.
Il dibattito coinvolgerà figure istituzionali centrali nella lotta contro le mafie e i reati ambientali. Tra gli interventi previsti spiccano quelli di Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, e Chiara Colosimo, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Parteciperanno anche Jacopo Morrone, presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti ambientali e agroalimentari, e Floriana Sipala, coordinatrice della Commissione Europea per la sicurezza interna e il contrasto al terrorismo.
La presenza, in questa sede, di rappresentanti del ministero della Giustizia e del ministero dell’Agricoltura, con Francesco Paolo Sisto e Francesco Lollobrigida, passa un messaggio chiaro sull’attenzione ai temi della giustizia penale e della sovranità alimentare come parte della lotta alle agromafie.
Il ruolo di coldiretti e della fondazione osservatorio agromafie nella battaglia contro i crimini del cibo
Coldiretti, come associazione che rappresenta gli agricoltori italiani, ha da anni approfondito il fenomeno delle agromafie, con la Fondazione Osservatorio che svolge attività di monitoraggio e ricerca specifica su questi reati. La consegna e la messa a dimora del ramoscello dell’albero di Falcone nei terreni confiscati si inserisce in un percorso di contrasto che non riguarda solo le indagini o le azioni giudiziarie, ma punta a valorizzare i beni recuperati alla mafia.
L’iniziativa mostra come l’agricoltura legale, che produce qualità e rispetta le norme, possa rappresentare una frontiera importante nella difesa del territorio e dei cittadini. Il presidente Ettore Prandini, che chiuderà la giornata, ribadirà questo impegno senza esitazioni, sottolineando l’importanza di agire sul fronte dei terreni e della produzione agroalimentare per fermare la criminalità.
Gli scambi tra il mondo delle istituzioni e dell’agricoltura mostrano un impegno concreto che va oltre i dati, traducendosi in azioni concrete con ricadute sulla società e sull’economia italiana. Le agromafie restano un tema centrale per chi vuole combattere anche i danni più nascosti, che a volte non emergono ma inquinano un settore fondamentale come quello del cibo.