Un no alla violenza di genere dal villaggio arma a villa borghese con armi carabinieri e fondazioni

Un no alla violenza di genere dal villaggio arma a villa borghese con armi carabinieri e fondazioni

A Roma, Arma dei Carabinieri, Soroptimist International d’Italia e Fondazione “Una Nessuna Centomila” promuovono prevenzione della violenza di genere con educazione emotiva, progetti innovativi e coinvolgimento giovanile.
Un No Alla Violenza Di Genere Un No Alla Violenza Di Genere
L'articolo descrive un incontro a Roma promosso da Carabinieri, Soroptimist e la Fondazione "Una Nessuna Centomila" per sensibilizzare i giovani sulla prevenzione della violenza di genere, attraverso educazione emotiva, arte, progetti di supporto e lo sport come strumento di crescita personale. - Gaeta.it

La violenza di genere continua a essere un problema presente in molte comunità italiane. A Roma si è svolto un incontro promosso dall’Arma dei Carabinieri insieme al Soroptimist International d’Italia e alla Fondazione “Una Nessuna Centomila” per parlare con giovani su prevenzione, rispetto e responsabilità condivisa. L’iniziativa ha chiamato a raccolta ragazze e ragazzi, offrendo spazi di confronto e strumenti concreti per combattere gli abusi e sensibilizzare alla cultura della non violenza.

Il controllo delle emozioni come chiave per prevenire la violenza

Il colonnello Barbara Vitale, comandante della Sezione Atti Persecutori del Reparto Analisi Criminologiche , ha spiegato che ogni forma di violenza nasce da emozioni mal gestite. Ha citato l’ira, il senso di possesso e la frustrazione come fattori che, se non riconosciuti, possono portare a confondere il controllo con l’amore. Secondo Vitale, educare emozionalmente le persone fin dalla giovane età serve a prevenire episodi violenti prima che si trasformino in reati punibili dalla legge. Si tratta di far crescere consapevolezza e capacità di riconoscere i propri sentimenti, per evitare azioni aggressive e dannose.

Questa riflessione mette in luce come non basti la repressione del fenomeno legale, ma serva intervento educativo e culturale per azzerare alla radice ogni dinamica di abuso. L’approccio parte dal quotidiano e dalla formazione, indirizzando soprattutto giovani e adulti interessati a costruire rapporti più sani.

Sensibilizzazione attraverso cultura e arte con la fondazione “una nessuna centomila”

La Fondazione “Una Nessuna Centomila” ha preso parte all’incontro con due sue rappresentanti: Monica Pasquino, formatrice, ed Eva Milella, autrice, podcaster e stand-up comedian. Durante l’iniziativa sono stati proiettati due brevi lavori video: “Se io non voglio, tu non puoi” e “È come sembra”. Il primo affronta il tema del consenso, mentre il secondo nasce dal laboratorio artistico della fondazione e rappresenta la violenza nascosta dietro comportamenti spesso normalizzati.

Pasquino e Milella hanno coinvolto i ragazzi in una discussione sui modi in cui la violenza può manifestarsi nel linguaggio, nelle battute o negli atteggiamenti apparentemente innocui. Si è sottolineato come certe espressioni comuni celino condotte prevaricanti, oggi sottovalutate ma pericolose perché favoriscono la cultura dell’impunità e della negazione del rispetto per l’altro. L’arte e la comunicazione si dimostrano strumenti funzionali per accendere riflessioni profonde.

Progetti concreti: “una stanza tutta per sé” e il “mobile angel”

Tra le iniziative nate dalla collaborazione tra Arma dei Carabinieri e Soroptimist, spicca il progetto “Una stanza tutta per sé”. Si tratta di ambienti riservati all’interno delle caserme, dedicati alle donne vittime di violenza per poter raccontare la propria esperienza in un luogo protetto e accogliente. Questi spazi sono pensati per ridurre il disagio emotivo associato alla denuncia, offrendo un ambiente più umano e meno istituzionale, così da facilitare la presa di parola e la richiesta di aiuto.

Un altro strumento importante è il “Mobile Angel”, uno smartwatch collegato direttamente con la centrale operativa dei Carabinieri. Questo dispositivo dà alle vittime possibilità di allertare immediatamente le forze dell’ordine in caso di pericolo, assicurando una risposta più rapida e mirata. Questi due esempi mostrano come la tecnologia e l’attenzione ai dettagli possano aumentare la sicurezza e il sostegno reale per chi si trova in situazioni di rischio.

Il ruolo delle istituzioni e delle associazioni nella lotta alla violenza

Ad aprire l’evento è stata Adriana Macchi, presidente del Soroptimist International d’Italia, che ha evidenziato l’importanza di una collaborazione reale tra società civile e forze istituzionali. Ha ricordato come la violenza sia radicata in discriminazioni profonde e squilibri di potere tra sessi. Macchi ha indicato la strada verso una società più equa e rispettosa, su cui lavorare attraverso una cultura che rigetti ogni forma di prevaricazione. Il Soroptimist, da sempre impegnato in campagne per i diritti delle donne, ha dato così il suo contributo concreto alla discussione.

L’incontro ha puntato in modo particolare sul rafforzamento dei legami tra donne, forze dell’ordine e cittadinanza attiva. Il dialogo aperto e diretto può aiutare a far emergere le difficoltà e a mettere in campo progetti capaci di offrire supporto a chi subisce violenza. La presenza simultanea di soggetti con competenze diverse arricchisce la risposta sociale, mettendo a fuoco azioni condivise e operative.

Lo sport come strumento di costruzione personale: l’esperienza di maristella smiraglia

Maristella Smiraglia, campionessa di Taekwondo e atleta del Centro Sportivo Carabinieri, ha condiviso con i partecipanti il suo percorso legato allo sport. Ha evidenziato come l’attività fisica abbia contribuito a costruire la sua identità. Smiraglia ha spiegato che la relazione più importante, continua per tutta la vita, è quella che si ha con se stessi e lo sport offre una base solida per conoscerla e rispettarla.

Il racconto dell’atleta porta un messaggio indiretto contro la violenza, suggerendo che un forte senso di sé aiuta a stabilire relazioni sane e comportamenti consapevoli. Lo sport diventa quindi anche uno spazio di crescita personale dove imparare valori di rispetto e autocontrollo, fondamentali per la convivenza civile.

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