Un misterioso segnale radio captato sotto i ghiacci del polo sud crea nuove domande scientifiche

Un misterioso segnale radio captato sotto i ghiacci del polo sud crea nuove domande scientifiche

Un rilevatore aerostatico americano, Anita, ha captato impulsi radio insoliti sotto la calotta di ghiaccio dell’Antartide; i segnali non corrispondono a neutrini e restano ancora inspiegati dalla comunità scientifica.
Un Misterioso Segnale Radio Ca Un Misterioso Segnale Radio Ca
Un rilevatore aerostatico in Antartide ha captato impulsi radio insoliti sotto la calotta di ghiaccio, la cui origine non è ancora chiara e non sembra riconducibile a neutrini o fenomeni conosciuti, stimolando ulteriori ricerche scientifiche. - Gaeta.it

Negli ultimi anni, uno strumento collegato a una missione scientifica americana ha registrato impulsi radio insoliti provenienti da profondità sotto la calotta di ghiaccio dell’Antartide. Questi segnali, captati da un rilevatore aerostatico progettato per studiare particelle cosmiche, hanno generato dubbi e curiosità nella comunità scientifica. Un’indagine recente ha tentato di chiarire la natura di questi fenomeni, ma molti aspetti restano ancora poco chiari.

Strumentazione e condizioni di rilevamento in antartide

L’antenna chiamata Antarctic Impulsive Transient Antenna, o Anita, vola su palloni aerostatici a grande altitudine sopra il Polo Sud. La scelta del posto non è casuale: l’Antartide offre un ambiente quasi privo di interferenze elettromagnetiche di origine umana, ideale per captare segnali radio provenienti dallo spazio o dalla terra. Lo scopo principale di Anita è individuare le onde generate da particelle cosmiche che si propongono di attraversare l’atmosfera e la superficie terrestre.

La stranezza degli impulsi captati

Tra il 2016 e il 2018, lo strumento ha captato alcune emissioni radio provenienti da circa 30 gradi sotto la superficie del ghiaccio. Questi impulsi sono apparsi sospetti per via del loro comportamento anomalo rispetto a quanto previsto dai modelli scientifici. Il segnale sembrava dover attraversare grandi spessori di roccia: una situazione in cui sarebbe previsto un rapido assorbimento, rendendolo praticamente invisibile ai ricevitori. Stephanie Wissel, del team di ricerca, ha sottolineato come i dati sembrano escludere che il fenomeno abbia origine da neutrini o altre particelle conosciute.

Esclusione dei neutrini come fonte del segnale

I neutrini sono particelle molto diffuse nello spazio, senza carica e con massa piccolissima, capaci di passare attraverso la materia quasi senza interagire. La loro natura sfuggente li rende difficili da catturare, ma proprio per questo un rilevamento rappresenta un evento importante e ben riconoscibile. Un numero enorme di neutrini attraversa in ogni momento la Terra, ma pochissimi rivelatori riescono a identificare quelli che interagiscono con altre particelle.

Caratteristiche anomale dei segnali

Nel caso dei segnali rilevati da Anita, la loro intensità e il percorso attraversato non corrispondeva alle caratteristiche tipiche dei neutrini, motivo per cui sono stati scartati come causa. Le misurazioni confermano che l’origine del segnale non si sposa con le attuali conoscenze su queste particelle, lasciando aperte più ipotesi riguardo al fenomeno osservato.

La ricerca e l’analisi incrociata con altri osservatori

I dati di Anita sono stati confrontati con quelli raccolti da altri strumenti dedicati allo studio dei raggi cosmici e neutrini, quali IceCube in Antartide e l’osservatorio Pierre Auger in Argentina. Questi ultimi non hanno riscontrato eventi simili che potessero dare spiegazioni alternative. Questo confronto ha rafforzato l’idea che il segnale rilevato sia “anomalo”, cioè fuori dal comune rispetto a quello che la scienza conosce.

Ipotesi e prospettive future

I ricercatori ipotizzano che il fenomeno possa derivare da effetti particolari nella propagazione delle onde radio vicino al ghiaccio o all’orizzonte, fenomeni che oggi non sono ben compresi. Stephanie Wissel ha indicato che nuovi studi e missioni sono necessari per indagare meglio questi impulsi misteriosi e capire se nascondano fenomeni fisici ancora sconosciuti.

L’indagine prosegue, e le prossime spedizioni scientifiche potrebbero chiarire se questi segnali rappresentano un’anomalia tecnica, un fenomeno naturale raro o qualcosa di più sorprendente sotto i ghiacci del Polo Sud.

Change privacy settings
×