Il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge “ColtivaItalia” con un fondo di un miliardo di euro per sostenere la sovranità alimentare italiana. Di questa somma, 900 milioni saranno distribuiti in tre tranche da 300 milioni ciascuna, con una parte significativa dedicata al piano olivicolo nazionale. Il settore olivicolo, che ha affrontato sfide come cambiamenti climatici e fitopatie, punta sulla misura per recuperare capacità produttiva e competitività.
Ruolo del piano olivicolo nazionale nel disegno “coltivaitalia”
Il disegno di legge assegna 300 milioni di euro al settore olivicolo, destinati principalmente al reimpianto di oliveti con varietà resistenti e al ripristino della capacità produttiva delle coltivazioni italiane. UNAPOL ha accolto positivamente questa decisione, ritenendola un passo importante per il rilancio del comparto. In particolare, quest’iniezione di fondi mira a fronteggiare problemi crescenti, quali il deterioramento delle piante a causa di malattie e gli impatti negativi del clima sul territorio.
Il presidente di UNAPOL, Tommaso Loiodice, ha sottolineato come il riconoscimento dell’olivicoltura come uno dei pilastri del piano confermi il peso strategico dell’agricoltura italiana nel contesto nazionale. Ha inoltre evidenziato la necessità che il Parlamento acceleri la fase di discussione per trasformare le risorse stanziate in azioni concrete e operative. “Non si tratta solo di investire soldi, ma di costruire un programma organico che risponda alle emergenze che il settore ha dovuto affrontare negli ultimi anni.”
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Linee guida e priorità per un piano olivicolo integrato
UNAPOL insiste sul fatto che i fondi assegnati debbano concretizzarsi in un piano olivicolo nazionale chiaro e coerente, con indicazioni precise su come intervenire. Tra gli obiettivi figurano il miglioramento del reimpianto attraverso varietà più resistenti, l’introduzione di meccanizzazione adeguata nelle coltivazioni, e la riconversione varietale attraverso selezioni adatte a fronteggiare i cambiamenti climatici. Queste misure dovrebbero prendere spunto dalle priorità individuate dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali .
Un aspetto fondamentale è il supporto al ricambio generazionale, incentivando i giovani agricoltori e promuovendo l’imprenditoria femminile. Questa strategia tende a garantire un accesso più facile alla terra e a recuperare i terreni agricoli abbandonati o incolti, una risorsa preziosa per il settore. La ricerca scientifica ha un ruolo centrale, insieme all’introduzione di strumenti digitali per la gestione della filiera, così come la tracciabilità del prodotto per tutelare la qualità.
Valorizzazione e promozione dell’olio extravergine d’oliva italiano
Infine, la valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva italiano resta un punto cruciale per difendere i mercati internazionali. Il piano prevede investimenti in campagne di promozione, per sostenere la reputazione del made in Italy e recuperare spazi perduti di competitività. Il settore olivicolo si presenta così come un comparto che vuole fare leva su tradizione e innovazione per resistere alle pressioni economiche e ambientali.
Impegni e aspettative del settore olivicolo e dei rappresentanti
La reazione del comparto olivicolo al disegno di legge è stata positiva e unanime. Loiodice ha riportato il consenso delle organizzazioni agricole a favore delle misure previste, ma ha condiviso la richiesta di procedere con norme attuative snelle e tempi rapidi di implementazione. “Il rischio è che, senza una tempistica definita, i fondi restino inutilizzati a lungo o vengano spesi in maniera dispersiva.”
UNAPOL ha manifestato disponibilità a cooperare con il Masaf, il Parlamento e tutte le realtà della filiera, incluse cooperative e organizzazioni di produttori, per garantire che il pacchetto finanziario diventi azioni tangibili a vantaggio di tutti gli attori coinvolti. Solo attraverso una governance coordinata sarà possibile mantenere il settore stabile e competitivo.
Il piano, che coprirà il periodo 2026-2028, dovrà essere accompagnato da un cronoprogramma dettagliato che consenta un monitoraggio continuo dell’avanzamento. Servono indicatori misurabili relativi a parametri concreti, come superfici reimpiantate, livelli di produzione, capacità di stoccaggio e innovazioni tecnologiche introdotte. In questo modo sarà possibile valutare l’efficacia degli interventi e correggere la rotta in caso di necessità. Questa attenzione al controllo rappresenta una garanzia per utilizzare in maniera concreta le risorse pubbliche destinate al settore olivicolo.