Un laboratorio storico di lavorazione del legno a roma rischia la chiusura dopo 63 anni in via dei pianellari

Un laboratorio storico di lavorazione del legno a roma rischia la chiusura dopo 63 anni in via dei pianellari

A Roma, il laboratorio di Ferdinando Codognotto in via dei Pianellari rischia la chiusura per mancato rinnovo dell’affitto, minacciando una storica bottega artigianale e un punto di riferimento culturale vicino a piazza Navona.
Un Laboratorio Storico Di Lavo Un Laboratorio Storico Di Lavo
A Roma, in via dei Pianellari, il laboratorio artigianale di Ferdinando Codognotto, attivo da oltre 60 anni e punto di riferimento per la comunità, rischia la chiusura a causa della mancata riconferma del contratto d’affitto da parte della nuova proprietà, suscitando preoccupazione per la perdita di un importante patrimonio culturale locale. - Gaeta.it

A roma, in via dei Pianellari, a pochi passi da piazza Navona, un laboratorio di lavorazione del legno che esiste da oltre sessant’anni potrebbe chiudere. Ferdinando Codognotto, artigiano conosciuto e apprezzato, rischia di perdere la sede dove ha costruito la sua attività, diventata punto di riferimento per residenti, lavoratori e anche personaggi famosi. La nuova proprietà dell’edificio ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto, lasciando incertezza su un pezzo di storia locale.

La tradizione artigianale di via dei pianellari

Via dei Pianellari ospita il laboratorio di Ferdinando Codognotto da 63 anni. Il maestro del legno ha mantenuto viva una tradizione di lavorazione manuale che negli anni si è trasformata in una piccola istituzione del quartiere. Questo laboratorio non è solo un luogo di lavoro, ma un punto di incontro dove si scambiano consigli, si raccontano storie e si condividono passioni per l’arte del legno.

Il rapporto con la comunità è stretto. Le botteghe artigiane come questa contribuiscono a preservare il carattere di interi rioni romani, mantenendo viva la manualità e la cultura locale in quartieri spesso attanagliati dalle dinamiche del turismo e della modernizzazione. Il valore di un laboratorio così va oltre il semplice mestiere: è un presidio culturale e sociale che si trasmette di generazione in generazione.

Come la chiusura influirebbe sul quartiere

La notizia della probabile chiusura ha destato preoccupazione tra gli abitanti e chi lavora nella zona. Il laboratorio di Codognotto rappresenta un punto di riferimento fisico e simbolico, per molti un angolo di serenità e autenticità in mezzo al fermento turistico e commerciale di piazza Navona. La scomparsa dello spazio potrebbe modificare profondamente la vita del quartiere.

Molti hanno espresso la loro amarezza, sottolineando l’importanza di tutelare questo tipo di esercizi artigianali che raccontano la storia della città attraverso il lavoro delle mani. La chiusura non significherebbe solo la fine di un’attività commerciale, ma la perdita di un luogo dove la tradizione s’incontra con la quotidianità della capitale. Nei mesi scorsi, diversi residenti si sono riuniti per tentare di trovare soluzioni alternative, senza però ottenere risultati concreti.

I vip e i clienti affezionati che hanno apprezzato il laboratorio nel tempo

Negli anni, il laboratorio di Codognotto ha attirato anche visitatori fuori dal quartiere, compresi personaggi noti. Le sue creazioni artigianali in legno sono state apprezzate da diverse celebrità che hanno varcato la soglia di via dei Pianellari. Oltre al valore artistico, l’ambiente stesso è stato spesso indicato come un luogo autentico dove riscoprire un pezzo di roma meno conosciuta ai turisti.

I clienti fedeli hanno elogiato la qualità e la cura delle opere, elementi difficilmente replicabili nelle produzioni di massa. Un laboratorio così, sotto lo sguardo attento di un maestro esperto, ha mantenuto un equilibrio tra arte e mestiere che rischia di scomparire se la gestione attuale porterà alla chiusura definitiva. Questo fatto si configura come un danno non solo locale, ma anche culturale.

La decisione della nuova proprietà

Nel contesto della probabile chiusura pesa soprattutto la decisione della nuova società proprietaria dell’edificio. Dopo il cambio di gestione, l’affitto al laboratorio di Codognotto non verrà rinnovato. La mossa della proprietà non ha fornito dettagli espliciti, ma lascia presagire una volontà di modificare l’uso dei locali o di orientare gli spazi verso un altro tipo di attività commerciale.

Questa situazione mette in luce la difficoltà che molte botteghe storiche affrontano nel trovare condizioni sostenibili in contesti urbani che cambiano rapidamente. I contratti di affitto spesso ricalcano le logiche del mercato immobiliare, a discapito di attività radicate e simboliche. Senza interventi mirati o accordi con le amministrazioni locali, i rischi di chiusura diventano sempre più frequenti per questo tipo di imprese artigiane.

L’importanza di tutelare le botteghe storiche nella capitale

Il caso di via dei Pianellari richiama l’attenzione sulla necessità di preservare le botteghe storiche della città, elementi che contribuiscono a mantenere viva l’identità e i valori locali. Ogni laboratorio artigianale racconta storie, tecniche e modi di lavorare che rischiano di scomparire davanti alle trasformazioni urbane.

Intervenire per salvaguardare simili attività non serve solo a conservare l’aspetto estetico delle vie, ma rappresenta un investimento sul patrimonio culturale di roma. Le amministrazioni comunali e le associazioni di quartiere vengono spesso involve in queste battaglie per mantenere aperti spazi dove si conserva la memoria collettiva e dove la comunità si riconosce. L’attenzione verso la bottega di Codognotto si inserisce in un contesto più ampio di tutela del tessuto urbano e sociale.

Una chiusura definitiva cancellerebbe non solo un pezzo di artigianato, ma un punto di contatto umano fondamentale nel cuore di roma. Il dibattito sul futuro di questi spazi resta aperto, mentre cresce la tensione tra esigenze commerciali e conservazione del patrimonio locale.

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