Un carabiniere del nucleo operativo e radiomobile di Ancona è sotto processo per aver sparato durante un inseguimento in città nel 2023. La vittima, un uomo di 57 anni residente a Osimo, ha chiesto un risarcimento di 120mila euro dopo essere stato ferito da un colpo di pistola che gli ha provocato la perdita di un rene. L’episodio aveva avuto luogo nel quartiere Posatora, con conseguenze giudiziarie che ora trovano spazio in tribunale.
Dettagli dell’inseguimento e dinamica dello sparo avvenuto nel 2023
Era la notte tra il 6 e il 7 marzo 2023 quando un 57enne, alla guida di una Volkswagen Polo con targa clonata e patente scaduta da anni, ha violato un posto di blocco ad Ancona. Il carabiniere, nel tentativo di fermarlo, ha dovuto affrontare una situazione che si è trasformata in un inseguimento per le vie del capoluogo marchigiano, terminando nel quartiere Posatora. Durante la fase finale dell’inseguimento, il conducente aveva provato a investire il militare in retromarcia. A quel punto, il carabiniere ha sparato con la pistola d’ordinanza, colpendo l’uomo alla schiena.
Le condizioni della vittima sono risultate gravi: l’uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico urgente e ha perso un rene a causa della ferita da arma da fuoco. La gravità dell’accaduto ha poi fatto scattare un’inchiesta che ha portato all’avvio di un procedimento penale nei confronti del militare.
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Procedimento giudiziario e accuse rivolte al carabiniere
Il carabiniere, un 49enne originario del Lazio ma residente ad Ancona, è stato iscritto sul registro degli imputati con l’accusa principale di lesioni personali per eccesso colposo nell’uso dell’arma. Il pm ha inoltre contestato altre due accuse: falsità ideologica e depistaggio, in quanto nel verbale originale il militare aveva affermato di aver sparato due colpi, mentre l’inchiesta ha rilevato che i colpi erano in realtà tre.
Questo procedimento è in corso davanti al giudice per le udienze preliminari Francesca De Palma. L’udienza è stata aggiornata al 3 novembre 2025 per ulteriori approfondimenti. Il carabiniere è difeso dall’avvocato Elisa Gatto. Nel corso del processo il ministero dell’interno è stato chiamato in causa come responsabile civile sulla richiesta di risarcimento avanzata dalla vittima tramite il suo avvocato Ennio Tomassoni.
Implicazioni legali e richieste di risarcimento avanzate dalla vittima
Il conducente ferito, costituendosi parte civile, ha chiesto un risarcimento danni di 120mila euro. Alla base della richiesta vi sono le conseguenze fisiche subite, in particolare la perdita di un rene, e le circostanze del ferimento, considerate eccessive rispetto alla necessità di fermare la vettura.
La vicenda solleva interrogativi sulle modalità dell’uso della forza da parte delle forze dell’ordine in situazioni di inseguimento e sulla correttezza delle dichiarazioni rese nei verbali ufficiali. Se il giudice dovesse accogliere la richiesta di risarcimento, il ministero dell’interno potrebbe essere chiamato a rispondere al pari del carabiniere.
Nei prossimi mesi, il tribunale di Ancona procederà con la fase dibattimentale per chiarire con precisione responsabilità e fatti. La complessità del caso e la rilevanza delle accuse sottolineano l’attenzione riservata a queste situazioni nel contesto della sicurezza pubblica e dei diritti dei cittadini coinvolti.