Il Centro Parkinson dell’Asst Gaetano Pini-Cto di Milano ha sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale capace di prevedere come si evolverà la malattia di Parkinson nei pazienti sottoposti a stimolazione cerebrale profonda . Questo strumento anticipa di una settimana le variazioni del quadro clinico, permettendo così un intervento tempestivo e personalizzato del trattamento neurologico. Lo studio, frutto di una collaborazione tra diversi enti, è stato pubblicato su Npj Parkinson’s Disease, rivista del gruppo Nature.
La neurostimolazione profonda e l’importanza del monitoraggio continuo
La stimolazione cerebrale profonda si basa sull’impianto di elettrodi in specifiche aree del cervello, come il nucleo subtalamico o il globo pallido interno. Questi elettrodi sono collegati a un dispositivo sottocutaneo, simile a un pacemaker, che invia impulsi elettrici per modulare l’attività neuronale. L’intervento chirurgico, eseguito con precisione dall’équipe guidata da Marco Locatelli al Policlinico di Milano, è cruciale per il successo della terapia. Un posizionamento accurato degli elettrodi influenza direttamente l’efficacia del trattamento e la qualità della vita dei pazienti con parkinson in fase avanzata.
Dopo l’impianto, molti pazienti subiscono regolari controlli e regolazioni. La novità introdotta dal centro milanese riguarda il monitoraggio continuo a domicilio del segnale cerebrale, che consente di raccogliere dati in tempo reale. Questa pratica permette di adattare la stimolazione in maniera più precisa rispetto ai metodi tradizionali, che impongono parametri fissi per tutto il periodo. I dispositivi di ultima generazione offrono la possibilità di variare la corrente elettrica in base ai segnali neurali specifici del momento.
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Il nuovo algoritmo descritto nello studio sfrutta i dati continui della stimolazione per prevedere l’andamento della malattia con una settimana di anticipo. Il software analizza i segnali cerebrali registrati nei pazienti che utilizzano la Dbs adattativa, modulando automaticamente la terapia in base alle necessità emerse. Questa capacità di “leggere nel futuro” apre la strada a interventi più rapidi e mirati, riducendo il rischio di aggravamento dei sintomi e migliorando il controllo clinico.
Il progetto nasce da un lavoro congiunto tra il Centro Parkinson milanese e l’Istituto di Biorobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. I ricercatori Salvatore Falciglia e Laura Caffi, dottorandi impegnati in un dottorato internazionale, sono tra gli autori principali. Il contributo scientifico si è esteso anche all’università di Würzburg in Germania, con la collaborazione della dottoressa Chiara Palmisano.
Rete di collaborazioni e il ruolo della fondazione pezzoli
Il Centro Parkinson dell’Asst Pini-Cto si avvale di una rete di strutture sanitarie lombarde, come l’Asst Santi Paolo e Carlo e l’Irccs San Gerardo di Monza, per gestire l’alto numero di interventi necessari. Ogni anno, oltre 7mila pazienti varcano le porte del centro, con più di 1.500 nuovi casi. La Fondazione Pezzoli ha sostenuto il progetto, contribuendo a dare impulso alle attività di ricerca e a tradurre le innovazioni in pratiche cliniche concrete.
Gianni Pezzoli, presidente della fondazione, ha evidenziato come l’impegno con i malati si concretizzi in iniziative che spaziano dalle terapie preventive a quelle più tecnologiche e avanzate. La collaborazione tra centri e la raccolta di dati sistematici sono fondamentali per migliorare l’efficacia dei trattamenti destinati a chi convive con il parkinson avanzato.
Stimolazione cerebrale profonda adattativa e prospettive future
La stimolazione cerebrale profonda adattativa differisce dalla modalità tradizionale poiché adegua in tempo reale l’erogazione degli impulsi elettrici in base al segnale cerebrale del paziente. Questo segnale viene utilizzato come marcatore dei sintomi, permettendo così una regolazione automatica e continua. Oltre l’80% dei pazienti preferisce questa tecnica per i benefici avvertiti nella personalizzazione e nell’efficacia del trattamento.
Gli specialisti coinvolti immaginano un futuro in cui gli algoritmi di intelligenza artificiale non solo regolino la terapia ma anticipino le esigenze terapeutiche. L’obiettivo è lo sviluppo di “neuroprotesi intelligenti” in grado di migliorare il recupero funzionale complessivo. Questi dispositivi potrebbero rappresentare un significativo passo avanti nella gestione della malattia di Parkinson, trasformando radicalmente la quotidianità dei pazienti.
Diffusione e accessibilità della stimolazione cerebrale profonda in italia
La stimolazione cerebrale profonda rimane ancora poco diffusa in Italia. Secondo l’Asst Pini-Cto, solo 300 pazienti su circa 2mila che potrebbero beneficiarne subiscono l’intervento ogni anno. La diffusione di queste tecniche dipende da una squadra multidisciplinare di specialisti e da reti di collaborazione che uniscono diverse strutture sul territorio.
Paola Lattuada, direttore generale dell’Asst Gaetano Pini-Cto, sottolinea la necessità di maggiore interesse e investimenti su queste terapie innovative. La rete aperta dalle strutture lombarde mira a rispondere alla domanda crescente, mettendo a disposizione le nuove opportunità di cura e monitoraggio per offrire trattamenti più mirati e tempestivi a chi soffre di malattia di Parkinson.