Il 2025 si è rivelato un anno difficile per il turismo nella zona del Vesuvio. I dati estivi parlano chiaro: le presenze sono calate del 30% rispetto al 2024. Ercolano, con i suoi celebri scavi archeologici patrimonio Unesco, e i paesi vicini faticano a riempire hotel e strutture ricettive, che viaggiano intorno alla metà della loro capacità. Dietro a questo calo ci sono diversi fattori: dai danni causati dagli incendi alle difficoltà nei trasporti, fino alla fuga dei turisti verso mete straniere più economiche.
Ercolano e gli scavi: un gioiello messo in crisi dal calo di visitatori
Ercolano rimane una delle tappe principali lungo la costa vesuviana, famosa in tutto il mondo per l’antica città romana sepolta dall’eruzione del 79 d.C.. Tuttavia, nell’estate appena passata, sia il centro storico che i siti archeologici hanno registrato un afflusso di visitatori molto ridotto. Le strutture ricettive non hanno superato il 50% della loro capacità normale, un campanello d’allarme per chi lavora nel turismo locale. Questo calo si riflette immediatamente sulle attività commerciali e culturali della zona, mettendo a rischio anche la conservazione dei beni.
Luca Coppola, presidente del Consorzio Costa del Vesuvio, descrive una situazione complicata. Le cause vanno ben oltre la semplice flessione stagionale. In cima alla lista ci sono gli incendi recenti che hanno colpito il Vesuvio, bruciando ampie zone del parco e complicando l’accesso. Questi eventi hanno anche rovinato l’immagine di una delle attrazioni più importanti del Sud Italia. Il danno ambientale ha subito ripercussioni sul turismo, frenando visite naturalistiche ed escursioni legate al vulcano.
Incendi Sul Vesuvio: un colpo duro per l’ecosistema e il turismo
Le settimane di incendi sul Vesuvio hanno lasciato il segno. Il Parco Nazionale, che ospita una biodiversità unica e sentieri molto frequentati da escursionisti e amanti della natura, ha subito danni pesanti. Ettari di macchia mediterranea e boschi sono stati carbonizzati, compromettendo non solo un patrimonio naturale ma anche un richiamo fondamentale per il turismo.
Queste emergenze hanno messo in allarme gestori di siti culturali e strutture turistiche, che si sono trovati con un paesaggio vesuviano meno accessibile e meno attraente in questa stagione. La sicurezza dei visitatori e delle guide è diventata un problema serio durante gli incendi, con accessi e percorsi bloccati per giorni.
Le autorità locali e regionali si sono mosse con iniziative di prevenzione e recupero, coinvolgendo enti scientifici e esperti. L’obiettivo è non solo contenere i danni, ma anche rilanciare il territorio con eventi culturali e scientifici che mettano insieme natura e storia in modo nuovo. Il coinvolgimento di università e associazioni del Terzo Settore potrebbe aprire la strada a una rigenerazione più ampia, capace di andare oltre la crisi attuale.
Trasporti in tilt: il nodo irrisolto della Circumvesuviana a Ercolano
Uno dei problemi più pesanti per l’area vesuviana resta la rete dei trasporti, in particolare la linea Circumvesuviana. Questo servizio, che collega Napoli ai comuni ai piedi del vulcano, presenta da tempo problemi strutturali e organizzativi che ne riducono l’efficienza. Nonostante la forte richiesta turistica, la fermata “Direttissimo” a Ercolano è stata soppressa. Una decisione che limita molto l’accesso rapido al sito Unesco e alle altre attrazioni, soprattutto per chi si muove con i mezzi pubblici.
Luca Coppola ha lanciato un appello per riattivare quella fermata, una richiesta condivisa da tutto il mondo dell’ospitalità e della cultura vesuviana. Senza un collegamento diretto, chi non ha l’auto deve affrontare tempi di viaggio più lunghi e difficoltà maggiori, fattori che scoraggiano anche i turisti italiani.
La Circumvesuviana è fondamentale non solo per il turismo, ma anche come strumento per gestire in modo sostenibile i flussi di visitatori. Rimettere in sesto la linea e aggiungere fermate strategiche potrebbe dare nuova energia al territorio, rendendo più semplice e piacevole la visita ai vari siti.
Rilancio in vista: l’idea di una Destination Management Organization per il Vesuvio
Di fronte a una situazione così complessa, gli operatori vedono una sola via: agire insieme, in modo coordinato. Il Consorzio Costa del Vesuvio propone di creare una Destination Management Organization dedicata all’area vesuviana. Lo scopo è mettere in rete tutta l’offerta turistica, con una governance unica che semplifichi la vita ai visitatori.
In pratica, la DMO si occuperebbe di coordinare informazioni, biglietti, eventi, trasporti e servizi, eliminando gli ostacoli e rendendo più chiaro e facile l’accesso all’intera zona. Sarebbe una piattaforma che unisce musei, parchi, siti storici e prodotti culturali senza differenze tra luoghi più o meno noti. Creare questa rete potrebbe attirare nuovi visitatori e migliorare la sostenibilità economica del territorio.
Il progetto punta anche a integrare eventi culturali e valorizzare le tradizioni locali. Un passo importante per dare un’identità forte e condivisa al turismo attorno al vulcano.
Un circuito culturale da Portici a Pompei: una proposta per valorizzare tutto il territorio
La visione del Consorzio Costa del Vesuvio non si limita a Ercolano, ma guarda a un percorso più ampio lungo la storica Strada Regia delle Calabrie. L’idea è collegare il Museo Ferroviario di Pietrarsa, la Reggia di Portici, il parco archeologico di Ercolano e Pompei. Insieme, questi luoghi formano un patrimonio storico e culturale che racconta secoli di storia locale e nazionale.
Coinvolgere università e enti no-profit rafforzerebbe l’aspetto scientifico ed educativo del circuito. Un’offerta in grado di attirare visitatori interessati a esperienze diverse: dalla storia antica all’archeologia industriale, passando per il patrimonio reale e archeologico.
Se riusciranno a fare sistema e a coordinarsi, il turismo in zona potrà riprendere slancio. Altrimenti, senza un progetto condiviso e un piano marketing mirato, il rischio è che la regione continui a perdere visitatori, danneggiando in modo duraturo uno degli angoli più preziosi per la cultura italiana e internazionale. L’autunno che arriva sarà la prova più dura per capire se il Vesuvio saprà reagire.