Trump torna dagli sceicchi con profitti miliardari ma si scontra con la suprema corte e tensioni interne crescenti

Trump torna dagli sceicchi con profitti miliardari ma si scontra con la suprema corte e tensioni interne crescenti

Donald Trump torna a Washington con successi economici dal Golfo, ma affronta scontri politici e legali con la Corte suprema, tensioni sociali in Georgia e polemiche su diritti civili e autoritarismo.
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L'articolo riporta il ritorno trionfale di Donald Trump da un viaggio economico nel Golfo, ma evidenzia le crescenti tensioni politiche interne, i conflitti con la Corte Suprema, gli scontri con figure pubbliche e le drammatiche conseguenze delle leggi restrittive in Georgia su immigrati e diritti delle donne. - Gaeta.it

Negli ultimi giorni il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto ritorno a Washington con un bottino economico vantato apertamente. Eppure, nonostante il successo sul fronte degli affari nel Golfo, il clima politico dentro e fuori la Casa Bianca si è rapidamente guastato. Tra contrasti con la Corte suprema, scontri con ex agenti federali e accuse rivolte a figure del mondo della cultura, il presidente sembra immergersi in uno scontro aperto con diverse componenti della società americana. Nel frattempo emergono storie significative di tensioni sociali e legali che fotografano un paese attraversato da forti divisioni.

Il rientro e il trionfo economico tra petrodollari e aspettative tradite

Il rientro di Donald Trump da un viaggio nel Golfo Persico è stato accompagnato da dichiarazioni roboanti in una intervista rilasciata a Fox News. Il presidente ha affermato di aver “riportato a casa centinaia di miliardi”, sottolineando i risultati economici ottenuti negli accordi con gli sceicchi. A Washington, la sua visita ha avuto momenti ufficiali e cerimonie con i leader degli stati arabi, ma il clima favorevole è durato poco. All’indomani del ritorno il presidente ha trovato una realtà politica ben diversa, con notizie e voti in commissione contrarie alla sua proposta di legge finanziaria, situazioni che sembrano aver influito sul suo umore. Questa alternanza tra trionfi economici internazionali e difficoltà politiche interne segna il tono dei giorni successivi.

Confronto acceso con la suprema corte sulla costituzionalità del decreto abrogativo

Il momento di scontro istituzionale più rilevante è arrivato con l’audizione preliminare della Corte suprema sul decreto firmato dallo stesso Trump al momento del suo insediamento, un provvedimento che mirava a cancellare lo ius soli negli Stati Uniti. I giudici supremi si sono dichiarati scettici sulla possibilità di mantenere in vigore la legge legata al decreto del 1798, denominata Alien enemy act, che riguarda l’emergenza in tempo di guerra e il rischio di invasione. Hanno sottolineato come quella legge non possa essere usata fino a quando tutte le fasi di appello non saranno esaurite nella giustizia federale. Il presidente ha manifestato la sua frustrazione con dichiarazioni dure contro la Corte suprema, mentre la sentenza definitiva è prevista solo tra alcune settimane. L’impressione è quella di una divisione netta sul piano legale e istituzionale.

Tensioni con ex capo FBI e attacchi a icone della musica: la nuova ondata di minacce e intimidazioni

Dopo la dura giornata alla Corte suprema, Trump si è rivolto contro l’ex direttore del FBI James Comey, che ha visto coinvolto il Secret Service in una vicenda tinta di tensioni personali. Comey aveva pubblicato una foto con delle conchiglie che componevano il numero “8647”, un meme contro Trump che fa riferimento al codice “eighty-six” usato per indicare la rimozione di ingredienti scaduti nei ristoranti, associato al quarantasettesimo presidente. Trump ha interpretato quel gesto come un’istigazione all’assassinio e ha ordinato un interrogatorio attraverso agenti governativi, aumentando il livello di intimidazione attorno al suo ex nemico. Non sono mancati poi attacchi pubblici sui social contro personaggi come Bruce Springsteen e Taylor Swift, quest’ultima definita ignorata dal pubblico dopo le critiche. L’intervento più duro è stato rivolto a Springsteen, che aveva definito l’amministrazione “corrotta e traditrice”. Trump ha replicato con insulti e minacce velate, contribuendo a far salire la tensione nel dibattito pubblico.

Parata militare e immagini di regime per il compleanno di trump al ministero dell’agricoltura

Mentre le polemiche in politica si molestavano, la capitale si è preparata per una grande parata militare prevista per il 14 giugno, giorno del compleanno di Trump. Il ministero dell’agricoltura ha visto l’instaurarsi di gigantesche immagini del presidente, accompagnate da simboli che ricordano le pratiche dei governi autoritari, inclusi stendardi che sovrastano i palazzi governativi. Il dicastero, che ospita i locali in cui verranno sistemati 6000 militari per la cerimonia, rappresenta un palcoscenico insolito per un evento di questo tipo. Il cerimoniale richiama atmosfere quasi parodistiche ma rilancia invece un malessere diffuso attorno alla figura presidenziale e ai suoi metodi di governo. L’uso di simboli così vistosi rafforza le impressioni che la linea autoritaria cresca nelle istituzioni americane.

Casi di violenza e detenzione ingiustificata in georgia: il calvario di una studentessa e la sorte delle sue famiglie

In Georgia emergono episodi che segnalano una dura repressione nei confronti della comunità ispanica. A Dalton, città del nord dello stato con una comunità latina che supera il 50% su 30.000 abitanti, una giovane studentessa universitaria, Ximena Arias Cristobal, è stata arrestata per una violazione minima del codice stradale . La giovane, sprovvista di permessi di soggiorno, è finita in custodia con manette e ferri, posta in un CPR in attesa di espulsione in un paese che conosce poco. La vicenda della ragazza si inserisce in un più ampio quadro di deportazioni di cosiddetti “criminali”, ma la situazione testimonia una campagna che tocca persone integrate nel tessuto sociale da molti anni. Anche il padre di Ximena è stato arrestato, mentre le sorelle cittadine americane vivono con paura che venga portata via anche la madre. Il caso mostra quanto le politiche del governo colpiscano famiglie radicate nel paese, con effetti umani drammatici.

La storia di adriana smith tra legge anti-aborto e stato vegetativo in georgia

Sempre in Georgia un altro caso ha attirato l’attenzione per la crudezza della legge e delle sue conseguenze. Adriana Smith, infermiera di 30 anni, incinta di nove settimane, è stata dichiarata in stato di morte cerebrale dopo un ictus. Le autorità, applicando la legge statale sulla protezione della vita, obbligano a mantenere in vita il feto, anche se affetto da idrocefalia e con possibilità di gravi malformazioni. Smith è tenuta in stato vegetativo in ospedale già da tre mesi, senza possibilità di sospendere i trattamenti a causa delle norme anti-aborto adottate dopo la decisione della Corte suprema federale di abrogare il diritto all’interruzione di gravidanza. Familiari hanno dichiarato di sentirsi senza voce in questo procedimento che considera la vita del feto prioritaria, nonostante la situazione clinica del bambino non sia rassicurante. La vicenda segnala un clima legale e sociale sempre più rigido e soffocante per molte famiglie e pazienti.

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