Trump propone un budget federale da 1,7 trilioni con tagli a NASA e ricerca e rilancio della difesa militare

Trump propone un budget federale da 1,7 trilioni con tagli a NASA e ricerca e rilancio della difesa militare

Il bilancio federale 2026 proposto dall’amministrazione Trump riduce di 163 miliardi le spese, aumenta i fondi per difesa e sicurezza nazionale, mentre taglia drasticamente NASA, ricerca scientifica e programmi sociali.
Trump Propone Un Budget Federa Trump Propone Un Budget Federa
La proposta di bilancio 2026 dell’amministrazione Trump prevede tagli significativi alle spese federali, riducendo fondi per ricerca, ambiente e politiche sociali, mentre aumenta notevolmente il budget per difesa e sicurezza nazionale, con investimenti in ambiziosi programmi spaziali militari e pesanti riduzioni per la NASA e la cooperazione scientifica internazionale. - Gaeta.it

La proposta di bilancio per il 2026 presentata dall’amministrazione Trump prevede una riduzione complessiva delle spese federali di 163 miliardi rispetto all’anno in corso. Il documento assegna fondi in modo molto disomogeneo, privilegiando il dipartimento della difesa e quello della sicurezza nazionale. Gli enti legati alla ricerca scientifica, ambientale e alle politiche sociali affrontano tagli consistenti e calati in un contesto di preoccupazioni per le possibili conseguenze politiche e sociali dovute a questi interventi.

Il bilancio federale più contenuto: tagli generalizzati alle agenzie governative

Il budget di 1,7 trilioni di dollari, il più basso della storia recente, riflette una chiara scelta politica. Diverse agenzie federali subiscono riduzioni finanziarie accentuate. Tra queste, vi sono gli enti scientifici e quelli dedicati ai programmi sociali. Il risparmio punta a stabilizzare il bilancio attraverso tagli, ma rischia di compromettere attività considerate fondamentali nel corso degli anni passati. La manovra, oltre a operare un ridimensionamento lineare in alcuni settori, sposta risorse verso funzioni prioritarie per la sicurezza nazionale.

Il Congresso, chiamato a discutere e approvare il bilancio, mostra preoccupazione soprattutto per l’impatto sociale e le ricadute elettorali di questa strategia. I tagli non sono uniformi e rispecchiano le preferenze dell’esecutivo in carica, con un occhio di riguardo ai comparti giudicati essenziali per l’ordine pubblico e la difesa. Questo scenario apre uno scontro politico atteso, con diverse fazioni parlamentari già pronte a contestare alcune scelte.

Difesa e sicurezza nazionale: aumenti consistenti per spese militari e nuovi programmi spaziali

Nel documento, il dipartimento della difesa riceve un aumento di 113 miliardi di dollari, pari a circa il 13% in più rispetto al budget precedente. Questi fondi permettono di avviare progetti di grande impatto tecnologico e strategico. Tra i programmi più rilevanti emerge il Golden Dome, che vuole estendere il modello dello Iron Dome usato in Israele, ma su una scala decisamente superiore.

L’obiettivo è costruire un sistema di difesa basato su satelliti capaci di intercettare missili da qualsiasi luogo. Si parla di una rete con centinaia o addirittura mille satelliti in orbita. Questo rappresenta un salto importante nel campo delle armi spaziali, un ambito fino a ora poco sviluppato ma oggetto di attenzione crescente. L’investimento per questo progetto è stimato in circa 830 miliardi nell’arco di venti anni, con 175 miliardi allocati nei primi tre anni.

Sul piano industriale, questa iniziativa è favorevole soprattutto per aziende come SpaceX, che saranno direttamente coinvolte nelle forniture e nella gestione delle componenti spaziali. Non manca però lo scetticismo, anche perché si rivede un’idea simile alla Strategic Defence Initiative degli anni ’80, abbandonata per i costi elevati.

La nasa sotto pressione: riduzioni drastiche e stop al progetto gateway

Tra i tagli più pesanti c’è quello alla NASA, che vede il suo budget calare del 24%, passando da 25,4 a 18,8 miliardi di dollari. Questi valori riportano il finanziamento sostanzialmente ai livelli del 1980, tenendo conto dell’inflazione. La sforbiciata colpisce vari programmi scientifici e tecnologici, tra cui il progetto Gateway, una piccola stazione lunare sviluppata in collaborazione con agenzie internazionali come l’Esa, la Csa canadese, la Jaxa giapponese e il Bin Rashid Space Center degli Emirati Arabi.

Il progetto Gateway prevede inoltre moduli come Halo, già in fase avanzata di costruzione da parte di Thales Alenia Space di Torino. I tagli rischiano di compromettere accordi internazionali e rallentare la cooperazione scientifica spaziale. Meno fondi significano anche la cancelazione graduale del Space Launch System e il futuro abbandono della capsula Orion, entrambe fondamentali per il programma Artemis che punta al ritorno umano sulla Luna.

Con l’entrata in operatività di Starship, lo sviluppo tecnologico guida verso soluzioni più “economiche”, che riducono il ruolo di altre aziende come Boeing, Lockheed Martin e Northrop Grumman. Queste modifiche finanziarie creano tensioni nel comparto aerospaziale e nella politica spaziale nazionale.

Le conseguenze per la ricerca scientifica e le iniziative ambientali

Il calo di finanziamenti non si limita alla sola esplorazione spaziale: l’intera ricerca scientifica risente di un ridimensionamento pesante. La NASA dovrà ridurre il sostegno a settori come l’astrofisica, la planetologia e la fisica solare. Il taglio interessa anche programmi legati al cambiamento climatico e alle energie pulite. Gli studi su questi temi, che hanno prodotto dati e risultati significativi negli ultimi anni, dovranno fare i conti con risorse scarse.

Tra i risultati più recenti c’è l’analisi dei campioni dell’asteroide Bennu, che ha rivelato la presenza di migliaia di molecole organiche, comprese molte basi fondamentali del DNA e RNA. Queste scoperte vanno verso una migliore comprensione dell’origine della vita sulla Terra. Riducendo la ricerca, si rischia di compromettere ulteriori studi che potrebbero portare a risposte importanti sul nostro passato e futuro.

Gli ordini perentori dall’amministrazione impediscono inoltre di finanziare iniziative che riguardano la parità di genere e l’inclusione delle minoranze all’interno delle agenzie federali. Tali scelte generano critiche dal mondo scientifico e dalle associazioni che avevano ottenuto risultati in questi ambiti.

Le risorse disponibili per la NASA sono quindi sempre più vincolate alle priorità politiche del momento, condizionando ciò che potrà essere realizzato nei prossimi anni, anche in un campo delicato come quello della collaborazione internazionale nello spazio.

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