Trump minaccia dazi del 50% sull'europa per un presunto deficit commerciale di 250 miliardi di dollari

Trump minaccia dazi del 50% sull’europa per un presunto deficit commerciale di 250 miliardi di dollari

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione europea si intensificano con la minaccia di dazi fino al 50% sulle merci europee, mentre i dati del 2023 mostrano un saldo commerciale più equilibrato del previsto.
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L’articolo analizza la minaccia di Donald Trump di imporre dazi fino al 50% sulle merci europee, evidenziando le reali dinamiche commerciali tra Stati Uniti e Unione europea, con un focus su numeri, impatti per consumatori e il ruolo crescente dei servizi negli scambi transatlantici. - Gaeta.it

Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione europea tornano al centro del dibattito con l’annuncio del presidente Usa di un possibile aumento dei dazi sulle merci europee. Il riferimento è a un presunto deficit commerciale da 250 miliardi di dollari, che potrebbe far scattare tariffe del 50% dal primo giugno. Le cifre reali e le ripercussioni di questa mossa sono state oggetto di confronto in una recente puntata di “Numeri” su Sky TG24, svelando dettagli meno scontati sulla dinamica commerciale tra i due continenti.

Le ragioni dietro la minaccia di donald trump sulle tariffe

Donald Trump ha definito il rapporto commerciale con l’Europa come squilibrato e inaccettabile. Nel suo discorso del 23 maggio, ribadito anche attraverso il social Truth, il presidente ha descritto l’Unione europea come un blocco economicamente ostile agli Stati Uniti, con le sue “forti barriere commerciali” e sistemi di IVA che, a suo dire, penalizzano i produttori americani. Ha citato inoltre pratiche come sanzioni alle aziende americane e presunte manipolazioni monetarie, elencando una serie di ostacoli che, nella visione di Trump, avrebbero portato a un deficit commerciale annuale di circa 250 miliardi di dollari.

Il presidente ha messo in chiaro che non ha intenzione, almeno per ora, di negoziare con Bruxelles. L’ipotesi di imporre dazi fino al 50% sulle importazioni europee rappresenta quindi una mossa con cui Trump intende forzare l’Europa a rivedere le sue politiche commerciali. Un’escalation che potrebbe modificare le dinamiche tra le due potenze economiche, aggravando tensioni già presenti su altri fronti geopolitici.

L’effetto pratico delle nuove tariffe sulle merci europee negli stati uniti

Per comprendere l’impatto delle possibili nuove tariffe del 50% sulle merci europee, basta un esempio concreto. Prendiamo una bottiglia di champagne francese, con un costo di 100 dollari al momento dell’imbarco verso gli Usa. Se venisse imposta la nuova tassa, il prezzo alla dogana salirebbe a 150 dollari, un aumento che verrebbe poi trasferito in larghezza sui consumatori americani, senza che i produttori europei abbiano benefici diretti da quella tassa.

Questo schema di trasferimento dei costi è stato già osservato in passato. Nel 2018, con i dazi imposti sui prodotti cinesi, è emerso che il 95% dell’onere ricadeva sui consumatori Usa. Le aziende cinesi avevano leggermente ridotto i prezzi per evitare un calo delle vendite, ma la spesa finale per l’utente americano era salita. Quindi, anche con la nuova ipotesi europea, è molto probabile che l’impatto diretto ricada sui consumatori statunitensi piuttosto che sui produttori europei.

Il reale bilancio commerciale tra stati uniti e unione europea

Trump sostiene che gli Usa subiscano un deficit da 250 miliardi di dollari nei confronti dell’Europa. Tuttavia i dati del 2023 raccontano una storia diversa. Le importazioni europee negli Usa sono state per circa 502 miliardi di dollari, mentre le esportazioni americane verso il Vecchio Continente si sono attestate intorno ai 344 miliardi. Lo scarto quindi esiste ma è inferiore di oltre il 50% rispetto alla cifra avanzata dal presidente.

Il valore del commercio bilaterale va analizzato senza limitarsi solo alle merci materiali. Spesso nelle dispute commerciali si trascurano le componenti legate ai servizi digitali e finanziari, che rappresentano una porzione significativa degli scambi tra Usa e Ue. Quando si sommano anche questi settori, la differenza tra import ed export si assottiglia. Nel 2023, secondo i dati, il flusso totale di servizi e merci aveva un saldo di 795 miliardi contro 743, un equilibrio ben più stretto rispetto ai soli dati delle merci.

L’importanza dei servizi negli scambi transatlantici

Nel considerare le dinamiche commerciali tra Stati Uniti e Unione europea, non si può ignorare il peso crescente dei servizi digitali. Ad esempio, un abbonamento a servizi come ChatGPT, prodotti tecnologici o consulenze finanziare entrano a pieno titolo nel commercio internazionale e contribuiscono a bilanciare le importazioni e le esportazioni.

Questa componente, sfuggita spesso nelle prime fasi delle discussioni sui dazi, mostra come le economie europee e americane siano intrecciate molto più profondamente di quanto appaia solo guardando alle merci fisiche. Il saldo commerciale, perciò, non può essere interpretato solo con le percentuali delle esportazioni o importazioni materiali, ma va valutato nella sua complessità.

Le proteste di Trump e la minaccia delle tariffe al 50% hanno riacceso un dibattito che coinvolge i numeri reali e le implicazioni per consumatori e produttori su entrambi i fronti dell’Atlantico. Le prossime settimane saranno decisive per capire se ci sarà una rivalutazione delle strategie commerciali o un aggravarsi delle tensioni con impatti concreti su economia e mercati internazionali.

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