L’ultima mossa di Donald Trump nel confronto con l’Unione europea rilancia la guerra commerciale tra Usa e Europa. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il presidente americano ha stabilito una soglia minima sui dazi alle importazioni europee, posizionandoli tra il 15 e il 20%. Questi livelli restano più bassi della tariffa massima proposta di 30%, ma superano ampiamente l’attuale 10% che la Commissione europea aveva accettato come base. Lo scenario si fa quindi più complesso tanto per le relazioni politiche quanto per gli scambi commerciali, con possibili ripercussioni immediate su diversi comparti.
Scontro Usa-ue: la posizione di trump spinge a dazi più alti e tensioni in crescita
Donald Trump continua a mostrare durezza nella trattativa commerciale con l’Unione europea. La richiesta di abbassare i dazi sull’importazione di auto, avanzata da Bruxelles, è stata respinta. Le tariffe restano quindi ferme al 25% per questo settore, mantenendo un punto critico non risolto nelle negoziazioni. Parallelamente, gli Stati Uniti mantengono dazi del 50% su acciaio e alluminio provenienti dall’UE, misure che Bruxelles ha contestato più volte. Questa strategia rigida di Washington sembrerebbe voler rafforzare la pressione sui partner europei, lasciando pochi margini per compromessi sostanziali.
Il presidente Trump ha fissato un livello minimo per i dazi, tra il 15 e il 20%, inferiore al picco indicato di circa il 30%, ma comunque molto più alto della tariffa base del 10% auspicata dall’Unione europea. La scelta di questo intervallo indica una volontà di trattare senza cedere troppo nei confronti europei, mantenendo una linea dura. Questa soglia sarebbe comunque sufficiente a rallentare l’attività commerciale tra i due blocchi e a far salire la tensione politica intorno alle questioni tariffarie.
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Le reazioni di bruxelles e le contromisure programmate contro i prodotti made in usa
Dopo il recente incontro a Washington, il commissario europeo al commercio Maros Sefcovic ha riferito agli ambasciatori dell’UE la situazione del negoziato. Secondo quanto emerge, un dazio compreso tra il 15 e il 20% rappresenterebbe un ritorno alla fase di forte attrito nei rapporti commerciali, aumentando il rischio di contromisure da parte europea. Bruxelles ha preparato una lista di beni di provenienza statunitense da colpire in caso di mancato accordo. Questi prodotti ammontano ormai a un valore di 21 miliardi di euro e includono articoli come il pollo e i jeans, categorie già pronte per l’introduzione di tariffe dal 6 agosto 2025.
Non solo. La Commissione europea ha predisposto una ritorsione più ampia che riguarda importazioni per 72 miliardi di euro, fra cui aerei Boeing e bourbon. L’attivazione di questo pacchetto sarebbe una risposta diretta alla persistenza delle barriere tariffarie americane e rappresenta un’escalation del conflitto commerciale. È inoltre allo studio un terzo gruppo di sanzioni che coinvolgerebbe i servizi digitali e le entrate pubblicitarie online, ampliando così la portata delle misure di contenimento verso gli Stati Uniti.
Il commento di antonio tajani sulle ripercussioni dei nuovi dazi per i settori europei
Il ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani ha spiegato la posizione dell’Italia rispetto alla proposta di dazi fissata da Trump. Ha sottolineato che, pur considerando il 15% come tariffa ancora elevata, è necessario valutare quali prodotti saranno coinvolti e come si articolerà nel complesso l’accordo finale. Tajani ha precisato che la questione non si riduce solo alla percentuale ma ai singoli settori e ai possibili picchi tariffari che potrebbero colpire determinate industrie. In particolare, alcuni comparti specifici potrebbero trovarsi a dover affrontare barriere più gravose rispetto ad altri, cambiando di fatto la competitività sul mercato.
L’approccio italiano evidenzia una certa cautela nel giudicare l’eventuale intesa, rimarcando che la negoziazione si gioca anche sulla distribuzione delle tariffe per prodotto. L’attenzione resta rivolta ai dettagli, perché una percentuale apparentemente contenuta può nascondere difficoltà significative a seconda delle categorie interessate. Il contesto resta quindi molto incerto e altamente dipendente dagli sviluppi diplomatici tra Bruxelles e Washington.
La situazione aperta intorno ai dazi imposti da Trump mantiene viva la possibilità di uno scontro commerciale di grandi dimensioni, con effetti già tangibili nelle strategie di import-export di Europa e Stati Uniti. Gli scenari futuri dipenderanno molto dalla capacità delle parti di trovare un’intesa che riesca a bilanciare interessi economici e pressioni politiche.