La Camera argentina di Cassazione penale ha ribaltato una decisione precedente riguardante Leonardo Bertulazzi, ex membro delle Brigate Rosse. Il tribunale ha sospeso l’ordine di revoca dei domiciliari emesso dalla giudice María Servini, che disponeva il suo trasferimento in carcere per un presunto rischio di fuga. La vicenda coinvolge questioni di estradizione e diritti legali in un contesto complesso.
La sentenza della cassazione e il nuovo pronunciamento richiesto
Il tribunale di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla difesa di Bertulazzi, imponendo la necessità di riesaminare la misura cautelare. Il collegio giudicante, composto da tre giudici, si è espresso con due voti favorevoli e uno contrario: Angela Ledesma e Alejandro Slokar hanno sostenuto la revoca della decisione della giudice Servini, mentre Guillermo Yacobucci ha espresso parere diverso. Il tribunale ha richiamato l’attenzione sulla necessità di valutare l’età avanzata di Bertulazzi, attualmente 73 anni, e il suo status di rifugiato che, secondo la Cassazione, resta valido. Questo avviso impone un nuovo esame della misura cautelare per decidere se mantenere o meno i domiciliari. Il processo si riapre quindi senza un verdetto definitivo.
Implicazioni dell’età e dello status di rifugiato nel procedimento
L’età di Bertulazzi ha giocato un ruolo centrale in questa vicenda giudiziaria. Per il collegio di Cassazione, i 73 anni dell’ex brigatista rappresentano un fattore da considerare nella valutazione del rischio di fuga. Lo stato di salute e le condizioni di vita in carcere tendono a essere differenti rispetto a quelle in libertà vigilata, soprattutto per soggetti anziani. Inoltre, il suo status di rifugiato in Argentina, che garantisce una certa protezione legale internazionale, ha contribuito a modificare l’approccio del tribunale rispetto alla detenzione cautelare. Il rifugio è ancora riconosciuto, nonostante le richieste di estradizione avanzate dall’Italia, che chiedono il suo ritorno per rispondere di fatti legati al passato militante nelle Brigate Rosse.
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L’attesa della decisione del tribunale amministrativo sull’estradizione
Ora la palla passa al tribunale amministrativo che dovrà pronunciarsi sullo status di rifugiato di Bertulazzi. La sua posizione legale dipende in larga misura da questa decisione. L’Italia ha espresso pubblicamente la volontà di procedere con l’estradizione, per rimettere l’ex brigatista sotto la giurisdizione italiana e sottoporlo a processo per i reati commessi negli anni di attività terroristica. L’esito di questo procedimento potrebbe determinare il suo futuro legale e personale. Nel frattempo, Bertulazzi resta agli arresti domiciliari, in attesa che il giudice amministrativo definisca se mantenere lo status di rifugiato o meno. L’intero caso si trova quindi in una fase di stallo, fra questioni giuridiche complesse e le tensioni politiche tra Italia e Argentina.