Trump avrebbe detto agli europei che putin vuole vincere la guerra e non pensa a fermarsi

Trump avrebbe detto agli europei che putin vuole vincere la guerra e non pensa a fermarsi

La telefonata tra Donald Trump e i leader europei evidenzia divisioni sulle sanzioni a Mosca e un possibile ridimensionamento del sostegno Usa all’Ucraina, mentre la Germania si prepara a intensificare aiuti militari e economici.
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La telefonata tra Donald Trump e i leader europei ha evidenziato divisioni sul sostegno all’Ucraina e sulle sanzioni a Mosca, segnando una possibile riduzione del supporto americano e un cambio di strategia tedesca in vista di un conflitto prolungato e complesso. - Gaeta.it

La recente telefonata tra Donald Trump e i leader europei ha riacceso le preoccupazioni sulla durata e l’esito del conflitto in Ucraina. Lo scambio ha mostrato divisioni sulle sanzioni contro Mosca e sugli sforzi per arrivare a un accordo di pace. Quanto emerso dalle conversazioni, accompagnato dalle parole di esponenti politici tedeschi, sottolinea un cambio di rotta nel sostegno occidentale e un atteggiamento di prudenza crescente rispetto alla presunta volontà del Cremlino di proseguire la guerra.

La telefonata tra trump e i leader europei, merz «scioccato» dalle posizioni di washington

La chiamata tra Donald Trump e i leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro italiano Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, Donald Tusk e Keir Starmer, ha avuto luogo a Berlino dopo un lungo bilaterale tra Trump e Putin. La discussione ha impressionato Merz, che è stato definito “scioccato” da alcune posizioni emerse, in particolare dal rifiuto di Trump di sostenere nuove sanzioni contro la Russia.

Il cancelliere tedesco, che aveva chiesto misure più severe durante una visita a Kiev, ha visto svanire quelle aspettative. Trump avrebbe infatti comunicato che Putin non intende fermare il conflitto, sicuro di poter vincere, e che lui non appoggerà ulteriori sanzioni finché non partiranno negoziati di pace reali. La telefonata è stata definita come una “svolta” nelle relazioni Usa-Europa sull’Ucraina: segnerebbe una possibile diminuzione dell’appoggio americano al governo di Kiev.

Testimoni o addetti ai lavori tedeschi hanno raccontato come Trump sembri lasciare a Putin il tempo necessario per consolidare le sue posizioni sul campo. Questo ha spinto il governo tedesco a modificare il proprio linguaggio, abbandonando toni ottimistici e riconoscendo la difficoltà di una pace rapida. Merz si trova ora a dover gestire le aspettative contrastanti tra la sua posizione iniziale e la realtà di Washington.

La nuova strategia tedesca tra aiuti all’ucraina e possibili misure militari

Nonostante le delusioni, il governo tedesco mantiene un impegno concreto verso Kiev. Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha dichiarato che la Russia non mostra segnali di volontà di porre fine al conflitto, spingendo la Germania a prepararsi a un sostegno più intenso. È stato preso in considerazione il ritorno della leva obbligatoria per rafforzare le forze armate, mentre l’organico del Bundeswehr viene incrementato. Queste mosse rispondono a un timore diffuso nel governo che la guerra possa allungarsi e intensificarsi.

Il cancelliere Merz ha ribadito che la Germania è pronta ad aumentare la pressione economica sulla Russia e a fornire maggior supporto militare finanziario e logistico all’Ucraina. Le riserve di fondi, assicura, non rappresentano un limite. Questi sviluppi indicano un cambio di passo nel modo di prepararsi a una guerra che potrebbe non terminare presto e che richiederà sforzi organizzativi e materiali importanti.

Al netto di questi piani, resta però una sensazione di precarietà nel governo tedesco, causata dal fatto che gli Stati Uniti rappresentano una variabile decisiva. La cooperazione transatlantica è alla base di molte decisioni, e la risposta di Trump ha complicato i programmi europei.

Le condizioni sul campo: nuove regioni coinvolte e offensiva russa in atto

Sul fronte militare la situazione sembra confermare le previsioni pessimistiche. Esperti militari tedeschi hanno segnalato che Putin non ha mai considerato davvero un cessate il fuoco. Invece il tempo ottenuto grazie alle trattative sembrerebbe servire per rafforzare la presenza russa e lanciare una nuova offensiva. Non solo nelle quattro regioni già annesse, ma anche in zone come Sumy, Kharkiv e Dnipropetrovsk, presto potrebbero intensificarsi i combattimenti.

Questo allarga l’area di scontro a sette regioni contestate, complicando ulteriormente ogni possibilità di trattativa. La strategia russa appare quindi volta a consolidare le conquiste territoriali e a metter pressione sulle forze ucraine, rendendo la guerra più difficile da chiudere con un accordo. La presenza russa si rafforza sulla linea del fronte, probabilmente con l’intenzione di migliorare le condizioni per una posizione negoziale più favorevole.

Questa dinamica alimenta preoccupazioni anche nei circoli della Nato, dove si valuta che gli aiuti militari americani potrebbero esaurirsi entro l’estate, lasciando all’Europa l’onere di sostenere ulteriormente l’Ucraina. Per Berlino questo significa non solo aumentare i fondi, ma anche prepararsi a impegni più duraturi.

La difficile relazione transatlantica e la sfida delle prossime settimane

Dal momento in cui Merz ha assunto l’incarico il suo tentativo è stato mantenere un approccio morbido con gli Stati Uniti, cercando di anticipare le necessità di Washington e mantenere buoni rapporti. L’incontro alla Casa Bianca, previsto a breve, sarà un momento chiave. Tuttavia, la telefonata sull’Ucraina lo ha tratto alla realtà: i piani europei potrebbero dover sottostare alle decisioni di Washington.

L’incertezza politica in America, con repubblicani critici e un ex presidente come Trump che cambia posizione a seconda delle circostanze, rende ancora più precario il sostegno americano. La condivisione di intelligence e il supporto di tecnologie come Starlink rimangono fondamentali, ma non è chiaro se saranno garantiti in futuro.

I rappresentanti tedeschi riconoscono che lo scenario più negativo, fino a poco tempo fa considerato remoto, sta diventando reale. La guerra si protrae, la Russia non mostra intenzioni concilianti, e gli alleati occidentali si trovano a dover trovare nuove strategie per sostenere un conflitto tanto complesso quanto ancora lontano da una soluzione.

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