Negli ultimi cento giorni dalla sua rielezione alla Casa Bianca, Donald Trump ha varato una serie di misure che incidono profondamente sulla struttura istituzionale e culturale degli Stati Uniti. Il suo piano include pesanti riduzioni della spesa pubblica rivolta ai servizi sociali, un rafforzamento del budget militare e interventi diretti contro media pubblici e università di prestigio. Le tensioni con i giudici federali e gli attacchi alle grandi aziende tecnologiche segnano un clima politico molto teso nel paese.
Tagli molto forti ai servizi pubblici per finanziare la difesa
La proposta di bilancio per il 2026, presentata il primo maggio, prevede una netta riduzione delle spese non destinate alla difesa. Il piano taglia di quasi 23% i fondi destinati a programmi sociali, ambientali e culturali. In termini assoluti, i tagli ammontano a 163 miliardi di dollari che verranno sottratti a settori come sanità pubblica, istruzione, energie rinnovabili, edilizia popolare e cooperazione internazionale.
Aumento della spesa militare
Nel contempo, Trump vuole aumentare la spesa per la difesa nazionale, con un incremento previsto del 13% rispetto all’anno precedente. Il budget militare potrebbe superare il miliardo di dollari, passando da 892,3 miliardi a oltre 1.010 miliardi. Questo spostamento di risorse punta a rafforzare le capacità militari in un momento di alta tensione geopolitica e di crescente competizione con potenze straniere. La scelta di togliere risorse dagli aiuti sociali per finanziare l’esercito apre un dibattito acceso sulla direzione futura delle politiche pubbliche americane.
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Stop ai finanziamenti dei media pubblici npr e pbs
Un’altra linea d’azione riguarda i media pubblici. Il 1° maggio, Trump ha firmato un ordine esecutivo che blocca i finanziamenti federali a NPR e PBS, le principali reti televisive finanziate dal governo. Il presidente accusa questi media di avere una linea editoriale schierata a sinistra, in particolare definendoli promotori di un’ideologia “radicale”.
Sui suoi canali social, Trump ha espresso chiaramente questa posizione, invitando i repubblicani a rompere totalmente ogni legame con queste emittenti, definendole “mostri” che avrebbero danneggiato il paese. Questo passaggio segna un attacco diretto al sistema di informazione pubblica americana, aprendo uno scontro politico e culturale che potrebbe avere ripercussioni sull’accesso a notizie e programmi di servizio pubblico.
Revoca dell’esenzione fiscale a harvard e tensioni con le università
Nei giorni successivi alle restrizioni ai media, Trump ha annunciato l’intenzione di revocare lo status di esenzione fiscale dell’università di Harvard. Questo provvedimento, se attuato, avrebbe un impatto significativo su una delle istituzioni accademiche più influenti al mondo.
Controversie con l’ateneo
La decisione arriva dopo un periodo di crescenti tensioni tra l’amministrazione e l’ateneo. Harvard aveva rifiutato alcune richieste del governo, come limitare l’attivismo studentesco legato a questioni internazionali, e rivedere programmi dedicati a diversità e inclusione. Questi scontri avevano già portato al congelamento di oltre 2,2 miliardi di dollari provenienti da fondi federali, destinati a vari progetti e borse di studio. La mossa di Trump mira a colpire un simbolo dell’élite accademica considerata ostile alle politiche del presidente.
Scontro con il potere giudiziario e critiche alle big tech
Parallelamente alle manovre economiche e culturali, Trump ha denunciato un tentativo da parte di alcuni giudici federali di ostacolare la sua politica sull’immigrazione. Le accuse indicano una forte frizione con il sistema giudiziario, accusato di bloccare decreto e ordini esecutivi volti a controllare l’ingresso nel paese.
Allo stesso tempo, il presidente non ha risparmiato critiche forti verso i grandi gruppi tecnologici, considerati responsabili, secondo lui, di un’influenza politica indebita e di una gestione dell’informazione che tende a penalizzare la sua figura e il suo partito. Trump ha spesso usato i suoi canali social come tribuna per attaccare questi colossi, in un contesto di crescente tensione tra politica e tecnologia. Questo scontro registra momenti di forte impatto sul dibattito pubblico statunitense, con conseguenze concrete sulle normative di settore.
In poche settimane, Trump ha imposto un’agenda che punta a rimodellare il volto degli Stati Uniti, spostando risorse dal welfare alla difesa, minando il ruolo di media pubblici e università, e imponendo uno scontro franco con magistratura e grandi aziende digitali. Questi sviluppi indicano un clima di profonda polarizzazione che accompagnerà il paese nel corso dell’anno.