Antonello D’Alanno, 44 anni, originario di Taranta Peligna, è stato ritrovato senza vita sulla riva del fiume Aventino. I familiari, preoccupati per la sua assenza, avevano allertato le autorità dopo che non era rientrato a casa. L’uomo era uscito la mattina per andare a pescare. Il corpo è stato scoperto nel tardo pomeriggio in località Inzappina, una zona nota per le sue gole e per i tratti pericolosi lungo il fiume. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, sanitari del 118, un elisoccorso e i carabinieri per gestire l’emergenza.
Ricerche Serrate e il tragico ritrovamento a Inzappina
Antonello era uscito da casa la mattina di ieri con l’intenzione di passare la giornata a pescare lungo il fiume Aventino. Quando non è tornato, la famiglia ha iniziato a preoccuparsi e ha lanciato l’allarme. Le ricerche si sono protratte fino alle 18:40, quando i genitori hanno trovato il corpo senza vita sulla riva. La loro presenza ha permesso ai soccorsi di arrivare subito sul posto, già avvisati dalle autorità.
L’angoscia dei familiari, durante le ore di attesa, si è trasformata in dolore al momento del ritrovamento. La zona dove è stato trovato Antonello è caratterizzata da gole strette e tratti impervi lungo il fiume, un ambiente che può nascondere insidie a chi si avventura senza le giuste precauzioni.
Il territorio di Inzappina: natura selvaggia ma pericolosa
Il fiume Aventino scorre tra gole e corsi d’acqua che, soprattutto in punti meno accessibili come Inzappina, possono diventare insidiosi. Questa zona, nel territorio di Taranta Peligna, è frequentata da pescatori e amanti della natura, ma non è priva di rischi. Acqua, terreno irregolare e condizioni meteo variabili possono trasformare una giornata all’aperto in un’esperienza pericolosa senza le dovute attenzioni.
Si tratta di un’area dove la natura si mostra in tutta la sua selvatichezza: corsi d’acqua che si insinuano fra rocce e scalinate naturali, dove un passo falso può costare caro. Non è raro che in questi luoghi si verifichino incidenti gravi. Le autorità invitano spesso chi si avventura qui a rispettare gli avvisi e a valutare le condizioni prima di procedere.
La tragedia di Antonello D’Alanno ricorda come anche attività semplici, come una giornata di pesca, possano trasformarsi in tragedia se l’ambiente è impervio. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con esattezza cosa sia successo. L’autopsia sarà decisiva per capire le cause della morte, visto che al momento non ci sono dettagli ufficiali su possibili incidenti o malori.
Soccorsi immediati e indagini in corso
Al momento del ritrovamento, sul posto sono arrivati in fretta i vigili del fuoco di Casoli, insieme ai sanitari del 118 e all’elisoccorso. L’intervento rapido ha confermato la gravità della situazione. I carabinieri della compagnia di Lanciano hanno avviato le prime indagini per chiarire i fatti e verificare eventuali responsabilità.
La presenza di più enti dimostra come in questi casi di emergenza in ambienti naturali scatti sempre una risposta coordinata, sia per gestire la scena sia per recuperare il corpo. Il loro lavoro si è concentrato anche sul controllo della zona, per escludere che altre persone fossero coinvolte e per garantire la sicurezza.
Nonostante la tempestività dei soccorsi, per Antonello non c’è stato nulla da fare. Le ipotesi iniziali saranno confermate o smentite dagli esami medico-legali, che dovranno stabilire se la morte è legata a un incidente in acqua o ad altri fattori.
Le forze dell’ordine hanno inoltre offerto supporto alla famiglia, che ha vissuto una giornata di grande angoscia culminata con la tragica scoperta. Le autorità continueranno a indagare per fare chiarezza su questa vicenda che ha scosso profondamente la comunità di Taranta Peligna.