Trieste si mobilita: sit-in di protesta dei lavoratori metalmeccanici per il rinnovo contrattuale

Trieste si mobilita: sit-in di protesta dei lavoratori metalmeccanici per il rinnovo contrattuale

Oggi a Trieste si è svolto un sit-in dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale, con adesioni significative in diverse aziende e preoccupazioni per la stabilità occupazionale.
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Trieste si mobilita: sit-in di protesta dei lavoratori metalmeccanici per il rinnovo contrattuale - Gaeta.it

Oggi a Trieste si è svolto un significativo sit-in dei lavoratori del settore metalmeccanico, in occasione del grande sciopero indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, con l’obiettivo di richiedere il rinnovo del contratto nazionale. La protesta si è concentrata davanti alla sede di Confindustria Alto Adriatico, dove i manifestanti hanno portato alla luce le loro esigenze e preoccupazioni. Tra i partecipanti, una presenza evidente è stata quella dei dipendenti della Flex, che si trovano in una situazione complessa a causa del rischio di esuberi. Questa vertenza è attualmente al centro dell’attenzione di un tavolo di discussione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy .

Adesioni in crescita: i dati dei sindacati

Secondo le informazioni riportate dai sindacati, la partecipazione alla protesta ha raggiunto quote significative in diverse aziende del territorio triestino. In particolare, il 40% dei lavoratori di Fincantieri ha deciso di aderire allo sciopero, mentre il 30% dei dipendenti della Wartsila ha scelto di unirsi alla mobilitazione. Notevoli anche i numeri riportati dal Gruppo Arvedi, dove si è registrata un’adesione del 60%. Questi dati evidenziano un forte sentimento di insoddisfazione tra i lavoratori del settore, desiderosi di vedere garantiti i propri diritti e le proprie condizioni lavorative.

I sindacati, protagonisti di questa mobilitazione, sottolineano che la crisi economica che ha colpito il settore metalmeccanico rappresenta un fattore determinante alla base di questa adesione massiccia. Le preoccupazioni riguardano non solo la stabilità occupazionale, ma anche l’equità delle condizioni di lavoro e la necessità di rinnovare un contratto che tuteli adeguatamente i dipendenti.

Le manifestazioni in altre province: Pordenone e Udine

Le mobilitazioni non si sono limitate a Trieste. Anche nelle province di Pordenone e Udine si sono svolti presidi dei metalmeccanici. Nel territorio di Pordenone, i sindacati riportano che il 90% dei lavoratori dell’Electrolux ha partecipato allo sciopero. L’adesione all’Electrolux Professional è stata del 60%, mentre alla Modine ha raggiunto il 95%. Importanti anche i dati provenienti dalla Cimolai di Roveredo e Polcenigo, dove rispettivamente il 85% e il 55% degli operai hanno aderito allo sciopero, e alla Zinco, con il 90%.

Particolarmente significativo è stato il dato proveniente da Udine, dove a La Maddalena si sono raggiunti addirittura il 95% di adesioni sulla produzione. Altre aziende, come De Longhi e Sirti di Basiliano, hanno visto rispettivamente l’85% e il 90% dei lavoratori schierati a favore dello sciopero, mentre alla Bosch Freud l’adesione è stata del 50%.

Questi numeri pongono in evidenza una mobilitazione diffusa nel settore metalmeccanico, un chiaro segnale che il mondo del lavoro è pronto a lottare per i propri diritti, sollecitando un confronto diretto con le parti datoriali.

La pressione esercitata dai sindacati e dai lavoratori potrebbe incidere significativamente sul prossimo tavolo delle trattative, dove le istanze degli operai verranno certamente tenute in considerazione.

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