Tre motociclisti multati per motocross su sentieri vietati nel Piemonte: controlli dei carabinieri in corso

Tre motociclisti multati per motocross su sentieri vietati nel Piemonte: controlli dei carabinieri in corso

In Piemonte i carabinieri forestali di Volpiano intensificano i controlli su motociclisti che percorrono sentieri vietati, sanzionando trasgressori per proteggere ambiente, fauna e viabilità rurale.
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In Piemonte proseguono i controlli dei carabinieri forestali contro motociclisti che percorrono sentieri vietati, per proteggere ambiente e paesaggio; multe e sanzioni sono previste, mentre esistono percorsi autorizzati per motocross ed enduro. - Gaeta.it

Nel Piemonte continuano i controlli sui motociclisti che percorrono sentieri e mulattiere vietate ai mezzi a motore. Recentemente, tre appassionati di motocross sono stati fermati e sanzionati dai carabinieri forestali di Volpiano, impegnati in un’operazione decisa per difendere la viabilità rurale e l’ambiente delle aree collinari. La legge regionale vieta espressamente la circolazione di veicoli su questi tracciati naturali, ma non mancano tentativi di aggirare le regole, con evidenti rischi per il territorio.

L’intervento dei carabinieri forestali e i controlli nel chivassese

L’episodio più recente è avvenuto grazie a un’attenta attività di controllo dei carabinieri forestali del reparto di Volpiano. Durante un servizio rivolto a prevenire passaggi irregolari su sentieri campestri, mulattiere trasformate abusivamente in piste da motocross e boschi, i militari hanno fermato tre motociclisti intenti a usare mezzi a motore su strade vietate dalla legge. Al momento dei controlli, i trasgressori sono stati multati e il servizio proseguirà a ritmo serrato per tutta l’estate, stagione in cui aumentano sia le attività all’aperto sia le segnalazioni di passaggi illeciti.

Controlli anche nella zona del chivassese

Proprio in queste settimane, inoltre, i carabinieri intendono estendere gli accertamenti anche alla zona vicina del Chivassese. Qui, come segnalato dai residenti, si registrano frequenti attraversamenti di moto e quad su strade sterrate, sentieri nei boschi e percorsi naturalistici, con danni evidenti ai terreni e disturbo per la fauna. Il presidio delle aree collinari e boschive punta a scoraggiare a lungo termine il ripetersi di comportamenti dannosi per il paesaggio e la biodiversità.

Cosa dice la legge regionale piemonte sul transito motociclistico nei sentieri

La normativa principale che vieta la circolazione con mezzi a motore su mulattiere, sentieri, strade forestali e terreni agricoli è la legge regionale n. 32 del 1982, ancora valida e applicata senza modifiche sostanziali. Il testo vieta espressamente il passaggio di veicoli a motore su queste vie, salvo casi in cui arrivi un’autorizzazione formale dalle autorità competenti.

Le eccezioni contemplano esclusivamente mezzi agricoli, forestali, di soccorso, vigilanza, o autorizzati per azioni particolari, come competizioni sportive approvate. Per ogni altro mezzo, il transito è sanzionabile, con multe che variano in base alla gravità dell’infrazione e alla presenza di precedenti. La legge punta a impedire l’uso improprio e abusivo che compromette la funzionalità delle mulattiere tradizionali, e il rispetto di questa norma è una tutela concreta per il terreno e l’ambiente che lo circonda.

Impatti ambientali causati dal passaggio di mezzi a motore nelle aree protette

Non si tratta solo di rispettare una norma tecnica, ma di salvaguardare ambienti delicati e di valore naturalistico. L’uso sconsiderato di moto o quad su sentieri vietati induce fenomeni di erosione del suolo, che provocano frane o dissesti nei versanti collinari. Si danneggiano inoltre piante, specie vegetali spontanee e percorsi storici di collegamento rurale, compromettendo la qualità del paesaggio.

Un altro aspetto rilevante è il disturbo provocato alla fauna selvatica. Gli animali risentono del rumore e della presenza improvvisa di veicoli motorizzati, specie nelle stagioni di nidificazione o riproduzione. I motocicli causano anche inquinamento acustico difficile da tollerare nei boschi e rilasciano gas di scarico che alterano l’equilibrio ecologico. Poi c’è il rischio di incendi generato dagli scarichi caldi e scintille, specialmente in periodi di siccità con erba secca nel sottobosco.

I carabinieri forestali sottolineano come “chi sceglie sentieri non autorizzati rischia di provocare danni irreparabili a un patrimonio naturale condiviso, nonché di incorrere in multe pesanti.”

Sanzioni previste per chi viola le norme e possibili conseguenze legali

Le multe per chi circola con moto su sentieri vietati vanno da 154 fino a quasi mille euro. In caso di recidiva, l’importo può salire a cifre molto più alte. Se i danni prodotti appaiono evidenti e gravi, le forze dell’ordine possono inoltre bloccare il mezzo coinvolto e procedere a sequestro. Questo accade soprattutto se la violazione si ripete nel tempo o provoca danni consistenti al territorio.

Conseguenze legali e risarcimenti

Il trasgressore può essere chiamato a risarcire danni materiali a proprietà pubbliche o private e al patrimonio naturalistico. Nei casi più seri, che configurano reati ambientali, si possono aprire procedimenti penali sulla base del codice penale o del Testo Unico Ambientale. L’obiettivo è frenare pratiche che non solo incautamente infrangono la legge, ma ledono durevolmente il territorio.

Alternative autorizzate per gli amanti del motocross e dell’enduro in piemonte

Per chi vuole praticare motocross o enduro in regola, il Piemonte offre percorsi ufficiali e tracciati autorizzati, spesso gestiti in collaborazione con Comuni e associazioni sportive. Questi circuiti rispettano vincoli ambientali e sono pensati perché gli sportivi possano correre senza danneggiare la natura.

Le informazioni sui tracciati disponibili si trovano presso gli uffici comunali, la Regione Piemonte o il Corpo Forestale, che segnala i percorsi legali e sicuri. Usare queste piste evita multe e contribuisce a preservare i sentieri storici, i boschi e la fauna. La vigilanza sarà attiva per tutta l’estate anche per garantire la serenità di escursionisti, famiglie e ciclisti che frequentano questi ambienti. La linea è chiara: i boschi non sono autodromi.

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