La basilicata rimane spesso nelle immagini dei sassi di Matera, ma offre molto di più. Tra paesaggi naturali e architetture antiche si trovano borghi poco frequentati che raccontano storie radicate nel territorio. Chi si spinge oltre i circuiti turistici classici può scoprire paesini capaci di restituire atmosfere lontane dal caos e dalla fretta del turismo di massa. Qui, tre località rappresentano l’essenza profonda di questa regione, fatta di silenzi, memoria e legami con la terra.
Guardia perticara, un borgo ricostruito sulle colline della val d’agri
Nella valle d’agri, guardia perticara conserva intatta l’anima di un piccolo centro antico, ricostruito dopo il terremoto del 1980. Il borgo si presenta oggi con un aspetto autentico, fatto di case in pietra ed elementi storici rispettati nella loro forma originale. Le strette vie, gli archi e le scalinate raccontano un passato fatto di vita semplice e tradizioni. La posizione elevata offre una vista che si apre sulla campagna circostante, regalando panorami vasti e tranquilli.
Questa ricostruzione ha permesso a guardia perticara di entrare nella lista dei borghi più belli d’Italia. Il lavoro sulla pietra locale e le strutture architettoniche hanno mantenuto il sapore antico, impedendo l’omologazione che spesso interessa i centri ricostruiti. Camminare per queste strade significa immergersi in un’atmosfera senza tempo, dove il silenzio accompagna il visitatore lungo i muri carichi di storia, che parlano senza bisogno di parole.
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All’interno del borgo si percepisce una forte presenza della comunità locale, che vive ancora secondo ritmi lenti, legati alle stagioni e alla terra. Qui non c’è frenesia turistica ma uno spazio reale per capire come si viveva una volta in queste zone interne della basilicata. La quiete, unita alla bellezza degli angoli nascosti tra i palazzi in pietra, rimanda a un modo di abitare che raramente si incontra nelle città moderne.
Alianó e le tracce di carlo levi nel paesaggio scolpito dal tufo
aliano si distingue per la sua storia legata allo scrittore carlo levi, confino politico negli anni trenta. Questo paese lucano si estende in una zona caratterizzata da formazioni di calanchi che gli conferiscono aspetti surreali, quasi lunari, capaci di attrarre visitatori interessati a riflessioni più profonde. Le abitazioni adatte al terreno tufaceo si intrecciano in forme irregolari, dando vita a un insieme paesaggistico unico.
Tra le attrazioni principali ci sono la casa-museo di carlo levi e il cimitero dove lo scrittore è sepolto. Questi luoghi mantengono vivo il legame con il passato e con la figura che ha reso noto il paese a un pubblico più ampio. Numerosi eventi culturali si svolgono annualmente, trasformando il centro in un punto di riferimento per chi cerca esperienze lontane dal turismo tradizionale.
I calanchi attorno al paese rappresentano un esempio di erosione naturale che ha disegnato il territorio con forme insolite. Passeggiare tra questi sentieri permette di apprezzare la natura selvaggia e al tempo stesso fragile di questo angolo della basilicata. aliano si presenta così come meta per chi vuole vivere un turismo lento, capace di suscitare emozioni e stimolare la memoria storica.
La combinazione tra arte, storia e geografia rende il borgo un luogo dove il tempo si percepisce in modo diverso. Qui l’uomo ha imparato a convivere da secoli con un ambiente non facile, adattando costruzioni e percorsi a un terreno accidentato e mutevole. La visita all’interno del paese è un’occasione per vedere come la cultura e la natura si intrecciano in modo concreto e visibile.
Craco, il paese fantasma che racconta la fuga dall’abbandono
craco è uno dei borghi abbandonati più noti d’Italia. Situato in altura, ha subito una frana negli anni ’60 che ha obbligato gli abitanti a lasciare il paese. Oggi si presenta come un luogo congelato nel tempo, con case e strade che mostrano ancora l’impronta della vita passata. Il borgo mantiene un fascino particolare, legato alla decadenza e al contrasto tra la natura che riprende spazio e i segni dell’antico insediamento umano.
Le visite a craco avvengono esclusivamente accompagnati da guide autorizzate, proprio per garantire la sicurezza e rispettare l’integrità del sito. Il borgo è diventato set cinematografico di film internazionali, proprio per il suo aspetto suggestivo e un po’ inquietante. Qui la natura ha iniziato lentamente a invadere le costruzioni, creando un equilibrio delicato tra pietra, vegetazione e silenzio.
Il tempo sembra essersi fermato nelle strade vuote, nelle finestre rotte e nei muri scrostati. L’esperienza di passeggiare per craco è diversa da altre visite turistiche: il visitatore si confronta con la storia di un abbandono improvviso e con l’eco delle vite che un tempo animavano il borgo. “Questo si traduce in una sensazione intensa, che porta a riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente, sulle cause e conseguenze delle trasformazioni territoriali.”
craco rappresenta anche una testimonianza della difficoltà di molte comunità interne del sud italia, costrette a spostarsi a causa di eventi naturali o economici. Il borgo rimane un simbolo potente, in grado di raccontare un passato che non si dimentica e che rimane vivo attraverso le pietre e i silenzi di un paese sospeso tra la memoria e il presente.
La basilicata rivela così, attraverso queste terre poco frequentate, un volto più profondo e meno conosciuto, capace di restituire storie antiche e immagini di una regione che si nutre del contatto tra uomo e natura. Ogni borgo racconta un episodio differente, ma tutti parlano di una regione che va osservata con occhi attenti, capaci di cogliere bellezze nascoste e storie da raccontare.