Traversata Capraia-Gorgona: 18 nuotatori tra olimpiche e detenuti completano 43 km in staffetta

Traversata Capraia-Gorgona: 18 nuotatori tra olimpiche e detenuti completano 43 km in staffetta

Una staffetta a nuoto di 43 chilometri tra Capraia e Gorgona unisce atlete olimpiche, detenuti e Lega navale italiana in un evento di inclusione sociale, legalità e reinserimento nel 2025.
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Una staffetta a nuoto di 43 km da Capraia a Gorgona ha unito atlete olimpiche e detenuti, promuovendo sport, inclusione sociale e legalità in un evento di 15 ore organizzato dalla Lega navale italiana e dal carcere di Livorno. - Gaeta.it

Una staffetta a nuoto lunga 23 miglia nautiche, pari a circa 43 chilometri, si è svolta ieri da Capraia a Gorgona, coinvolgendo atlete olimpiche e detenuti. L’evento, organizzato dalla Lega navale italiana e dal carcere di Livorno, ha unito sport e inclusione sociale in un percorso in mare di 15 ore.

Una staffetta a nuoto tra sport e inclusione

La traversata Capraia-Gorgona si è svolta ieri, con partenza alle 5:30 dal porto di Capraia, piccola isola dell’Arcipelago toscano. Diciotto nuotatori hanno affrontato 43 chilometri in staffetta, alternandosi ogni mezz’ora per coprire distanze impegnative. La partecipazione di atlete olimpiche come Charlotte Bonin ed Elena Petrini – entrambe delle Fiamme Azzurre – ha portato esperienza e visibilità all’evento. La maratoneta del mare Sabrina Peron ha completato il gruppo, che ha incluso anche detenuti dell’isola carcere di Gorgona.

L’iniziativa nasce dall’accordo tra la Lega navale italiana – Delegazione di Capraia Isola – e la casa circondariale di Livorno. Nel corso degli anni il progetto si è affermato come un momento di confronto tra diverse realtà, in cui lo sport diventa mezzo per costruire fiducia e legalità, oltre che strumento di riscatto personale. La scelta di coinvolgere i detenuti nelle operazioni in mare, in particolare, rappresenta una novità nel loro percorso di reinserimento.

Condizioni meteo favorevoli e ritmo della traversata

L’intera giornata ha goduto di condizioni meteo favorevoli, con mare calmo e cielo sereno, elementi cruciali per una traversata così lunga e impegnativa. I nuotatori hanno mantenuto un ritmo costante alternandosi ogni 30 minuti nelle acque tra Capraia e Gorgona. Dopo circa 15 ore di attività, il gruppo ha raggiunto l’arrivo, situato a quattro miglia dall’isola di Gorgona, senza interruzioni.

Ruolo dei detenuti e logistica della traversata

Un aspetto particolare della traversata è stato il supporto logistico e di sicurezza, garantito dalla presenza dei detenuti di Gorgona a bordo di kayak. Per la prima volta, sono stati proprio loro a guidare la rotta e a mantenere controllo sulla sicurezza, offrendo assistenza ai nuotatori in mare aperto. Questo ruolo ribalta gli schemi tradizionali e mette in luce un percorso di responsabilizzazione e fiducia verso chi, di solito, è confinato a un ruolo marginale.

A supporto, sono state impiegate diverse imbarcazioni, tra cui una motovedetta della polizia penitenziaria con a bordo il direttore del carcere e il presidente del tribunale di sorveglianza. Di rilievo anche la presenza della barca chiamata “Eros”, affidata alla Lega navale italiana dopo essere stata confiscata alla criminalità organizzata. La “Eros” diventa così simbolo concreto di legalità e rinascita, collegando il mare e lo sport al tema del reinserimento sociale.

Arrivo a gorgona e momento di festa

L’arrivo della staffetta è avvenuto in tarda serata, con gli atleti e volontari che hanno sbarcato sull’isola di Gorgona al calar del buio. Gli abitanti dell’isola hanno accolto calorosamente i partecipanti, segno di partecipazione e attenzione verso l’evento. Dopo lo sbarco, è stato offerto un momento conviviale chiamato “torta della legalità”, che ha fatto da scenografia ideale per premiare i nuotatori con attestati di partecipazione.

L’evento conserva un valore simbolico importante, ancora più evidente nel contesto dell’isola-carceraria. Lo sport non si limita a una prova fisica impegnativa, ma diventa occasione di dialogo, cambio di prospettiva e inclusione. Coinvolgere detenuti nel ruolo di custodi della sicurezza in mare indica un cambiamento reale nel trattamento e nella percezione della detenzione.

Con questa traversata, organizzata nel 2025, si rafforza un metodo che mette insieme sport, attenzione sociale e legalità. Si conferma il talento degli atleti, ma anche la possibilità di riconoscersi parte di un progetto più ampio, con destinazione non solo geografica, ma anche sociale.

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