La città di torre annunziata si trova a un bivio importante. Tra un passato segnato da un’economia industriale e lotte politiche, e un presente che fatica a scrollarsi di dosso l’ombra della camorra, il futuro dipende dalla capacità di far riscoprire ai suoi abitanti e a chi la circonda un orgoglio e un’identità. Le riflessioni del professore Salvatore Prisco, esperto di diritto pubblico e osservatore attento della realtà locale, tracciano una mappa fatta di storia, problemi e possibili vie di sviluppo.
Il quartiere provolera e il ruolo dello spolettificio nel recupero urbano
Il punto di partenza per chi vuole capire torre annunziata passa per il quartiere provolera, una delle aree storiche più significative. Qui si trova lo spolettificio, un complesso che, tra verde e resti storici, rappresenta un vero polmone della città. Salvatore Prisco sottolinea come questo spazio dovrebbe aprirsi alla comunità, un valore da tutelare e valorizzare con la creazione di un museo dedicato agli ori di oplontis, il sito archeologico che conserva reperti preziosi legati all’antica villa di poppea.
Lo spolettificio non è solo un luogo da preservare, è anche una chiave per riattivare il territorio. Il museo non solo attirerebbe visitatori ma ridarebbe senso a un quartiere che spesso è rimasto ai margini. Riqualificare aree come questa significa riaffermare la storia, promuovere la cultura e offrire nuove occasioni di lavoro. Il recupero di spazi abbandonati e la loro apertura alla cittadinanza si confrontano con la sfida di integrare il passato con le esigenze contemporanee di una città che ha perso un po’ di slancio e identità.
Leggi anche:
Dove concentrare gli investimenti per cambiare il volto di torre annunziata
Il baricentro urbano di torre annunziata si è spostato negli ultimi anni verso la zona di confine con torre del greco. Questo spostamento riflette un mutamento nell’equilibrio economico e sociale della città. Il centro storico, tradizionalmente cuore pulsante dell’attività cittadina, ha perso posizioni. Prisco suggerisce di puntare su rovigliano e il lungomare di oplontis per attirare investimenti industriali e rivitalizzare questi luoghi, restituendogli un ruolo centrale.
Oltre a questo, un’attenzione particolare va rivolta alla stazione di torre centrale, nodo cruciale che potrebbe essere connesso al progetto della grande pompei. Quest’ultimo ambisce a migliorare i collegamenti e favorire il turismo proveniente dall’area archeologica più famosa al mondo, che si trova a pochi chilometri di distanza. L’integrazione tra trasporti e sviluppo locale potrebbe generare nuovi flussi di visitatori e aprire nuove porte per il territorio.
Oggi torre annunziata ha bisogno di interventi mirati, in grado di far ripartire l’economia e rimettere in moto una comunità che sembra aver perso un po’ di speranza. Prisco lamenta però una debolezza da parte dell’amministrazione comunale, soprattutto sui singoli membri della giunta, che non riuscirebbero a reggere il peso dei compiti assegnati. Per questo occorre un sostegno forte e concreto al sindaco Corrado Cuccurullo, la figura che potrebbe guidare il cambiamento se sostenuta anche dalla società civile.
L’impatto della camorra sulla percezione e lo sviluppo della città
La presenza della camorra rappresenta una ferita ancora aperta per torre annunziata, sia dal punto di vista sociale che economico. Questa realtà condiziona in modo pesante l’immagine della città, che fatica a scollarsi di dosso l’immagine della città “dei camorristi”. Un solo episodio negativo, spiega Prisco, può riaccendere paure e sospetti, mantenendo torre annunziata in una gabbia fatta di stereotipi.
Il risveglio della società civile è una delle chiavi per contrastare questa situazione. Molte iniziative nascono dal basso, dimostrando che esiste una parte della città che vuole affermare un’identità diversa. La difficoltà resta però nel federare queste energie e offrire una guida politica capace di mettere insieme obiettivi chiari e condivisi.
Un altro problema riguarda la classe politica, spesso giudicata “debole” e incapace di uscire da logiche mediocri. Chi avrebbe potuto fare la differenza, aggiunge Prisco, non sempre accetta di entrare nella dialettica politica. Ci sarebbe bisogno di un progetto di città preciso, che sappia indicare un’identità, un modo per tornare a essere protagonisti del proprio destino.
La storia da recuperare e la fuga della borghesia politica
Torre annunziata aveva una storia importante, prima privata di parte del suo slancio e poi contaminata da episodi e connivenze negative. Era chiamata la “manchester del sud” per l’impatto economico e sociale che ha avuto in passato. Il porto delle navi granarie, una città che ospitava grandi lotte politiche e personaggi come Gino Alfano. Una storia che la camorra ha cercato di offuscare ma che rimane un patrimonio da riscoprire.
Prisco evidenzia come uno dei problemi sia stata la fuga della borghesia impegnata: professionisti, imprenditori e commercianti che una volta partecipavano attivamente alla politica e alle scelte della città. Quella classe non c’è più, e con essa anche progettualità e volontà di rinnovamento. In alcuni casi si sono viste connivenze con la camorra, che hanno favorito alcuni guadagni facili a discapito dello sviluppo sano.
Il recupero dell’immagine passa attraverso opere concrete, come il ripristino delle arcate borboniche, oggi diventate ricettacolo di rifiuti, o sfruttare la vicinanza a pompei per rilanciare il turismo, specie quello balneare. Il problema di stabilimenti chiusi da anni, come il santa lucia, resta un segnale evidente del blocco che vive la città.
L’orgoglio smarrito e la sfida di un nuovo corso politico
La mancanza di orgoglio verso la propria storia si riflette anche nella scarsa conoscenza di testi e autori che hanno raccontato torre annunziata in modo approfondito, come Michele Prisco, Maria Orsini Natale o Vincenzo Esposito. Ritrovare quel sentimento, incrociare passato e presente, può aiutare a costruire un futuro più saldo.
Il rapporto con la camorra è stato complicato anche per via del ruolo di alcuni ambienti sociali cui spettava una responsabilità politica. Il sostegno indiretto o la complicità hanno indebolito la città. Da un lato però con il sindaco Corrado Cuccurullo si segnalano segni di svolta; dall’altro però la strada è lunga e servono progetti forti e partecipati.
Salvatore Prisco ricorda infine l’esperienza di Francesco Cucolo, sindaco che provò a segnare una strada nuova. I successori sono stati spesso ostacolati da divisioni interne, specie tra chi veniva da quell’area politica legata al partito comunista. Questa realtà ha frenato la città e dimostra quanto sia complesso anche cambiare dentro le mura degli stessi palazzi municipali. Torre annunziata resta in bilico, tra il peso del passato e la ricerca faticosa di un futuro diverso.