L’evento “Come suona il caos” ritorna nel 2025 unendo musica, impegno ambientale e attivismo sociale. Ideato da Maurizio Capone, musicista e artista, si inserisce nel Campania Teatro Festival Italia 2025 con due appuntamenti principali ad Afragola e Napoli. L’iniziativa richiama attenzione su temi ecologici e di giustizia sociale attraverso performance, laboratori e momenti di riflessione. Il progetto celebra anche i 25 anni dei Capone & BungtBangt, band simbolo di attenzione all’ambiente nell’ambito musicale europeo.
L’evento a afragola: piantumazione simbolica e memoria della terra dei fuochi
L’8 giugno, a Afragola, l’evento prende avvio nella Masseria Ferraioli, struttura confiscata alla camorra, con un gesto che lega arte e rigenerazione urbana. Alle 11 del mattino due ulivi saranno piantati come simbolo di rinascita per un territorio segnato dalla Terra dei Fuochi, area tristemente famosa per l’inquinamento e le attività illecite. La scelta di questo luogo non è casuale: vuole sottolineare la speranza e la necessità di cura ambientale, opponendosi alle minacce che hanno pesato sulla salute e sulla qualità della vita della popolazione locale. La piantumazione indica un impegno concreto e visibile verso la riqualificazione, trasformando un’azione simbolica in un passo verso un futuro più sano per la Campania.
La storia dei capone & bungtbangt, pionieri dell’eco-music in europa
Il 2025 coincide con i 25 anni dei Capone & BungtBangt, gruppo nato nel 1999 guidato da Maurizio Capone. La band si è fatta conoscere per la realizzazione di strumenti musicali costruiti interamente con materiali riciclati: un modo per sposare arte e sostenibilità. La loro musica ha anticipato temi riguardanti l’ambiente e l’impegno civico molto prima che questi venissero affrontati con la rilevanza che hanno oggi. Il loro lavoro trasforma il concerto in un momento di denuncia contro lo spreco e inquinamento e in una pratica concreta di responsabilità sociale. La loro lunga attività racconta la strada percorsa da chi cerca di dare voce a un’idea di musica come strumento di cambiamento sociale.
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A napoli, il 18 giugno tra workshop, laboratori e un concerto dedicato alle donne e alla libertà
Il secondo appuntamento si terrà il 18 giugno nel cortile delle Carrozze di Palazzo Reale a Napoli. La giornata includerà un workshop rivolto ai bambini per costruire strumenti con materiali di recupero, in modo pratico e creativo, favorendo la conoscenza della musica legata all’ecologia. Seguirà una jam session aperta al pubblico, che permetterà un’interazione diretta con i musicisti. Saranno presenti stand informativi di Greenpeace, Legambiente e Amnesty International, insieme a laboratori didattici e percorsi sensoriali per approfondire temi ambientali e di diritti umani. Il focus sarà la consapevolezza collettiva sull’importanza della partecipazione e della tutela dei diritti.
Il concerto serale “femmena, vita e libertà” per i diritti delle donne e la difesa dell’ambiente
La serata si concluderà con il concerto “Femmena, Vita e Libertà”, che avrà inizio alle 22. Il programma musicale celebrerà le donne impegnate nella difesa dei diritti e nella tutela ambientale. Oltre ai Capone & BungtBangt, sul palco si esibiranno artiste e attiviste come Cristina Donadio, Fabiana Martone, Dalal Suleiman, Francesca Zazzera, Rozita Shoaei, Elckjaer Franco Bono e Ismahan Hassen. La performance sarà arricchita dal live painting dell’artista Trisha Palma, offrendo un’esperienza che unisce musica, arte visiva e messaggi sociali. Il concerto sottolinea il ruolo centrale delle donne nelle lotte ambientali e sociali contemporanee.
Coinvolgimento del pubblico e call to action per strumenti riciclati
L’apertura del concerto spetta al Frente Murguero Campano-M’abbucia ‘o frente, gruppo che sfilerà tra il pubblico per poi unirsi ai Capone & BungtBangt nel primo brano. L’evento, sostenuto dal consorzio Ricrea, invita il pubblico a partecipare attivamente portando strumenti costruiti con materiali riciclati. È prevista una call to action sui social per raccogliere e mostrare la presenza di questi strumenti, favorendo l’idea di un’orchestra collettiva che coinvolge musicisti e spettatori. Questa modalità rafforza il concetto di comunità e partecipazione, in linea con gli intenti ecologici e sociali del progetto come suona il caos.