Antonio Negri, noto filosofo e politico italiano, ha attraversato momenti intensi nella propria vita che l’hanno portato a confrontarsi con la religione dopo una lunga distanza dalla sua esperienza giovanile. Negli anni di detenzione a Rebibbia, Roma, la sua relazione con la sfera spirituale si è trasformata e contaminata da un dialogo intenso con suor Teresilla Barillà, figura chiave in quel percorso di riflessione e impegno.
Il ritorno a italia e l’incontro decisivo a rebibbia
Nel 1997, dopo un lungo periodo all’estero, Antonio Negri rientra in Italia e viene incarcerato nel penitenziario romano di Rebibbia. In questo contesto particolare, prende avvio un confronto con suor Teresilla Barillà. La suora calabrese, minuta ma dal carattere forte e deciso, fa visita più volte al filosofo. I loro dialoghi spaziano dalla politica alla religione, dalla condizione dei detenuti alla riflessione personale, senza mai cadere in tentativi di conversione o in posizioni superficiali. Questo confronto libero è alla base di una riflessione profonda che porterà Negri a rivedere la sua posizione rispetto alla fede.
Un impegno oltre la spiritualità
Suor Teresilla, oltre al ruolo di interlocutrice spirituale, coinvolse Negri nel lavoro a favore dei detenuti comuni, spingendolo a scrivere articoli e brevi saggi su argomenti spesso trascurati. Il carcere diventa così per Negri non solo un luogo di punizione, ma uno spazio di osservazione e impegno. La figura di suor Teresilla è centrale in questo periodo e simboleggia una presenza attiva che rompe gli schemi abituali della detenzione.
La pubblicazione degli scritti e la riflessione sulla ricerca spirituale
Tra il 1997 e il 2007, Antonio Negri realizza ventisei articoli, pubblicati nella rivista “Riparazione Mariana”, edita dalle serve di Maria riparatrici, ordine a cui apparteneva suor Teresilla. Questi testi rappresentano la prima volta che vengono raccolti in volume dalla casa editrice Castelvecchi, con il titolo “Quanto a me, continuo a cercare”. Il nome del libro deriva da una frase ricorrente nel pensiero di Negri che sintetizza la sua continua ricerca di un senso più profondo, che supera i confini della fede religiosa tradizionale per abbracciare una spiritualità intesa come percorso esistenziale e filosofico.
Negri sostiene, senza nascondere le difficoltà proprie di chi ha avuto in passato un rapporto conflittuale con la religione, una riflessione autentica sulla presenza di un “dio” o di “un’entità”. Il titolo stesso traduce questa tensione: non un approdo certo, ma una strada aperta. I suoi scritti affrontano temi come la detenzione, l’isolamento, il significato del carcere nella società e la necessità di una riparazione che non sia solo materiale ma anche morale e sociale.
Spunti su fede e società
I testi di Antonio Negri propongono una lettura che va oltre il mero fatto religioso, cercando di coniugare una dimensione spirituale con l’impegno sociale e politico, in particolare nelle condizioni estreme della detenzione.
Suor teresilla Barillà, una figura straordinaria per la sinistra e la chiesa
Suor Teresilla Barillà nasce nel 1943 e muore nel 2005. Nel periodo di passaggio tra gli anni di piombo e le nuove sfide della società italiana, rappresentò un riferimento importante per l’impegno sociale e spirituale, in particolare tra le persone in carcere. Fu definita da Franco Piperno, militante della sinistra italiana, “straordinaria” per la sua energia brusca ma buona, per i suoi occhi intensi e la forza con cui affrontava ogni situazione.
La sua provenienza dalla Calabria, una regione spesso condizionata dalla marginalità sociale, la rese particolarmente sensibile alle istanze delle persone più fragili. La sua presenza a Rebibbia e il lavoro con Negri sottolineano come la dimensione religiosa possa incarnare azioni concrete e dirette, che oltrepassano la mera devozione per diventare sostegno e confronto critico con le ingiustizie.
Fede, politica e diritti sociali
Suor Teresilla ha così inciso in modo concreto e duraturo in un dibattito che negli ultimi decenni in Italia ha cercato di coniugare fede, politica e diritti sociali, lasciando una traccia nitida di quella esperienza umana che va oltre le etichette.
La pubblicazione del volume che raccoglie gli scritti di Antonio Negri degli anni di reclusione conferma un percorso di metamorfosi intellettuale e personale scandito dall’incontro con suor Teresilla. Un racconto fatto di parole semplici ma dense, che racconta di una ricerca di senso e di una presenza diversa della religione nel mondo contemporaneo.