Tom Glynn-Carney ha conquistato lo sguardo di molti spettatori grazie al ruolo di Aegon II Targaryen in House of the Dragon. L’attore ha partecipato al Filming Italy Sardegna Festival, dove ha aperto una finestra sul suo rapporto con l’Italia, il cinema e la carriera. Dall’amore per la cultura italiana alla preparazione per uno dei personaggi più complessi della serie, le sue parole rivelano dettagli inediti che arricchiscono l’immagine dell’attore.
Il legame con l’italia tra cultura, cibo e cinema
Tom Glynn-Carney non nasconde l’affetto crescente per l’Italia. Parlando con SuperguidaTV, ha sottolineato quanto il paese lo abbia colpito in diversi aspetti: dalle persone alle tradizioni, fino alla storia del cinema. Glynn-Carney apprezza molto la passione degli italiani per il grande schermo, definendola una vera e propria eredità culturale che rende il cinema italiano ricco di significato.
L’attore si è soffermato anche su un classico che ha segnato la sua formazione personale: Ladri di biciclette. Questo film, secondo lui, offre un’interpretazione intensa ma al tempo stesso capace di coinvolgere con leggerezza in alcune sue parti. La profondità narrativa, insieme alla regia che si distingue per la sua eleganza, ha reso questa pellicola un punto di riferimento per Glynn-Carney, che la considera tra i migliori esempi di cinema al mondo.
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Le sue esperienze in Italia non sono solo teoriche ma anche pratiche. Ha avuto modo di lavorare a Cinecittà, partecipando a diverse produzioni girate nel paese. L’atmosfera italiana, l’ambiente di lavoro e la possibilità di confrontarsi con registi locali hanno lasciato un’impressione positiva sul suo percorso professionale. Ha anche espresso il desiderio di tornare a girare nel nostro paese, forte di questa connessione che considera importante per la sua crescita artistica.
Il percorso per diventare aegon ii targaryen in house of the dragon
L’arrivo di Tom Glynn-Carney in House of the Dragon è frutto di un casting tradizionale ma efficace. L’attore ha raccontato che tutto è cominciato con un self tape che ha inviato ai produttori. Nonostante le modalità di selezione siano ormai consuete, per lui sembra passato molto tempo da quel momento. Gli è stato offerto il ruolo già il giorno dopo, un processo veloce che ha cambiato la sua carriera in poco tempo.
Interessante è il fatto che prima di ottenere la parte Glynn-Carney non avesse mai visto Game of Thrones. Una scelta particolare, dato il successo mondiale del franchise. Ma subito dopo aver avuto la conferma, è diventato un appassionato della serie. Questo entusiasmo ha contribuito a immergerlo nel personaggio di Aegon II, aggiungendo anche una certa freschezza al suo approccio.
Molti fan hanno paragonato il suo personaggio a Joffrey Baratheon, noto per la sua personalità controversa. Glynn-Carney ha invece fatto una distinzione sottolineando i diversi contesti e le motivazioni che spingono i due personaggi. Entrambi si trovano in posizioni di potere e con responsabilità che non sono pronti a gestire, ma i paralleli finiscono qui, secondo l’attore.
Una scena che ha segnato la sua esperienza è stata quella in cui Aegon scopre la morte del figlio. Questa sequenza ha richiesto un’intensità emotiva notevole e una capacità tecnica importante per la regia. Glynn-Carney ha menzionato una singola telecamera al centro del tavolo, che ha seguito la scena senza interruzioni, donando un effetto teatrale e molto coinvolgente. Un momento impegnativo per lui, ma all’altezza delle aspettative.
Aspettative sulla nuova stagione e progetti futuri
L’attore si è mostrato cauto riguardo la direzione che prenderà il suo personaggio nelle prossime puntate. Ha lasciato intendere che il percorso di Aegon sarà fatto di cambiamenti e episodi difficili, ma non ha voluto svelare dettagli specifici. Per ora ha indicato un possibile periodo di uscita degli episodi, che dovrebbero arrivare tra primavera ed estate 2026.
Circolano inoltre voci su un suo coinvolgimento in un progetto legato al Marvel Cinematic Universe, ma l’attore mantiene il segreto. Ha spiegato di non poter dire nulla al riguardo, pur ammettendo molto interesse verso quel mondo, visto che è appassionato dei film Marvel fin da bambino.
Nel frattempo, Glynn-Carney lavora a un film indipendente, Rabbit Haze, ambientato nella Dublino degli anni ’80. Il progetto è in corso e per ora non si sa molto, ma ribadisce il suo impegno nel portare avanti carriere diverse dal grande successo televisivo.
Sul modo in cui sceglie i suoi ruoli, segue una regola molto precisa: accetta solo quelli che lo spaventano davvero. Se il ruolo sembra troppo difficile da interpretare o da affrontare, allora è quello giusto. Questa filosofia lo spinge a varcare confini e mettere alla prova le sue capacità.
La relazione con il pubblico e il futuro nel cinema italiano
Tom Glynn-Carney ha anche parlato del rapporto con i fan e con il pubblico. Preferisce un contatto diretto, risponde alle domande e apprezza chi segue il suo lavoro. L’interazione lo gratifica e crea un legame speciale soprattutto quando nasce da progetti che hanno colpito lo spettatore.
Non manca l’entusiasmo nel rinfrescare l’esperienza sul suolo italiano. Dopo aver lavorato a Roma e aver visitato Cinecittà, il desiderio è quello di tornare per collaborare con registi italiani, molti dei quali considera tra i migliori in circolazione. Ritiene che l’Italia continui a offrire occasioni uniche per chi lavora nel cinema, un richiamo a cui non pensa di rinunciare.